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Covid-19. Stati Uniti. Crisi occupazionale a livelli record

Covid-19. Stati Uniti. Crisi occupazionale a livelli record

K metro 0 – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha stimato che ci saranno 95 mila morti Covid-19 negli Stati Uniti, una proiezione inferiore rispetto a quanto precedentemente detto dalla task force sul coronavirus della Casa Bianca. Lo riferisce Fox Business News. Ieri, la portavoce del Vicepresidente Usa Mike Pence ha contratto

K metro 0 – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha stimato che ci saranno 95 mila morti Covid-19 negli Stati Uniti, una proiezione inferiore rispetto a quanto precedentemente detto dalla task force sul coronavirus della Casa Bianca. Lo riferisce Fox Business News.

Ieri, la portavoce del Vicepresidente Usa Mike Pence ha contratto il Covid-19. La notizia è arrivata mentre Pence era in partenza per lo Stato dell’Iowa, per concordare con le autorità locali le modalità di riapertura dei luoghi di culto. Secondo la stampa, il volo è decollato con un’ora di ritardo, per consentire ai diversi esponenti dello staff del Vicepresidente di lasciare l’aereo, probabilmente per mettersi in auto-isolamento. Il Presidente Trump, comunque, ha precisato che la donna non ha avuto contatti con lui, ma che ha trascorso del tempo con il suo vice. Anche l‘assistente personale di Ivanka Trump è risultata positiva al Coronavirus. A rivelarlo è la Cnn, citando una fonte bene informata. L’assistente non è stata a contatto con la figlia del presidente da settimane, ha precisato l’emittente: per circa due mesi ha lavorato da casa ed è stata sottoposta a test per precauzione, non avendo denunciato alcun sintomo della malattia. Ivanka Trump e il marito Jared Kuchner sono risultati negativi al test ieri, rende noto la Cnn citando la stessa fonte.

Nel frattempo, venerdì è stato pubblicato il rapporto mensile del Dipartimento del Lavoro americano, che segna un ulteriore indice negativo nel mese di aprile. Il report infatti parla di una perdita di posti di lavoro pari a 20.5 milioni, col tasso di disoccupazione che è salito al 14.7%, un dato comparabile ai tempi della Grande Depressione, a detta di esperti del settore, quando nel 1933 toccò il 25%. Il Dipartimento stima che il tasso di disoccupazione di aprile potrebbe essere stato anche vicino al 20%, considerando l’incremento costante delle domande di disoccupazione e alcune difficoltà di classificazione dei lavoratori. Intanto si apprende che tutti i principali settori del Paese hanno subito perdite, particolarmente si segnala che l’assistenza sanitaria ha registrato perdite superiori al milione di posti di lavoro. Secondo ricerche condotte questa settimana, da economisti dello ADP Research Insitute, dell’Università di Chicago, riporta il NY Times, i lavoratori a basso salario hanno subito una quota sproporzionata di perdite di posti di lavoro; Ahu Yildirmaz, autore dello studio ed economista presso l’ADP, ha dichiarato: “Le recessioni tendono sempre a influenzare l’occupazione a basso salario o poco qualificata, ma la differenza dell’entità tra lavoratori a basso e alto salario, è notevole”. Particolarmente tra i neri americani, il tasso di disoccupazione è aumentato al 16,7%, il più alto dal 2010, mentre tra gli ispanici, è salito a un record del 18,9%, anche tra i lavoratori bianchi, è salito ma a un livello inferiore – ma rimane record – del 14,2%, riporta la BBC. Nel complesso tra i lavoratori a basso salario risultano anche molte donne e membri di minoranze etniche. Il taglio generalizzato dei posti di lavoro potrebbe rallentare la ripresa. Tuttavia, epidemiologi ed economisti, avvertono che una ripresa troppo rapida potrebbe creare una seconda ondata dell’epidemia, con danni in termini di salute ed economia. La percentuale della popolazione al lavoro, il 51.3% è la più bassa mai registrata; prima dell’emergenza i lavoratori part-time erano circa quattro milioni, ora sono saliti a undici milioni, riportano i media americani.

Michelle Meyer, Responsabile dell’economia statunitense presso la Bank of America, ha definito la crisi in atto: “È letteralmente fuori classifica” e “Ciò che normalmente richiederebbe mesi o trimestri per finire in una recessione è accaduto in poche settimane”, resta da vedere, a crisi superata, quanti posti di lavoro saranno recuperati. Il dato positivo del rapporto di venerdì è che l’80% dei lavoratori ha dichiarato di essere in congedo temporaneo e di confidare di poter tornare al lavoro ma, secondo Diane Swonk, capo economista di Grant Thornton, molti posti di lavoro non potranno essere recuperati, e ha affermato: “Questa sarà una dura realtà”, “Questi congedi sono permanenti, non temporanei.”

In una intervista a Fox News di venerdì mattina, il Presidente Trump ha dichiarato: “Quei posti di lavoro torneranno tutti e torneranno molto presto”, e “l’anno prossimo avremo un anno fenomenale”.

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Nizar Ramadan
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