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Covid-19. Italia: i positivi sono 28710, i decessi quasi 3000

Covid-19. Italia: i positivi sono 28710, i decessi quasi 3000

K metro 0 – Roma – Altri 475 morti per coronavirus in Italia. Il totale dei decessi sfiora ormai quota 3000: le vittime sono 2978. Quello di oggi è il dato più alto di vittime che si registra dall’inizio dell’emergenza. I nuovi guariti sono 1084, il numero complessivo è 4025. I positivi in Italia sono

K metro 0 – Roma – Altri 475 morti per coronavirus in Italia. Il totale dei decessi sfiora ormai quota 3000: le vittime sono 2978. Quello di oggi è il dato più alto di vittime che si registra dall’inizio dell’emergenza. I nuovi guariti sono 1084, il numero complessivo è 4025. I positivi in Italia sono 28710, considerati i 2648 in più rispetto alle cifre rese note ieri. 12090 sono in isolamento domiciliare, 2257 in terapia intensiva. Sono i dati diffusi da Angelo Borrelli, capo della protezione civile.

Il commissario straordinario per l’emergenza,  ha spiegato che i dati – non comprendono quelli della regione Campania che non sono arrivati in tempo utile per la comunicazione. Inoltre, oggi i guariti sono 1.084, il totale delle persone che hanno superato il coronavirus sale a 4.025. “Quello di oggi è un numero di guariti veramente importante – ha detto Borrelli – si tratta del 37% in più rispetto a ieri”. La notizia purtroppo più triste è che sono 475 le persone affette da coronavirus decedute nelle ultime 24 ore. È il numero più alto di vittime che si registra dall’inizio dell’emergenza. E’ prematuro poi “dare un giudizio e prendere decisioni” a proposito di riapertura dei negozi e delle scuole, quindi “per quelle che sono le valutazioni sulla base delle indicazioni della parte scientifica, dovremo aspettare ancora una settimana e poi si potranno vedere le tendenze che si andranno a consolidare” ha detto ancora Borrelli.

Nel frattempo, una notizia particolare arriva dal mondo della ricerca, le polveri sottili “accelerano la diffusione dell’infezione” da nuovo coronavirus, nel Nord Italia e in particolare nella Pianura Padana. È quanto emerge da uno studio della Società italiana di medicina ambientale (Sima) con le Università di Bologna e Bari.

Esaminati i dati relativi a tutte le centraline di rilevamento sul territorio italiano, insieme ai casi di contagio riportati dalla Protezione Civile: “Alte concentrazioni di polveri fini a febbraio in Pianura Padana hanno esercitato un’accelerazione anomala alla diffusione virulenta dell’epidemia”, rileva lo studio. Secondo i ricercatori le polveri sottili “stanno veicolando il virus”. In Pianura Padana, “si sono osservate le curve di espansione dell’infezione che hanno mostrato accelerazioni anomale, in evidente coincidenza, a distanza di 2 settimane, con le più elevate concentrazioni di particolato atmosferico, che hanno esercitato un’azione di boost, cioè di impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia”, sottolinea Leonardo Setti, ricercatore del dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna che spiega: “Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un’accelerazione alla diffusione del COVID-19. L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai”. Le polveri sottili, afferma Gianluigi de Gennaro, ricercatore al dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, “stanno veicolando il virus. Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. È necessario ridurre al minimo le emissioni, sperando in una meteorologia favorevole”.

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