fbpx

Il diritto alla salute, elemento fondante della Costituzione italiana

Il diritto alla salute, elemento fondante della Costituzione italiana

K metro 0 – Roma – La recente pandemia del Coronavirus ha drammaticamente dimostrato a livello mondiale l’importanza di investire sui sistemi sanitari dei vari Paesi. In Italia l’attenzione alla salute non è un fatto puramente emergenziale, ma strutturale, come dimostra anche la speciale premura riservata alle malattie rare, a segno che si è venuta

K metro 0 – Roma – La recente pandemia del Coronavirus ha drammaticamente dimostrato a livello mondiale l’importanza di investire sui sistemi sanitari dei vari Paesi.

In Italia l’attenzione alla salute non è un fatto puramente emergenziale, ma strutturale, come dimostra anche la speciale premura riservata alle malattie rare, a segno che si è venuta a formare una sensibilità sempre più ampia e condivisa nell’opinione pubblica, nel mondo delle Istituzioni pubbliche e private, in quello dello spettacolo, nel volontariato, il che costituisce uno stimolo sempre più intenso per il progresso della ricerca necessaria a studiarle e ad approntare le terapie necessarie.

La scarsa frequenza di un determinato male, come ad esempio la SLA, non è certo il parametro della sua gravità: è vero anzi il contrario, dato che innanzi ad una patologia “orfana”, non c’è solo il problema della rarità e del costo dei medicinali necessari per curarla, ma anche quello della capacità dei medici di individuarla e di riconoscerne i sintomi, prima che sia troppo tardi per un qualsivoglia approccio terapeutico.

Da un punto di vista psicologico, la rete solidaristica che si è determinata per aiutare i portatori delle patologie in parola, costituisce già di per sé un potente farmaco per gli ammalati, nel momento stesso in cui percepiscono di essere oggetto di quello straordinario balsamo che è l’Amore solidale, alla base delle grandi religioni in genere e di quella cattolica in specie.

Attraverso Internet, coloro che si trovano a dover condividere la medesima sofferenza, traggono più o meno inavvertitamente una maggiore forza d’animo nell’affrontarla, uniti nella narrazione della reciproca del proprio vissuto personale, nello scambio delle informazioni circa le strutture, gli specialisti e le terapie di “nicchia”, che sono altrettanti fari di speranza nell’oceano del dolore.

Fiore all’occhiello dell’Italia è il “pianeta Sanità”, di cui dobbiamo andar fieri essendo stato riconosciuto come il migliore nel mondo, insieme a quello di Cuba, in termini di professionalità e di accoglienza. Ciò va evidenziato, nel momento in cui l’Italia si è trovata- insieme alla Grecia – in una condizione di sostanziale solitudine da parte del resto d’Europa, nel dover far fronte, con mezzi economici sempre più esigui, ad una crescente domanda di assistenza e di soccorso da parte di un’umanità disperata che ci guarda come all’ultima spiaggia nello approdo da ogni mare di dolore.

La sopraggiunta inadeguatezza delle nostre strutture ospedaliere e dei campi di accoglienza, non è frutto di inadempienze degli addetti, ma dell’inidoneità dei mezzi a disposizione nel dover sostenere i costi di terapie, di vitto e di alloggio che dovrebbero viceversa essere condivisi dall’Europa tutta. Oggi molti medici e paramedici lavorano gratuitamente, per non lasciare senza assistenza, pazienti destinati altrimenti a morire. Ma non si può consentire al solo volontariato di farsi carico di quella solidarietà che oltre ad essere un principio della nostra Costituzione, è un carattere identitario dell’Europa medesima.

La legge modificativa dell’articolo 81 della Costituzione, che sancì il pareggio di bilancio con nuova e più stringente tassatività rispetto alla precedente formulazione, ha posto nuovi problemi di ordine costituzionale, etico, politico ed economico, proprio in relazione a quella connotazione socialmente orientata, che ha costituito la novità costitutiva dello Stato repubblicano, rispetto al precedente regime statutario.

A differenza di altri modelli europei, la Costituzione italiana è basata infatti su di una serie di principi ispiratori, come i diritti fondamentali della persona umana – tra cui quelli al lavoro, alla salute, all’istruzione ecc. – che detta Carta non ha creato, ma dei quali si è resa funzionalmente «ricognitiva» in quanto ad essa intrinsecamente preesistenti, e quindi immodificabili da qualsivoglia riforma della Costituzione medesima. Quest’ultima, va ribadito, nella loro tutela trova la sua intrinseca ragione di esistere ed il limite invalicabile, nello stesso tempo, per ogni eventuale modifica.

Ne consegue che neanche le regole comunitarie, peraltro assai sensibili alle istanze dei mercati finanziari, possono stravolgere le basi del nostro ordinamento. Il contenersi sempre e comunque nei confini del pareggio di bilancio, sembra inconciliabile, ad esempio, con la tutela del diritto primario alla salute nel caso che, per conseguire tal fine, dovesse superarsi il limite in parola.

Alla stregua di un attento esame della normativa vigente e degli orientamenti espressi dalla giurisprudenza italiana ed europea, appare certo il rifiuto di una subordinazione dei diritti fondamentali al mero criterio economico, che troppo spesso è stato considerato come la preponderante regola di riferimento negli ultimi anni.

La solidarietà, a sua volta, quale dovere «appartenente all’ordine naturale delle cose» recepito sia nella nostra Costituzione sia nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, non può essere recessiva innanzi ai vincoli economici comunitari, a pena della perdita della dignità stessa dell’Uomo, con una «crescita delle diseguaglianze» che incide anche sulla sua libertà.

Oggi il Coronavirus è la cartina di tornasole dell’Europa: sintesi di valori morali nello spirito dei Padri fondatori, o schiava del mos mercatorum, e quindi destinata a dissolversi come la neve al sole?

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: