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Giappone dichiara lo stato di emergenza, aumentano i casi in Asia

Giappone dichiara lo stato di emergenza, aumentano i casi in Asia

K metro 0 – Tokyo – Scatta lo stato di emergenza anche in Giappone. Il premier, Shinzo Abe, dopo giorni di pressione per misure più severe contro la diffusione dell’epidemia del coronavirus, ha proclamato lo stato di emergenza per Tokyo e per altre sei prefetture nel Paese. La misura decisa oggi non è, però, un

K metro 0 – Tokyo – Scatta lo stato di emergenza anche in Giappone. Il premier, Shinzo Abe, dopo giorni di pressione per misure più severe contro la diffusione dell’epidemia del coronavirus, ha proclamato lo stato di emergenza per Tokyo e per altre sei prefetture nel Paese. La misura decisa oggi non è, però, un “lockdown” come quello occidentale. I governatori di queste aree potranno chiedere ai cittadini di non uscire di casa e a scuole e aziende di fermarsi, ma non potranno obbligarli. Non sono previste sanzioni per chi non adempirà alle direttive. Le sei zone interessate, oltre all’area metropolitana di Tokyo, sono le prefetture di Osaka, Fukuoka, Chiba, Kanagawa, Hyogo e Saitama. Il premier giapponese ha chiesto di ridurre i contatti del 70-80% in modo che si possa raggiungere il picco di contagi entro due settimane. Al momento i contagi nel Paese hanno superato quota 4.800, compresi gli oltre settecento della nave da crociera Diamond Princess e i decessi sono 108. Tokyo, ieri, ha registrato un calo di contagi. Scesi per la prima volta sotto quota cento in tre giorni (83) e attualmente sono 1.116 le persone contagiate nella capitale giapponese. Inoltre, il governo ha approvato un piano da 108mila miliardi di yen per contrastare l’impatto economico dell’epidemia di coronavirus.

Notizie positive arrivano dalla Cina, che nelle ultime 24 ore non ha registrato, per la prima dallo scoppio della pandemia, nessun nuovo decesso.

La pandemia continua a diffondersi anche negli altri paesi asiatici. In Corea Del Sud sono 51 i nuovi casi positivi, lo ha reso noto il centro per il controllo e la prevenzione della malattia. Le autorità sanitarie di Seul hanno annunciato l’invio di una squadra per condurre un’indagine epidemiologica e verificare le cause del nuovo contagio. Nelle ultime 24 ore, inoltre, ci sono stati altri tre decessi che hanno portato a 186 il numero complessivo dei morti dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

Il numero dei contagiati in Afghanistan è arrivato a quota 337, a comunicarlo è il portavoce del ministero della Sanità Wahidullah Mayarcon, precisando che almeno dieci nuovi casi sono registrati a Kabul, dopo che il primo focolaio era stato segnalato a Herat. I morti sono sette, i guariti dodici.

In Malaysia i contagiati sono 3662, secondo quanto riporta il governo di Kuala Lumpur, con 61 morti in totale (quattro nelle ultime 24 ore). Dei nuovi contagi, 37 sarebbero collegati a persone arrivate dall’Italia. A Singapore si sono registrati 120 nuovi contagi. Il ministero della Sanità evidenzia un aumento nel numero dei contagi, il più alto dall’inizio dell’epidemia, portando il livello complessivo a 1309 contagi e 6 morti.

In Thailandia altri tre morti e 102 nuovi casi, sale a 2169 il numero dei contagiati secondo quanto riportano le autorità sanitarie. Le vittime dall’inizio dell’epidemia sono 23.

Infine, in India al momento ci sono 3350 casi di contagio, nonostante le tre settimane di lockdown. Il governo di New Delhi sta decidendo di fermare l’esportazione dei kit diagnostici per l’epidemia di coronavirus, dopo aver bloccato quella dei ventilatori per la terapia d’urgenza. Il presidente Narendra Modì ha risposto diplomaticamente a una telefonata del presidente Donald Trump, che insisteva per la rapida consegna di forniture di idrossiclorochina, il farmaco antimalaria che viene sperimentato contro il virus, promettendo che la collaborazione contro l’epidemia continuerà.

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