K metro 0 – Tokyo – Tra i Paesi membri del G20 la situazione legata alla pandemia da COVID 19 varia molto da nazione a nazione, e ha come comune denominatore le parole “distanza sociale” e “lockdown”, ma anche l’idea e la speranza di veder avvicinare presto la tanto attesa “fase 2”. E se in
K metro 0 – Tokyo – Tra i Paesi membri del G20 la situazione legata alla pandemia da COVID 19 varia molto da nazione a nazione, e ha come comune denominatore le parole “distanza sociale” e “lockdown”, ma anche l’idea e la speranza di veder avvicinare presto la tanto attesa “fase 2”. E se in Europa la situazione è ancora incerta vediamo come stanno vivendo in Giappone questo 2020, che invece doveva essere l’anno dei record, tra Olimpiadi ed exploit del turismo internazionale, mentre in poche settimane la pandemia ha infranto quel sogno.
Il Paese del sol levante sembra aver intrapreso la strada di un lockdown soft, chiudendo gli Internet caffè e le sale giochi, pur lasciando aperti i pub fino alle ore 20,00, che potrebbe ricordare le decisioni prese da alcuni Paesi europei, in primis l”Italia, durante le prime settimane di lockdown, con i bar aperti fino alle ore 18,00. A differenza di molti altri Paesi, in Giappone però non ci sono conseguenze per eventuali violazioni delle disposizioni, grazie a un modello di società basato su una disciplina collettiva.
Il primo ministro nipponico, Shinzo Abe, accusato dall’opposizione di essersi mosso in ritardo, ha finalmente deciso di espandere lo stato di emergenza a livello nazionale ed ha, di recente, sollecitato la cooperazione da parte di tutti i cittadini nella lotta contro la diffusione del virus. Abe ha parlato anche della necessità di tagliare in maniera significativa i rapporti sociali da uomo a uomo dal 70 all’80%, affermando che è la mossa più giusta per evitare di far collassare il sistema sanitario. “La situazione è terribile. Chiedo di nuovo a tutti, per favore, di astenersi dall’andare fuori. Si prega di evitare il più possibile il contatto con le persone. Ciò proteggerà il sistema di assistenza medica e salverà così molte vite… Supereremo questo insieme a tutti voi. “
Proprio alla luce di queste dichiarazioni il primo ministro, allarmato dalla diffusione del virus ha chiesto alle 47 prefetture, di seguire questo modello, con la decisione di ampliare (fino al 6 maggio) le aree coperte dallo stato di emergenza. Il timore è quello di una seconda ondata della pandemia, ed ecco che a guidare le fila degli scontenti è la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike (già nota per le sue posizioni politiche che l’hanno vista opporsi ad Abe (senza successo) nelle ultime primarie interne al partito liberal democratico di governo), che ha invitato la popolazione a chiudersi in casa in uno spontaneo lockdown, per evitare la diffusione del coronavirus nella capitale.
Koike si sta ritagliando un ruolo sempre più attivo, in contrapposizione a un primo ministro accusato di essere lento e inefficace nelle misure di contrasto alla pandemia. La governatrice di Tokyo non è la sola a muovere critiche ad Abe: secondo un sondaggio, riportato dai principali media giapponesi, il 64% della popolazione disapprova la gestione da parte del primo ministro sulla gestione dell’epidemia. Negli ultimi giorni anche altri governatori si sono uniti a lei nel chiedere la chiusura delle imprese, nonostante il governo centrale li esortasse ad attendere ancora.
Intanto Il governo giapponese, dopo essersi consultato con i partiti di coalizione ha annunciato che assegnerà a ciascun cittadino un importo che sarà di 100.000 yen (l’equivalente di 854 euro) come compensazione delle perdite economiche causate dalla pandemia di Covid-19. I 100.000 yen saranno dati a ciascun giapponese, indipendentemente dal reddito o dall’età. Il premier Abe inoltre ha annunciato che non intende tagliare i fondi all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pur concedendo che una serie di riforme dell’ente sono necessarie, ma solo al termine della lotta alla pandemia globale. “Ci sono opinioni che parlano di una Oms non neutrale ma schierata politicamente”, ha affermato Abe nel corso di una conferenza stampa, riferendosi alla posizione del presidente Usa Donald Trump, particolarmente critico nei confronti dell’organizzazione per essere a suo avviso troppo vicina agli interessi della Cina.
In Giappone sono più di 10.000 le persone contagiate e sono oltre 200 i decessi.
Redazione con Diana Tasini