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Usa 2020: Biden spazza via Sanders e lancia la sfida a Trump

Usa 2020: Biden spazza via Sanders e lancia la sfida a Trump

K metro 0 – Washington – Uno, due e tre. Florida, Illinois e Arizona. Nell’ennesimo supermartedì delle primarie democratiche americane Joe Biden fa tris e spazza via Bernie Sanders, soprattutto con una vittoria a valanga nel Sunshine State. Joe Biden, vince nei tre Stati in palio in questa tornata elettorale – Arizona, Florida e Illinois

K metro 0 – Washington – Uno, due e tre. Florida, Illinois e Arizona. Nell’ennesimo supermartedì delle primarie democratiche americane Joe Biden fa tris e spazza via Bernie Sanders, soprattutto con una vittoria a valanga nel Sunshine State.

Joe Biden, vince nei tre Stati in palio in questa tornata elettorale – Arizona, Florida e Illinois – portando il suo vantaggio sul rivale Bernie Sanders sopra i 309 delegati di differenza. Se questi dati dovessero essere confermati una volta completato lo spoglio, Biden si attesterebbe a 1.231 delegati, superando di fatto la soglia di 1.991 necessaria per ottenere di diritto la nomination alle presidenziali del 3 novembre. Straripante la vittoria dell’ex vice di Obama in Florida, lo Stato più importante fra quelli in cui si è votato stanotte con ben 219 delegati, dove al momento Sanders resta staccato di ben 40 punti percentuali, ma l’andamento è stato abbastanza simile anche negli altri due Stati: 23 punti di vantaggio in Illinois e 13 in Arizona. Intervenendo da casa sua per commentare l’ennesima vittoria, Biden ha parlato della necessità di “unire il Partito democratico e il paese in questo momento difficile”. Un messaggio sicuramente di apertura e che ancora una volta sembra una mano tesa verso l’avversario. D’altronde l’ex vicepresidente è consapevole che servirà la massima unità possibile in seno ai democratici per tentare perlomeno di vincere la sfida contro Trump alle presidenziali.

L’ex vicepresidente degli Stati Uniti, di fatto, sfrutta anche l’onda lunga del Covid- 19, un tema che lo ha favorito in queste primarie grazie anche alle critiche contro le misure adottate dalla Casa Bianca. Il coronavirus “non fa distinzioni” fra partiti e persone, ha affermato l’esponente democratico nel suo messaggio, esprimendo ancora una volta una richiesta di unità questa volta direttamente agli elettori democratici. La domanda, a questo punto, è cosa farà Sanders. Il senatore del Vermont aveva evidentemente aspettative diverse su questi tre Super Tuesday e auspicava di potersela quantomeno giocare all’ultimo voto con Biden. Una volta disattese queste speranze, l’esponente socialista è chiamato a prendere una decisione: se confermate le proiezioni, infatti, il ritiro dalla competizione elettorale sarebbe d’obbligo per Sanders, ma non è così scontato che arrivi anche un aperto sostegno nei confronti del rivale. La divisione interna ai democratici è costata cara quattro anni fa: Sanders se l’è giocata testa a testa con Hillary Clinton quasi sino all’ultimo e lo scambio di colpi fra i due certamente non ha fornito un’immagine positiva del partito, apparso disunito e con anime troppo diverse al suo interno.

Trump intanto, nella nottata in cui emerge con chiarezza definitiva quale sarà il suo rivale, si è assicurato la nomination del Partito repubblicano. Il capo dello Stato ha vinto con ampi margini in Florida e Illinois, superando così la quota di 1.276 delegati per ottenere la nomination repubblicana.

L’emergenza del coronavirus rende il futuro più che mai incerto. Senza un’azione decisa – ha avvertito senza mezze parole il segretario al tesoro Steve Mnuchin – si rischia una disoccupazione al 20%, altro che crisi del 2008. Lo spettro della recessione agita i sonni di un presidente che si gioca la rielezione sul terreno dell’economia.

Del resto, gli ultimissimi dati sulla diffusione del contagio fanno tremare i polsi: oltre 6.000 in tutto il Paese ed almeno 118 morti. Una progressione impressionante in poche ore, e l’incubo degli incubi: il lockdown di New York dopo quello di San Francisco.

Da questo scenario nasce l’appello di Biden, che tende la mano a Sanders nella speranza che il senatore molli e i democratici si possano concentrare unicamente sull’emergenza e sul bersaglio grosso: Donald Trump.

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