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Europa: salvataggi di Stato in settori strategici

Europa: salvataggi di Stato in settori strategici

K metro 0 – Berlino – La pandemia di coronavirus, ancora in corso, sta mettendo a dura prova l’economia mondiale in molti dei suoi comparti: dall’automotive al bancario, per finire al settore del turismo e ai trasporti di merci e persone.  Uno dei settori più colpiti è stato proprio quello aereo, che ha superato i

K metro 0 – Berlino – La pandemia di coronavirus, ancora in corso, sta mettendo a dura prova l’economia mondiale in molti dei suoi comparti: dall’automotive al bancario, per finire al settore del turismo e ai trasporti di merci e persone.  Uno dei settori più colpiti è stato proprio quello aereo, che ha superato i 100 miliardi di euro di perdite stimate in tutto il mondo. Il lockdown ha conseguito ad un naturale blocco delle compagnie aeree, dannoso non solo per le flotte di areoplani e relativo personale, ma anche per tutto l’indotto occupazionale. In altre parole, molte compagnie intravedono al momento un’uscita dalla crisi solo attraverso supporti pubblici e operando con massicce riduzioni dei costi – in primis quelli del personale – seguite da drastiche ristrutturazioni organizzative.

Critica e a dir poco complessa la situazione nel mercato Ue: in Germania l’attenzione è tutta verso l’assemblea degli azionisti di Lufthansa del 25 giugno. In tale occasione, dovrebbe essere approvato il salvataggio statale da 9 miliardi di euro, che porterebbe la partecipazione pubblica al 20% e due seggi nel suo consiglio di sorveglianza della compagnia. Al contempo l’azionista Heinz Hermann Thiele ha criticato duramente l’intervento dello Stato, evidenziando il suo ruolo cruciale, con l’incremento della sua partecipazione ad oltre il 15% del capitale – che ha prodotto un immediato aumento del valore delle azioni Lufthansa dell’1,3% – e auspicando soluzioni alternative private.

Mentre la compagnia tedesca è in cerca di infiltrazioni monetarie, il resto della partita si gioca tutta sul fronte occupazionale: si potrebbero arrivare a tagliare fino a 26.000 posti di lavoro su scala mondiale, il 19% del totale, per far fronte alla crisi provocata dal coronavirus. Già nel periodo pre-Covid19 si era parlato di circa 10.000 esuberi da gestire.

Anche in Russia la compagnia Aeroflot, di proprietà statale per il 51,2%, è stata colpita fortemente dalla pandemia, con la chiusura dei confini circostanti dalla fine di marzo: già nel primo trimestre 2020 – parzialmente impattato dalla crisi – il traffico aereo russo si era ridotto del 12,3%, sulla base dei dati di Aeroflot pubblicati ad aprile.

La Russia ha redatto un piano di supporto finanziario per Aeroflot – la più grande compagnia aerea del paese – in cui il governo centrale e la banca statale VTB sosterrebbero una nuova emissione azionaria: secondo le indiscrezioni anche il fondo di investimento diretto russo (RDIF) parteciperebbe all’operazione con un’iniezione da 80 miliardi di rubli ($ 1,15 miliardi). Lo stato dovrebbe acquistarne nell’immediato circa il 60%, per un valore di 50 miliardi di rubli.

Sul fronte bancario, a Londra si sta scaraventando un’ondata di tagli occupazionali per circa 35.000 posti: HSBC – il più grande istituto di credito europeo e uno dei più grandi gruppi bancari al mondo – è in procinto di riprendere la ristrutturazione che prevedeva, nel periodo pre-Covid19, un taglio dei costi di 4,5 miliardi di dollari. La maggior parte della riduzione del personale riguarderebbe il back office del Global Banking and Markets (GBM), che gestisce gli investimenti bancari e commerciali di HSBC. “Non potevamo mettere in pausa le perdite di posti di lavoro a tempo indeterminato”, ha dichiarato l’amministratore delegato Noel Quinn in riferimento alla sospensione del piano ad inizio pandemia, aggiungendo che le misure annunciate a inizio febbraio si ritengono “ancora più necessarie oggi”.

In Italia gli occhi sono puntati sull’automotive: con un maxi piano di garanzia statale attraverso il Tesoro italiano, con un prestito da 6,3 miliardi di euro a sostegno dell’unità interna di Fiat Chrysler (FCA). Il prestito verrà finanziato dalla più grande banca commerciale italiana Intesa San Paolo e garantito dall’agenzia di credito all’esportazione SACE.

Le polemiche – di non poco conto – si giocano sul piano politico: FCA infatti, che ha sede legale nei Paesi Bassi, dovrà versare ai suoi azionisti – secondo le ultime delibere – un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro nell’ambito di una prevista fusione con la casa automobilistica francese PSA. Ad ora, il prestito sostenuto dallo stato non dovrebbe legalmente ostacolare FCA dal distribuire dividendi straordinari, in primis in quanto questi non verrebbero erogati prima del 2021 e inoltre perché l’operazione verrebbe effettuata dalla società madre Fiat Chrysler Automobiles NV nei Paesi Bassi.

Le partite economico-finanziarie sono tutte aperte all’interno dell’Ue: in questi giorni il dibattito si sta spostando sui potenziali squilibri che si potrebbero generare tra i diversi Paesi europei. La differente capacità di offrire aiuti di Stato – e conseguenti salvataggi ad imprese in difficoltà – potrebbero essere correlati ad alcuni fondamentali e al livello di debito pubblico dei singoli stati.

Infatti, oggi gli ambasciatori degli Stati membri hanno avallato nuove norme destinate ad accelerare il completamento della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) snellendo le procedure di rilascio delle autorizzazioni. La proposta “smart TEN-T” chiarisce inoltre le procedure che i promotori del progetto sono tenuti a seguire in materia di rilascio delle autorizzazioni e appalti pubblici nell’ambito di progetti transfrontalieri. Sulle nuove norme la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo avevano raggiunto un accordo provvisorio l’8 giugno.

I colegislatori hanno convenuto che il testo avrà forma giuridica di direttiva (anziché di regolamento, come proposto dalla Commissione). In questo modo gli Stati membri avranno la flessibilità necessaria per sfruttare le rispettive procedure in vigore per il rilascio delle autorizzazioni.

La direttiva riguarderà progetti che rientrano nelle sezioni della rete centrale TEN-T individuate in via preliminare. Riguarderà anche altri progetti relativi ai corridoi della rete centrale, con un costo totale superiore ai 300 milioni di EUR. I progetti riguardanti esclusivamente la telematica e altre nuove tecnologie saranno esclusi dall’ambito di applicazione in quanto la loro realizzazione non è limitata alla sola rete centrale TEN-T. Tuttavia gli Stati membri possono applicare la direttiva anche ad altri progetti della rete centrale e globale TEN-T per consentire un più ampio approccio armonizzato ai progetti nel settore delle infrastrutture di trasporto.

I progetti contemplati nella direttiva saranno trattati in via prioritaria dalle autorità degli Stati membri.

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Daniele Sireus
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