K metro 0 – Parigi – Chiuse librerie e catene per l’emergenza Coronavirus sono crollate le vendite di libri in Italia. La grande distribuzione e l’e-commerce non riescono a dare un po’ di sostegno a un mercato già in sofferenza. Al contrario di quanto sta avvenendo in Gran Bretagna e altrove dove con il lockdown,
K metro 0 – Parigi – Chiuse librerie e catene per l’emergenza Coronavirus sono crollate le vendite di libri in Italia. La grande distribuzione e l’e-commerce non riescono a dare un po’ di sostegno a un mercato già in sofferenza. Al contrario di quanto sta avvenendo in Gran Bretagna e altrove dove con il lockdown, secondo i dati del Guardian, sono salite le vendite dei tascabili di narrativa nei supermercati del 35% nel giro di una settimana. E la catena Waterstone ha visto un incremento degli acquisti online nell’ordine del 400%. Mentre nel nostro paese “il mercato ci ha rimesso il 35% nella settimana dalla chiusura delle librerie, due domeniche fa, il 15 marzo, ma è in grande peggioramento” spiega Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol-GeMS, a cui fanno capo, tra l’altro, le case editrici Bollati Boringhieri, Chiarelettere, Corbaccio, Garzanti, Guanda, Longanesi, Nord, Ponte alle Grazie, Salani, Tea, Vallardi. Trend in peggioramento confermato dal Gruppo Mondadori. “Nella situazione attuale con librerie e catene chiuse, la GDO fortemente limitata dai provvedimenti di legge, l’impossibilità di lanciare novità, e anche l’e-commerce in comprensibile affanno per sovraccarico logistico, il mercato del libro tende fisiologicamente a cali superiori al 50%” spiega Enrico Selva Coddé, ad di Mondadori Libri (a cui fanno capo le case editrici Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Sperling & Kupfer, Piemme e Mondadori Electa). “Numeri impressionanti che, da qualunque prospettiva li si voglia guardare, banalmente dimostrano quanto siano importanti, oggi più che mai, gli sforzi di tutti per garantire continuità e per tenere viva la più importante filiera dell’industria culturale italiana” sottolinea Selva Coddè. Se a maggio riapriranno le librerie molte aziende ce la possono quasi fare con strumenti ordinari, se si va oltre ci vuole la cura Draghi. Le novità editoriali escono con il contagocce o vengono rinviate perché le librerie sono chiuse, anche su Amazon si registra un rallentamento di titoli disponibili e la previsione, secondo i dati dell’Osservatorio dell’Aie, è drammatica: saranno 18.600 i titoli in meno pubblicati nel 2020, 39,3 milioni le copie che non saranno stampate e 2.500 i titoli che non saranno tradotti. Specchio di quello che sta accadendo sono anche le classifiche dei titoli più venduti di GFK: le copie del primo titolo della classifica generale dell’ultima settimana non arrivano a 2.700 (2.623) mentre nelle settimane precedenti alla chiusura delle librerie si aggirava intorno alle 11 mila copie.
La Francia contro Cina e Russia, accusate di strumentalizzare gli aiuti. Solidarietà sì, ma senza “messinscene” a scopi di “propaganda”: la Francia non usa mezzi termini e – mentre aspetta un miliardo di mascherine ordinate alla Cina in piena tempesta Coronavirus – si rivolge a Pechino e Mosca con un monito: “non strumentalizzate gli aiuti per la crisi sanitaria”. La polemica, i botta e risposta vanno avanti da diversi giorni, soprattutto con la Cina. Aveva aperto le ostilità Le Monde, con un articolo dal titolo inequivocabile: “La ‘politica di generosità’ interessata della Cina e della Russia in Italia”, in cui si affermava che “mentre forniscono il loro aiuto contro il coronavirus, Pechino e Mosca utilizzano le loro reti per far passare messaggi di propaganda”. Nel pezzo si scriveva fra l’altro che “la Cina ha fatto una messa in scena per l’invio di 100.000 mascherine e 50.000 tamponi all’Italia”. Nella serata di giovedì, in un drammatico discorso sotto un tendone a Mulhouse, nell’est della Francia – la zona più colpita dal Covid-19 con gli ospedali costretti a spedire in Germania i malati – il presidente Emmanuel Macron ricordava la solidarietà europea: “Grazie ai nostri vicini tedeschi, svizzeri e lussemburghesi che hanno accolto nostri pazienti gravi”. Aggiungendo poi, “come avevamo fatto noi qualche settimana fa per i nostri vicini italiani. È questa l’Europa, questa la solidarietà”. L’Eliseo, a più riprese, ricordava il milione di mascherine inviato all’Italia in difficoltà, sottolineando che “anche Germania e Francia, non solo la Cina” sono generose con chi è in difficoltà.
Per strada la mascherina non protegge poiché il Covid-19 non è un virus che si trasmette per via aerea a distanza inferiore al metro, ma unicamente col contatto diretto con le secrezioni di una persona contagiata. Lo riferisce l’Oms nel suo ultimo studio rilanciato dal quotidiano El Mundo, dedicato alle forme di trasmissione del nuovo coronavirus, in risposta alle diatribe quotidiane sull’utilità o meno della mascherina per tutti, per giunta in un contesto di penuria. Nel caso specifico del Covid-19, la trasmissione aerea si verifica solo in circostanze molto specifiche, essenzialmente in ambito medico-sanitario: quando il paziente viene sottoposto ad una cura aerosol, viene intubato o necessita di respirazione assistita. “Se non c’è la salute, non c’è economia”. Parola del ministro della Sanità spagnolo, Salvador Illa, citato da El Pais.