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Covid-19, l’Europa colta alla sprovvista ed a sua insaputa

Covid-19, l’Europa colta alla sprovvista ed a sua insaputa

K metro 0 – Roma – L’odierna pandemia da coronavirus-19, nel mietere tante vittime umane induce, al contempo, istituzioni pubbliche ed addetti ai lavori ad affrontare la concomitante crisi economico-finanziaria che ne è conseguita e che, tuttora, sfugge ad una conta precisa dei danni, dei tempi e delle soluzioni ottimali. ualche QSi stima, per offrire

K metro 0 – Roma – L’odierna pandemia da coronavirus-19, nel mietere tante vittime umane induce, al contempo, istituzioni pubbliche ed addetti ai lavori ad affrontare la concomitante crisi economico-finanziaria che ne è conseguita e che, tuttora, sfugge ad una conta precisa dei danni, dei tempi e delle soluzioni ottimali. ualche QSi stima, per offrire immediatamente un dato dei danni, che nella sola area dei paesi dell’eurozona per il 2020 la caduta del PIL si aggiri intorno al 10%.

A rimedio dello scenario dei danni attuali e futuri alle economie delle collettività dell’Unione Europea sono destinati, pertanto, gli interventi finanziari messi in campo dagli apparati governativi europei. I quali appaiono muovere dalla consapevolezza che la recessione sia comune ai paesi dell’euro e che i rimedi debbano essere altrettanto comuni, attesa la comunanza di larga parte delle politiche e degli scambi commerciali da circa settant’anni. Siffatta coscienza governativa sta facendo sì che ciascun organismo stia promuovendo repentini rimedi. Il governo italiano, per il momento, sta avviando un primo intervento da venticinque miliardi a carattere emergenziale per venire incontro alle proprie necessità sanitarie e per dare un primo sostegno all’economia reale, tanto incisa da queste epocali settimane di contenimento epidemiologico (cfr. decreto-legge 18/2020). L’Europa comunitaria, a sua volta, scende in campo con specifiche azioni. La Commissione europea, in particolare, sta legittimando i paesi membri a sforare il Patto di Stabilità ancorato, dai giorni di Maastricht (1992), al rapporto del 3% di deficit rispetto al PIL per finanziare servizi sanitari, imprese ed ammortizzatori sociali. Al contempo sta avanzando, anche, la possibilità di ricorrere al MES (Meccanismo europeo di stabilità, assurto alla notorietà, con l’originario appellativo di Fondo salva-Stati, per salvare la Grecia ed altri paesi europei nello scorso decennio), munito di una dotazione finanziaria di circa settecento miliardi. Inoltre, si parla a più riprese dei coronabond. Obbligazioni, per intenderci, che l’Unione Europea potrebbe emettere, limitatamente alla congiuntura della pandemia, per aiutare gli Stati ad affrontare l’emergenza economica e sanitaria. La Banca Centrale Europea (Bce) avviando, a sua volta, diverse operazioni finanziarie: a) un duplice finanziamento al sistema bancario (uno diretto a sostenere il patrimonio bancario fino al prossimo giugno, ad un tasso negativo che può giungere fino a [meno]0,25%; un altro destinato dalle banche, tra giugno 2020 e giugno 2021, all’economia reale ad un tasso negativo dello [meno]0,75); b) un  aumento (750 miliardi per il 2020) dell’acquisto da parte della Bce dei titoli del debito pubblico dei Pasi dell’eurozona; c) possibilità di acquisto di Obbligazioni emesse sia dalle aziende e sia dalle Istituzioni locali.

Tali operazioni finanziarie pubbliche appaiono, in buona misura, adeguate, nell’immediato, ad affrontare una recessione che sarà ricordata a lungo nella manualistica storica e nella letteratura di settore. Come storici, visto il più che preoccupante scenario che si sta profilando, dovranno essere gli altri provvedimenti da adottarsi, in prosieguo, a tutela della comunità mondiale e dell’occidente europeo… colto alla sprovvista ed a sua insaputa.

di Antonio Marrazzo

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