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Covid-19. Germania nella bufera. Merkel parla a reti unificate

Covid-19. Germania nella bufera. Merkel parla a reti unificate

K metro 0 – Berlino – “La battaglia contro il coronavirus “è un compito storico, e si può affrontare soltanto insieme. La situazione è seria e fluida, il che vuol dire che non dipende solo ma anche da quanto ciascuno seguirà con disciplina le regole”. Angela Merkel si rivolge direttamente ai tedeschi dagli schermi televisivi,

K metro 0 – Berlino – “La battaglia contro il coronavirus “è un compito storico, e si può affrontare soltanto insieme. La situazione è seria e fluida, il che vuol dire che non dipende solo ma anche da quanto ciascuno seguirà con disciplina le regole”. Angela Merkel si rivolge direttamente ai tedeschi dagli schermi televisivi, in un drammatico appello ai suoi concittadini affinché capiscano “che la situazione va presa sul serio”.

La cancelliera ha detto: “Dalla seconda guerra mondiale ad oggi non c’è stata nessun’altra sfida nei confronti del nostro Paese nella quale tutto sia dipeso così tanto dalla nostra azione solidale”, dice rivolta verso le telecamere dal suo ufficio con vista sul Bundestag e con le bandiere tedesca e dell’Ue alle spalle. “La nostra concezione di normalità, di vita pubblica, dello stare insieme nella socialità: tutto questo viene messo alla prova come mai prima”, scandisce la cancelliera. “E così come ognuno di noi può essere colpito dal virus, così ognuno di noi deve adesso dare una mano. Dobbiamo mostrare che sappiamo agire con il cuore e con la ragione, e così salvare le vite, anche se non abbiamo mai vissuto niente del genere nella nostra esistenza”. Non è un caso che Merkel abbia scelto oggi per parlare alla nazione: è il giorno in cui la Germania supera quota 10 mila contagiati, ma anche il giorno nel quale il Robert Koch Institut evoca il rischio di 10 milioni di persone infette dal coronavirus se i tedeschi non si atterranno rigidamente alle regole. “E’ una crescita esponenziale”, ribadisce il capo del centro epidemiologico tedesco, Lothar Wieler. “Siamo a due settimane di distanza dall’Italia”.

Il messaggio che Angela Merkel vuole trasmettere ai tedeschi è chiaro: “La cosa più urgente” è di far comprendere che tutte le misure prese “finiscono nel vuoto se non riusciremo ad attuare lo strumento più efficace nella lotta alla diffusione del virus: noi stessi”. Fa intendere, Merkel, che non sono escluse ulteriori misure, se quelle già decise – le chiusure dei locali pubblici e dei negozi, le limitazioni agli spostamenti, le scuole e gli asili serrati – non dovessero bastare: “Attenetevi alle regole. Come governo valuteremo di volta in volta cosa si può correggere e cosa sia ancora necessario”. Per la cancelliera, “la priorità è di rallentare il virus e di guadagnare tempo, per poter sviluppare farmaci e vaccini”. Lo scenario da scongiurare è quello degli “ospedali sopraffatti” dai ricoveri, e “non si tratta di statistica, ma di un padre o di un nonno, di una madre o di una nonna, di una partner o di un partner: sono persone”. Ovvio che il governo tedesco “farà di tutto” per contrastare l’impatto economico della crisi da coronavirus e che si impegnerà “a preservare soprattutto i posti di lavoro”, ribadisce la cancelliera. Ma è chiaro già così che “il coronavirus sta cambiando drammaticamente la nostra vita: milioni di voi non possono recarsi al lavoro, i vostri bambini non possono andare a scuole, i cinema, i teatri e i negozi sono chiusi”. Insomma, La Germania nella bufera della crisi da coronavirus. Tutto il Paese sembra con il fiato sospeso. Come d’altronde lo sono l’Europa, gli Stati Uniti e il mondo intero.

Intanto, la Germania impone controlli e restrizioni d’ingresso sul proprio territorio anche ai cittadini dell’Unione europea. “I controlli alle frontiere interne saranno applicati anche ai voli in arrivo da Italia, Spagna, Austria, Francia, Lussemburgo, Danimarca e Svizzera, con effetto immediato” riferisce una nota del ministero degli Interni pubblicata sul web. E questo vale anche per il traffico marittimo proveniente dalla Danimarca. Le restrizioni si applicano ai viaggiatori che non hanno un motivo urgente per viaggiare. Chi invece ha un motivo urgente e i pendolari sono tenuti a portare con sé la prova della necessità di attraversare il confine.

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