K metro 0 – Ankara – La scorsa notte il Parlamento turco ha approvato una maxi-amnistia per ridurre i rischi di diffusione del coronavirus nelle carceri sovraffollate. La misura riguarda circa 90.000 detenuti. Il provvedimento porterà alla liberazione o al trasferimento ai domiciliari di quasi un terzo del totale dei prigionieri, ma esclude gli oppositori
K metro 0 – Ankara – La scorsa notte il Parlamento turco ha approvato una maxi-amnistia per ridurre i rischi di diffusione del coronavirus nelle carceri sovraffollate. La misura riguarda circa 90.000 detenuti.
Il provvedimento porterà alla liberazione o al trasferimento ai domiciliari di quasi un terzo del totale dei prigionieri, ma esclude gli oppositori del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il testo, presentato dall’Akp di Erdogan e dai suoi alleati nazionalisti del Mhp, è stato approvato con 291 voti a favore e 51 contrari e prevede sconti di pena per colpevoli di molti reati minori, donne incinte, madri di figli piccoli, anziani e malati cronici. La norma non vale invece per i condannati di terrorismo, droga, violenze su donne e minori, abusi sessuali e omicidio di primo grado.
Al momento, nelle carceri turche risultano ufficialmente 17 detenuti malati di Covid-19, di cui uno in terapia intensiva. Nel Paese si registrano 61. 000 casi di contagio e 1.296 vittime.
Intanto è terminata la quarantena per 20.427 persone che erano state isolate in dormitori studenteschi statali per sospetto contagio da Covid-19, secondo quanto ha annunciato il ministro della gioventù e dello sport Muharrem Kasapoglu. Altre 12.912 persone restano ancora in 84 strutture distribuite in 57 province in attesa di terminare il periodo di quarantena.
È di oggi la notizia di un decreto presidenziale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di Ankara, che stabilisce per tutti i cittadini che si ammaleranno di Covid-19 in Turchia, verranno curati gratuitamente nelle strutture sanitarie statali, anche se non risultano ufficialmente iscritti ai registri della sicurezza sociale. Il provvedimento esclude pagamenti anche per i test diagnostici e i dispositivi di protezione individuale, tra cui le mascherine.
Sul fronte politico, intanto, il capo della delegazione dell’UE in Turchia il 10 aprile, fa sapere che il blocco ha cooperato con la Turchia per combattere l’epidemia del coronavirus.
Christian Berger ha affermato in una trasmissione che la Turchia è uno dei più importanti partner commerciali dell’UE, evidenziando come le attività commerciali dovrebbero continuare indipendentemente dall’epidemia di COVID-19, aggiungendo che non si perderanno posti di lavoro.
Per quanto riguarda il processo di adesione della Turchia all’UE, Berger ha affermato che i negoziati riprenderanno quando i problemi politici saranno risolti, ricordando che gli stessi andrebbero a vantaggio di entrambe le parti in quanto il Paese turco è un partner importante e chiave dell’Unione europea.
La Turchia ha presentato domanda di adesione all’UE nel 1987 e i negoziati sono iniziati nel 2005, per poi bloccarsi nel 2007 a causa delle obiezioni dell’amministrazione greco-cipriota e dell’opposizione della Germania e della Francia.