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Coronavirus: Stati Uniti indagano sull’origine del contagio

Coronavirus: Stati Uniti indagano sull’origine del contagio

K metro 0 – Washington – L’origine del virus e del contagio restano un enigma. Nel mondo sono più di due milioni i casi di Covid-19, quasi la metà in Europa, la scienza si concentra sulla ricerca per porre fine alla pandemia. Intanto il dibattito mediatico sulle origini del virus inizia ad uscire dai social network per manifestarsi sui big

K metro 0 – Washington – L’origine del virus e del contagio restano un enigma. Nel mondo sono più di due milioni i casi di Covid-19, quasi la metà in Europa, la scienza si concentra sulla ricerca per porre fine alla pandemia. Intanto il dibattito mediatico sulle origini del virus inizia ad uscire dai social network per manifestarsi sui big media Usa.

Infatti il Washington Post dedica un articolo a tre teorie, riporta l’Adnkronos: “una chiaramente falsa, una possibile ma non supportata da prove certe e una sostanzialmente vera”. Intanto la Cnn rivela che gli Stati Uniti indagano sulla possibilità che il coronavirus sia ‘nato’ in un laboratorio di Wuhan e che si sia diffuso per un incidente, mentre la Cina continua a smentire. Secondo la prima ipotesi l’epidemia è collegata alla ricerca sulle armi biologiche, nella seconda teoria il coronavirus si è diffuso da un laboratorio a causa di un incidente, per la terza teoria “il governo cinese ha ingannato il mondo sul coronavirus”.

L’Intelligence Usa insieme alla Sicurezza Nazionale stanno indagando su una pista circa le origini della pandemia da COVID 19. Infatti, stando a quanto riferito dalla CNN, questo sarebbe quanto emerge da diverse fonti a conoscenza del dossier, che però invitano a non trarre facili conclusioni.

Il “Washington Post” nell’edizione di ieri, aveva riportato la notizia dell’esistenza di due dispacci diplomatici Usa a Pechino, che nel 2018 mettevano in guardia sulle carenze del laboratorio di virologia di Wuhan. Tutto questo ben due anni prima che scoppiasse la pandemia da Covid19, quando, secondo quanto riportato, diplomatici dell’ambasciata americana a Pechino visitarono diverse volte l’istituto di virologia di Wuhan (Wiv) rimanendo talmente preoccupati da trasmettere a Washington due “cable” (dispacci diplomatici, ndr) segnalando le inadeguate condizioni di sicurezza del laboratorio stesso, nel condurre ricerche sui pipistrelli. Sempre il “Washington Post” segnala che, all’interno del governo americano, negli ultimi mesi queste informative hanno alimentato diverse discussioni su come questo o un altro laboratorio, sempre nella città di Wuhan, possano essere la fonte del COVID 19, anche se per ora rimangono solo delle ipotesi messe in campo e non suffragate da una reale dimostrazione. Oltretutto è bene ricordare che gli scienziati propendono ancora per un virus proveniente dagli animali e non da provetta. Questi due “cable”, quindi, avrebbero messo in guardia sulle carenze gestionali e di sicurezza del laboratorio di Wuhan, segnalando la necessità di una maggiore attenzione non solo per l’importanza di questi studi sui coronavirus dei pipistrelli, ma anche sulla loro pericolosità. I diplomatici USA, tra cui erano presenti anche esperti scientifici, informarono che le scoperte del laboratorio cinese: “suggeriscono fortemente che coronavirus tipo Sars dei pipistrelli possono essere trasmessi agli umani e causare malattie come la Sars. Da un punto di vista della salute pubblica, questo rende la costante sorveglianza dei coronavirus tipo Sars nei pipistrelli e gli studi sui contatti animale-umani cruciali per la previsione e la prevenzione di future epidemie di coronavirus”.

Il giornale americano, sostiene inoltre, che è stato riferito che un alto dirigente dell’amministrazione USA  avrebbe detto che i “cable” fornirebbero un ulteriore elemento di prova della possibilità che la pandemia sia frutto di un incidente nel laboratorio di Wuhan, sostenendo che la versione di Pechino, che il virus è emerso dal wet market di Wuhan è debole, citando le parole di alcuni esperti cinesi, secondo cui il primo paziente noto di coronavirus, identificato addirittura il primo dicembre 2019, non avrebbe avuto nessun legame col succitato mercato, dove per di più pare non fossero venduti pipistrelli.

Mentre il mondo combatte ancora per uscire dalla crisi della pandemia e cerca di impostare una fase 2, ci si inizia a domandare da dove tutto è partito, e di chi siano le reali responsabilità. Dagli Stati Uniti arrivano delle notizie che potrebbero aprire nuovi scenari, paventati da qualcuno già da tempo ma, a tutt’oggi da verificare. Staremo a vedere, intanto il mondo è in battaglia.

Redazione – Diana Tasini

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