K metro 0 – Bologna – Quest’anno il mese di Ramadan, il nono del calendario lunare islamico, cade dal 23 aprile al tramonto al 23 maggio, in piena pandemia mondiale da Corona virus. Si tratta, per i musulmani di tutto il mondo, del mese dedicato al precetto coranico del digiuno, e che costituisce il quarto
K metro 0 – Bologna – Quest’anno il mese di Ramadan, il nono del calendario lunare islamico, cade dal 23 aprile al tramonto al 23 maggio, in piena pandemia mondiale da Corona virus.
Si tratta, per i musulmani di tutto il mondo, del mese dedicato al precetto coranico del digiuno, e che costituisce il quarto pilastro dell’Islam, obbligatorio per tutti i fedeli adulti e in salute. Questo periodo di grande importanza spirituale è caratterizzato non solo dall’astensione da ogni nutrimento dall’alba al tramonto, ma anche da un’intensa attività di preghiera individuale e comunitaria nelle moschee. Si moltiplicano le attività caritatevoli, gli incontri di studio e le relazioni amicali e familiari si intensificano. La stessa rottura del digiuno, con il pasto del tramonto, è svolta preferibilmente in comunità, anche nelle moschee, seguita dalla lunga preghiera serale del Tarawih durante la quale, nell’arco del mese, si legge l’intero Corano.
A causa della pandemia, in Italia come in molti paesi del mondo, a partire da Europa, Nord Africa e Vicino Oriente, tutti i luoghi di culto sono chiusi e le preghiere si stanno svolgendo nelle case private. Ciò ha cambiato profondamente la fisionomia di questo mese così importante per i fedeli musulmani, che in Europa sono circa il 5% della popolazione. Un po’ meno in Italia (il 4,3) corrispondente a circa 2,6 milioni, di cui almeno un milione sono italiani, naturalizzati ed autoctoni. L’Islam è la seconda religione praticata in Italia dopo il cattolicesimo, e numerosi sono i luoghi di culto: piccole sale di preghiera, grandi centri culturali, alcune grandi moschee costruite dopo la storica moschea di Roma.
Internet aiuta in questo periodo a mantenere le relazioni sociali e la tecnologia viene in aiuto anche alla pratica religiosa: consente di trasmettere conferenze, e lo svolgimento le attività educative e spirituali che accompagnano la quotidianità dei fedeli durante il mese del digiuno nei centri culturali islamici. Anche il volontariato delle associazioni islamiche prosegue, garantendo aiuti e solidarietà ad ammalati, indigenti e carcerati, seppure con le difficoltà della quarantena. Si tratta di un cambiamento profondo, che i musulmani condividono con i fedeli delle altre confessioni del paese, e che porterà probabilmente a riflessioni e cambiamenti importanti.
Abbiamo ancora nella memoria le recenti immagini dei culti pasquali senza fedeli celebrati da Papa Francesco, così è stato per la Pasqua Ortodossa e così sarà per la festa dell’Aid, la festa della fine del digiuno il 24 maggio. Anche il Pellegrinaggio, il quinto pilastro dell’Islam, i cui giorni sono quelli immediatamente dopo la chiusura del Ramadan, quest’anno con grande probabilità non avverrà, perché le autorità saudite imporranno severe serrate. Le immagini della Grande moschea di Mecca deserta a causa del divieto di ingresso imposto dalle autorità saudite, hanno fatto il giro del mondo, e non vedremo quest’anno folla internazionale e coloratissima di pellegrini di tutto il mondo che celebrano i riti del Hajj. Come il culto, anche la socialità è ridotta al minimo a causa delle importanti restrizioni imposte dalle autorità a tutela della salute pubblica. Le famiglie si stringeranno nella preghiera recitata in casa, e il pasto del tramonto, consumato in famiglia, renderà questo Ramadan diverso, speciale e memorabile anche per i musulmani d’Italia, che si scambieranno gli auguri dell’Aid via web e telefono. Nel mondo globale, condividiamo difficoltà e risorse, lutti e speranza, e ci ritroviamo più vicini e simili nell’emergenza di quanto solitamente siamo portati a pensare.
di Marisa Iannucci