K metro 0 – Riga – Il Ministero dell’Economia lettone registra un calo, in tutti i settori del turismo, di quasi il 100% nei mesi di marzo e aprile di quest’anno, riporta l’agenzia Baltic News. Le perdite ammontano a circa 110 milioni di euro per il solo settore industriale, mentre per il settore del turismo,
K metro 0 – Riga – Il Ministero dell’Economia lettone registra un calo, in tutti i settori del turismo, di quasi il 100% nei mesi di marzo e aprile di quest’anno, riporta l’agenzia Baltic News.
Le perdite ammontano a circa 110 milioni di euro per il solo settore industriale, mentre per il settore del turismo, che comprende 935 realtà tra operatori e agenti di viaggio, le perdite ammonterebbero a 33 milioni, per un settore da 2.688 dipendenti che, nel 2018, aveva prodotto un fatturato superiore a 398 milioni di euro. Secondo il ministero: “Gli operatori turistici hanno una carenza di fondi, perché i pagamenti anticipati ricevuti dai clienti sono stati utilizzati per pagare i servizi pianificati all’estero: hotel, prenotazioni di biglietti aerei, ecc.” e che, dopo il blocco dei voli internazionali del 17 marzo a seguito della pandemia, sei operatori hanno dovuto rimpatriare a loro carico 2.670 viaggiatori, accollandosi spese per poco più di 700,000 euro e che “Questi costi sono emersi a causa dello stato di emergenza. Gli operatori turistici non sono da biasimare. Queste operazioni sono state completate prima dell’organizzazione dei voli di rimpatrio di stato “. Il ministro dell’economia, Jānis Vitenbergs afferma che, nel caso non si trovi il modo di rimborsare questi costi, il settore turistico potrebbe finire in insolvenza, con un alto rischio di un’ondata di fallimenti. Intanto il ministro si è attivato in tal senso. “Il ministero inviterà il governo a stornare poco più di 700.000 euro dal budget per le emergenze per coprire i costi dell’organizzazione di voli charter gratuiti e l’acquisto di biglietti per i voli di rimpatrio. Allo stesso tempo, inviteremo il governo a sostenere l’introduzione di un sistema di voucher obbligatorio in modo che gli operatori turistici possano emettere voucher validi per 18 mesi anziché rimborsi, promettendo di rimborsare i soldi dopo la fine del voucher, se non viene utilizzato”, ha dichiarato il ministro.
La direttiva nel settore dei di servizi impone ai tour operators il rimborso dei viaggi cancellati entro 14 giorni, quindi, per proteggere il settore dal rischio insolvenza: “I buoni devono essere assicurati contro l’insolvenza degli operatori turistici. Se i consumatori non utilizzano il buono, ottengono un rimborso completo una volta scaduto il termine del buono. In una situazione di grande ondata di fallimenti nel settore, l’attuale sistema di garanzia potrebbe crollare, creando un’influenza fiscale negativa nel bilancio dello stato di oltre 18,7 milioni di euro”. Tra le proposte presentate al Ministero delle Finanze, c’è anche l’adozione di una aliquota IVA ridotta al 5% per i luoghi di ristorazione e di accoglienza turistica, insieme a misure di sostegno per il turismo interno e l’adozione di un sistema di buoni bilanciato.
Iniziative analoghe sono in fase di studio in diversi paesi europei. Per proteggere gli operatori del settore dall’insolvenza, numerosi paesi europei hanno adottato un sistema di voucher obbligatorio. Lituania ed Estonia, d’altra parte, hanno scelto un sistema di buoni a scelta.