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Merkel-Macron, frontiere: accelerare riapertura di Schengen

Merkel-Macron, frontiere: accelerare riapertura di Schengen

K metro 0 – Berlino – La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron avrebbero discusso, nel corso di una telefonata lunedì sera, di un allentamento delle misure al confine franco-tedesco. Lo ha reso noto il caporedattore Michael Bröcker di Media Pioneer nella sua newsletter Hauptstadt Briefings, ripresa da Dpa e da

K metro 0 – Berlino – La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron avrebbero discusso, nel corso di una telefonata lunedì sera, di un allentamento delle misure al confine franco-tedesco. Lo ha reso noto il caporedattore Michael Bröcker di Media Pioneer nella sua newsletter Hauptstadt Briefings, ripresa da Dpa e da Spiegel.

Il portavoce della Merkel, Steffen Seibert ha confermato la telefonata tra la cancelliera e il presidente francese, specificando che i due leader hanno parlato dei “compiti europei al momento”. La chiusura dei confini della Germania è stata prorogata fino al 15 maggio ma è attesa a giorni una nuova decisione del ministero degli Interni tedesco. Con l’avvicinarsi dell’estate però, cresce la pressione dei paesi che vogliono salvare un minimo di stagione turistica estiva, permettendo ai turisti europei di viaggiare.

Comunque, improbabile che la Francia riapra i suoi confini prima di metà giugno, nonostante il governo sostenga l’accordo Schengen. Anche la Merkel ha avvertito che i confini tedeschi difficilmente riapriranno presto, ma ha detto che la questione sarà discussa questa settimana dal suo gabinetto. Intanto Austria, Croazia e Repubblica Ceca, si dicono pronti ad accordi bilaterali o a iniziative, anche se suscitano perplessità come il ‘passaporto sanitario’ – la Commissione europea lima gli ultimi dettagli per presentare mercoledì le sue linee guida comuni per il turismo, i trasporti e la connettività.

La volontà di Bruxelles è consentire a tutti di beneficiare di una stagione turistica sicura e senza discriminazioni di nazionalità o azioni unilaterali. Anche perché in gioco non c’è solamente la tranquillità dei cittadini, ma soprattutto la salvezza del mercato unico e di un settore, quello turistico, che vale il 10% del Pil Ue, cioè circa 1.400 miliardi di euro. Fermo restando che a sancire la possibilità di viaggiare, sarà comunque l’andamento della curva dei contagi, “i mesi a venire non dovrebbero essere persi per il vivace ecosistema turistico europeo”, ammonisce la Commissione Ue, che mette in guardia i governi: la prima cosa da fare sarà riaprire Schengen.

“Le restrizioni ai viaggi dovrebbero essere revocate in modo graduale e coordinato”, evitando la creazione di corridoi turistici ‘esclusivi’ tra alcuni Stati membri. Un’iniziativa che potrebbe discriminare l’Italia, più ferita degli altri dalla pandemia, e che lo stesso ministro Dario Franceschini ha cercato di scongiurare, concordando con il suo omologo tedesco Thomas Bareiss sulla necessità di soluzioni europee. Si legge nella nota del ministero: “è stata manifestata piena coincidenza di vedute sulla priorità da accordare all’adozione di regole sanitarie e di sicurezza comuni a livello europeo per consentire spostamenti turistici all’interno dell’Unione, garantendo protocolli armonizzati sia per quanto riguarda i trasporti sia in riferimento agli standard che dovranno essere applicati nelle strutture ricettive delle diverse mete turistiche. Tutto ciò a tutela non solo dei viaggiatori e della popolazione residente, ma anche degli operatori del settore”. Al riguardo, il Ministro Franceschini ha ricordato che “un gruppo di Paesi europei – tra cui Italia, Francia, Spagna e Grecia – ha promosso in tal senso una iniziativa a livello UE in vista delle misure che dovrebbero essere approvate a Bruxelles questa settimana, auspicando il sostegno della Germania.” Franceschini ha inoltre invitato il governo federale tedesco a dare il pieno sostegno all’ipotesi di destinare al settore una parte rilevante del “Recovery Fund” che dovrebbe essere adottato nell’ambito del pacchetto di misure per il rilancio dell’economia europea.

Thomas Bareiss, nel confermare che la Germania ha ricevuto proposte per la creazione di corridoi turistici da alcuni Paesi europei, ha comunque escluso che Berlino possa concludere intese bilaterali di tale natura, concordando con il Ministro Franceschini sulla necessità di comuni soluzioni europee. Nell’area Schengen, che comprende 26 paesi dell’UE, e dove le frontiere sono normalmente accessibili, almeno 17 paesi hanno messo in atto misure di controlli per contenere il virus.

Dal 15 maggio riaprono i Paesi Baltici: Lituania, Lettonia ed Estonia, hanno deciso di eliminare le restrizioni di viaggio tra loro. Sarà quindi possibile viaggiare liberamente tra i tre Stati. Il Presidente lettone Egils Levits ha affermato che in un futuro potrebbero invitare la Polonia e la Finlandia a unirsi a loro. La sua idea è che si potrebbe ripristinare una specie di “normalità” in Europa. “Forse saremo in grado di creare un’area più ampia dell’Europa nord-orientale, tra cui Polonia, Lituania, Estonia e Finlandia”, ha dichiarato Levits.

Le frontiere svizzere con Germania, Francia e Austria potrebbero presto essere riaperte: lo ha indicato il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). La consigliera federale Karin Keller-Sutter ha avuto vari contatti con i ministri dei tre Paesi confinanti, ha indicato a Keystone-ATS un portavoce del DFGP. Il tutto dovrebbe ad ogni modo accadere il prima possibile, probabilmente nel giro di “alcune settimane”. Una data possibile secondo media tedeschi come Bild online – ma non confermata da fonti ufficiali – potrebbe essere quella del 15 giugno.

Un compito a cui la Commissione europea sta lavorando mettendo a punto diverse raccomandazioni. “Ora dobbiamo tornare al futuro, alla normalità. E dobbiamo farlo non appena la situazione sanitaria lo consentirà “, ha detto la Commissaria europea Johansson, riferendosi alle chiusure delle frontiere Ue, negli ultimi due mesi a causa della pandemia.

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Patrizia Grandi
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