Misure: al via vertice europeo, Merkel no ai Coronabond

Misure: al via vertice europeo, Merkel no ai Coronabond

K metro 0 – Berlino – Arriva forte e chiaro il messaggio della Cancelleria tedesca Angela Merkel durante l’intervento al Bundestag, prima del Consiglio europeo sulle misure anti crisi da adottare a livello europeo: “la crisi coronavirus è ancora solo all’inizio. Il Paese deve rimanere intelligente e cauto nella gestione della crisi causata dal Covid-19,

K metro 0 – Berlino – Arriva forte e chiaro il messaggio della Cancelleria tedesca Angela Merkel durante l’intervento al Bundestag, prima del Consiglio europeo sulle misure anti crisi da adottare a livello europeo: “la crisi coronavirus è ancora solo all’inizio. Il Paese deve rimanere intelligente e cauto nella gestione della crisi causata dal Covid-19, bisogna convivere con questo virus per molto tempo”. Ha aggiunto inoltre, che non c’è tempo per i Coronabond: “Ogni Paese dovrebbe ottenere l’approvazione del Parlamento e questo sarebbe un processo difficile e che richiederebbe tempo e non aiuterebbe in maniera diretta nella situazione attuale. Ora si tratta di aiutare velocemente e servirsi di strumenti rapidi per alleviare le ricadute della crisi, evidenziando la necessità di apportare contributi decisamente più elevati al bilancio europeo per un periodo limitato”.

Merkel ha affermato inoltre: “L’Europa è una comunità e deve dimostrarlo davanti alla sfida inattesa rappresentata dalla pandemia. L’Europa non è Europa se non c’è solidarietà in un momento di crisi. Vogliamo che tutti gli stati membri dell’Ue si riprendano a livello economico”.

Assieme alla Germania, anche i Paesi Bassi e l’Austria si oppongono a qualsiasi mutualizzazione del debito, sotto forma di cosiddetti coronabond. In base alle attuali norme dell’UE, i paesi non possono essere ritenuti responsabili dei reciproci debiti.

Oggi i leader dell’UE dovrebbero firmare un nuovo fondo di emergenza da 540 miliardi di euro (470 miliardi di euro; 575 miliardi di euro) per proteggere i lavoratori, le imprese e i paesi europei colpiti dall’epidemia di coronavirus.

Il presidente francese Emmanuel Macron si è schierato con l’Italia e la Spagna sulla questione, avvertendo che questa crisi minaccia l’esistenza stessa dell’UE.

In questo clima così accesso nell’Unione europea regna il disordine. Sembra manchi appunto la solidarietà tra i vari Paesi schierati su due fronti per la gestione economica della stessa Europa. Germania, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, sono stati soprannominati i “frugali” verso un Sud sofferente rappresentato da Italia e Spagna.

Sarà il vertice in videoconferenza di queste ore a stabilire quali accordi ci saranno sulla garanzia di un fondo di emergenza e misure comuni per i Paesi dell’Unione.

E’ stato difficile concordare sull’attuazione del fondo, ma alla fine ci sono riusciti grazie anche all’intervento del presidente francese Emmanuel Macron, che ha minacciato la fine dell’UE se non si trovava un accordo. Inoltre, nell’incontro di oggi i leader europei dovrebbero anche approvare misure comuni per la graduale revoca delle restrizioni per il coronavirus. Questo non significa però, coordinare una fine del blocco comune, ma ogni Paese in base ai propri livelli di rischi sanitari e di contagi adotterà singole misure.

La Commissione Ue non ha inoltre chiesto a ogni paese dell’UE di revocare le restrizioni del Covid-19, a meno che:

  • il numero di decessi/infezioni è stato ridotto ed è stabile per un periodo di tempo prolungato;
  • il servizio sanitario nazionale potrebbe far fronte a un aumento di nuove infezioni, se necessario;
  • il paese dell’UE in questione dispone di test sufficienti per identificare e mettere in quarantena i nuovi contagiati più le persone con cui sono state recentemente in contatto, al fine di mantenere al sicuro coloro che non hanno ancora avuto il virus.

Intanto l’Austria ha revocato la rigorosa quarantena per tre stazioni sciistiche in Tirolo che sono considerati i focolai del coronavirus. I tre includono Ischgl, conosciuta come la “Ibiza delle Alpi”, dove si pensa che centinaia di turisti provenienti da tutta Europa si siano infettati. Le località di Sant’Antonio am Arlberg, San Paolo e la valle di Paznaun sono state chiuse dalla metà di marzo. Queste zone saranno ora soggette alle stesse regole di blocco del resto dell’Austria.

All’inizio di questo mese, l’agenzia austriaca per la sanità pubblica ha dichiarato che Ischgl è stata la fonte del più alto numero di casi coronavirus del paese, infettando più di 800 austriaci e fino al doppio delle persone all’estero, in particolare in Germania e nei paesi scandinavi. Il paese austriaco in generale non è stato molto colpito dalla pandemia, ha riportato circa 500 decessi in tutto. Di conseguenza, sta lentamente allentando le restrizioni. I piccoli negozi sono già aperti e sono già pronti i piani per riaprire il resto delle attività commerciali entro l’inizio di maggio, seguiti dai ristoranti per metà mese.

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