K metro 0 – Beirut – Centinaia di persone hanno protestato in Libano per il terzo giorno consecutivo, per la crisi economica che è peggiorata ulteriormente durante la pandemia del coronavirus. L’indice di disoccupazione nel Paese è salito al 35 percento. Le immagini di Beirut mostrano i manifestanti accanto a pneumatici in fiamme, bloccando la
K metro 0 – Beirut – Centinaia di persone hanno protestato in Libano per il terzo giorno consecutivo, per la crisi economica che è peggiorata ulteriormente durante la pandemia del coronavirus. L’indice di disoccupazione nel Paese è salito al 35 percento.
Le immagini di Beirut mostrano i manifestanti accanto a pneumatici in fiamme, bloccando la strada vicino al palazzo del governo. I dimostranti nella capitale e nella città settentrionale di Tripoli hanno lanciato pietre e fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine che ha usato lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere la gente. Le persone sono scese in piazza anche nelle città di Sidone e Kfar Rumman, nel sud, sempre per denunciare la crisi economica.
Dal canto suo il premier Hassan Diab ha condannato la violenza e ha invitato i funzionari a valutare i danni nel centro di Beirut. “Lo stato e il popolo sono sottoposti a ricatto”, ha detto, promettendo di sconfiggere la corruzione nel paese. Mentre l’ex premier Saad Hariri ha girato tutta l’area del centro storico a piedi, condannando gli atti di vandalismo. Il ministro degli interni Mohammed Fahmi ha affermato che le forze di sicurezza avrebbero trovato i responsabili di danni alla proprietà nella capitale, mentre al nord del Paese precisamente a Tripoli i manifestanti hanno danneggiato l’esterno di diversi istituti bancari, lanciando bottiglie di benzina contro i soldati che hanno risposto con gas lacrimogeni. Secondo i dati rilasciati dalla Croce Rossa e dai servizi medici locali, gli scontri hanno causato oltre 120 feriti. Le proteste violente durante la notte hanno suscitato la condanna da parte dell’élite politica del Paese.
Intanto la “Lira libanese” è scesa ai minimi storici. Ha perso il 70 per cento del suo valore da ottobre. Le banche libanesi hanno cominciato a limitare il prelievo di dollari a settembre scorso. Nel Paese dal 1997 il tasso di cambio ufficiale e principale con la banconota verde è stato mantenuto in un intervallo quasi fisso tra 1.507,5 e 1.515.
L’esecutivo ha quindi deciso di iniettare dollari nei mercati valutari e di abbassarne il valore nel tasso di cambio. “Il dollaro scenderà al di sotto di 4 mila lire libanesi e a 3.200 a partire da lunedì, ha assicurato il presidente del Parlamento, Nabih Berri. Nelle ultime ore al mercato nero il tasso di cambio è volato a oltre 5 mila lire libanesi per un dollaro. Il declino della moneta nazionale è sembrato arrestarsi venerdì dopo che il governo ha annunciato che la banca centrale avrebbe iniziato a iniettare più dollari Usa nel mercato nel tentativo di fermare la caduta libera della lira.
Tutto accade mentre il governo prosegue i colloqui con il Fondo monetario internazionale (Fmi) con la speranza di garantire miliardi di dollari in finanziamenti per aiutare a riportare l’economia del paese sulla buona strada.
Tuttavia, si prevede che il piano di salvataggio comporterà dolorose riforme economiche in un Paese costruito su un sistema politico settario controllato da partiti accusati di corruzione. Il Libano, uno dei paesi più indebitati al mondo, con un debito superiore al 170% del PIL. Il 7 marzo 2020, il Libano ha dichiarato per la prima volta la sospensione dei pagamenti sul debito estero, dichiarando di non essere in grado di soddisfare una scadenza in Eurobond di 1,2 miliardi di dollari.