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Paestum, Agropoli e Castellabate insieme per il rilancio del turismo

Paestum, Agropoli e Castellabate insieme per il rilancio del turismo

K metro 0 – Salerno – Agropoli, Capaccio Paestum e Castellabate, tre splendide località turistiche in provincia di Salerno, hanno unito le loro forze per lavorare in accordo e sinergia al fine di favorire la crescita, la rivalutazione e la valorizzazione di uno dei settori di cui il nostro Paese da sempre va fiero, quello turistico.

K metro 0 Salerno – Agropoli, Capaccio Paestum e Castellabate, tre splendide località turistiche in provincia di Salerno, hanno unito le loro forze per lavorare in accordo e sinergia al fine di favorire la crescita, la rivalutazione e la valorizzazione di uno dei settori di cui il nostro Paese da sempre va fiero, quello turistico.

L’accordo sottoscritto dai tre Sindaci prevede l’attivazione di partenariati internazionali e progetti di cooperazione interregionale per la creazione di reti nel comparto del turismo, della promozione e dell’accoglienza nel bacino del Mediterraneo. Ma anche eventi, manifestazioni e la mobilità, utilizzando i porti di San Marco di Castellabate ed Agropoli, nonché grandi opere per veicolare i flussi turistici, come la creazione di una stazione ferroviaria dell’alta velocità da realizzare in un’area  di venti ettari, situata tra i Comuni di Agropoli e Capaccio.

Questo però è il momento che abbiamo fortemente atteso, quello di spegnere gli smartphone e i pc, che tanto ci hanno aiutato nei mesi del lockdown, permettendoci di essere aggiornati in tempo reale su quello che accadeva intorno a noi, e che ci hanno dato anche l’occasione per ammirare virtualmente i nostri patrimoni culturali. Ora è tempo di tornare a viaggiare, andare a vedere dal vivo le meraviglie dell’arte, della storia e della cultura del nostro Paese. Il lockdown, costringendoci in casa, ha permesso a tanti utenti di scoprire grazie ai social e al web, le bellezze della Penisola, facendo raggiungere ad esempio al Parco Archeologico di Paestum i centomila followers, un traguardo grandioso che vantano solo altri 4 Musei e Parchi italiani.

Capaccio Paestum è situata nella Piana del Sele, nel Golfo di Salerno, a nord del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.  Nota anche come Pesto, è un’antica città della Magna Grecia, dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi prendere, sotto i romani, il nome di Paestum. All’ombra dei templi di Paestum, è collocata una delle più importanti collezioni archeologiche d’Italia: il Museo Archeologico Nazionale di Paestum. E’ situato all’interno della cinta muraria dell’antica città, in un’area, ai margini dell’ex strada statale 18, oggi completamente pedonale.

Paestum è stata molto probabilmente una delle più grandi città greche sulla costa del Mar Tirreno in Magna Grecia, mentre al di fuori dei templi di Paestum, possiamo trovare i resti della città vecchia nella frazione moderna del comune di Capaccio. Paestum è sede di tre superbi templi dorici, che si pensa essere dedicati alla città omonima Poseidone (nota ai romani come Nettuno), Hera e Cerere: i templi di Nettuno e di Hera si trovano uno accanto all’altro nella parte meridionale del sito, mentre il più piccolo, il tempio di Cerere è all’estremità settentrionale.

Il Tempio di Era è il più antico dei tre templi, costruito circa intorno al 550 aC., a volte è denominato la Basilica, sulla base di un errore di archeologi precedenti che pensarono che fosse un edificio pubblico romano.

Il Tempio di Nettuno considerato come l’esempio più perfetto dell’architettura dorica templare in Italia e in Grecia. L’attribuzione a Nettuno si deve ai dotti del ‘700 che ritennero l’edificio costruito in onore del dio Poseidon-Nettuno che dà nome alla città.

Il Tempio di Cerere o Atena costruito circa cinquant’anni prima del Tempio di Nettuno e 50 anni dopo quello di Hera, ha delle particolarità che lo distingue dagli altri due templi e lo rendono uno dei più interessanti dell’architettura greca.

Tra i ritrovamenti più spettacolari esposti nel Museo spiccano le metope, ossia lastre scolpite che decoravano un grande tempio, provenienti dall’Heraion di foce Sele, e la tomba cosiddetta “del Tuffatore”, una tomba dipinta del V sec. a.C. e le lastre dipinte delle tombe di IV e III sec. a.C.

Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum è composto di tre sezioni: al piano terra “Da Poseidonia a Paestum. Dalla fondazione della città greca al tramonto dell’egemonia lucana”.

Nella Galleria superiore “Prima di Poseidonia. Il territorio a sud del Sele in età preistorica e protostorica”.

Paestum romana.

“…. E’ l’essenza dell’archeologia e come antropologia storica, e di Paestum in particolare. Quando, nel ‘700, i primi viaggiatori visitavano il sito di Paestum, non sapevano cosa pensare dei templi dorici, del loro stile severo e arcaico. Ma proprio l’alterità di questi edifici, e della comunità che li realizzò, sono alla base del fascino che il sito magno-greco ha esercitato sin d’allora. Lo stupore sperimentato dai viaggiatori settecenteschi davanti alle testimonianze del mondo classico era destinato a ripetersi fino al presente: il fregio scolpito del primo tempio di Hera sul fiume Sele, la Tomba del Tuffatore, i vasi bronzei dal Heroon… opere oggi esposte nel museo che interrogano e irritano l’osservatore, parlando di un mondo tramontato, “totalmente estraneo” al nostro sguardo”, come scrisse Johann Wolfgang Goethe.

Un mondo, però, che riserva anche un messaggio rivolto al futuro: la varietà delle forme della vita, dell’arte, della politica, del pensiero, dell’amore che troviamo nella storia, dimostra: un altro mondo è possibile.

“Non è solo un accordo ma una svolta storica – ha dichiarato il sindaco di Capaccio Franco Alfieri – prima c’erano rivalità che andavano eliminate perché questo è un territorio senza eguali e fin ora non si è stati capaci di farlo uscire dalla miseria”.

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