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Covid-19. Europa: sale il prezzo della farina dopo il lockdown

Covid-19. Europa: sale il prezzo della farina dopo il lockdown

K metro 0 – Londra – Il Coronavirus oltre all’emergenza sanitaria ha innescato una serie di ulteriori problemi sia a livello economico che sociale. Uno di questi è la forte impennata dei prezzi del grano e dei cereali in generale. Confinati in casa per il lockdown, tutti i cittadini d’Europa corrono all’acquisto dei beni essenziali,

K metro 0 – Londra – Il Coronavirus oltre all’emergenza sanitaria ha innescato una serie di ulteriori problemi sia a livello economico che sociale. Uno di questi è la forte impennata dei prezzi del grano e dei cereali in generale. Confinati in casa per il lockdown, tutti i cittadini d’Europa corrono all’acquisto dei beni essenziali, tra cui rientra appunto la farina, ingrediente primario per fare il pane e i dolci durante la quarantena.

Nel Regno Unito secondo i dati riportati dagli analisti sui consumatori, le vendite di farina sono aumentate del 92% nelle quattro settimane di quarantena rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La National Association of British and Irish Millers (Nabim), ovvero l’associazione di categoria per l’industria della fresatura della farina del Regno Unito e dell’Irlanda, afferma che il comparto sta lavorando 24 ore su 24, macinando farina 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana per raddoppiare la produzione, ma nonostante gli sforzi non riesce ancora a soddisfare la domanda.

Alex Waugh, direttore generale di Nabim, dice che il problema non è quello di poter produrre abbastanza farina, ma manca la capacità di imballare in piccoli sacchetti per i rivenditori.

Secondo l’associazione, solo circa il 4% della farina del Regno Unito viene venduta a negozi e supermercati. La maggior parte è consegnata a petroliere in sacchetti di oltre 16 kg destinati a panifici o altri produttori alimentari. Un’altra motivazione, sempre secondo l’associazione britannica, potrebbe essere quella dovuta al fatto che, dopo lo scoppio dell’epidemia di coronavirus, gli acquirenti ordinari hanno acquistato molta più farina del normale esaurendo così rapidamente le scorte esistenti.

Anche in Italia i prezzi della farina sono aumentati, lo avevo annunciato già Coldiretti una settimana fa riportando i dati delle quotazioni del grano. Il prezzo internazionale del grano è volato registrando un ulteriore aumento del 6% alla borsa merci di Chicago. Secondo quanto riferito dall’associazione, gli italiani hanno incrementato gli acquisti di pasta del 65% e di farina del 185%. Il fatto è che c’è stato un notevole aumento della domanda, che ha incrementato a sua volta il prezzo del grano.

Da quando gli italiani sono chiusi in casa, hanno cominciato a fare più dolci e prodotti salati da forno, motivo che ha aumentato l’utilizzo e i prezzi del grano tenero. Per quanto riguarda il grano duro, invece, secondo la Confederazione Italiana Agricoltori il prezzo si è mantenuto stabile sui 28-29 euro al quintale. Si rilevano problemi invece per il grano tenero: di solito viene importato da Russia, Canada, Romania, Ucraina e Ungheria, ma adesso con i blocchi alle dogane e le navi che lo trasportano ci sono difficoltà ad attraccare ai porti e a scaricare le merci. Stessa cosa vale per il trasporto via terra dall’Est Europa, al ritorno gli autotrasportatori vengono messi in quarantena.

In definitiva, questo aumento dei prezzi e il continuo assalto ai supermercati non rischia soltanto di allarmare la popolazione, ma anche i governi e i mercati. Inoltre, non bisogna sottovalutare che la farina, essendo una materia prima, non può costare così tanto, perché comporterebbe conseguenze economiche negative alle imprese che producano pane, pasta, ecc., che si vedranno costrette ad alzare i prezzi di vendita dei loro prodotti, rendendoli così non accessibili a tutti i consumatori, non considerando che il pane e i suoi derivati costituiscono beni alimentari di prima necessità.

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