fbpx

Ue. Confine, von der Leyen: “pressione di origine politica”

Ue. Confine, von der Leyen: “pressione di origine politica”

K metro 0 – Bruxelles – “Abbiamo parlato apertamente ed è stato un buon dialogo” dice Ursula von der Leyen al termine dell’incontro avuto ieri a Bruxelles con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Michel e von der Leyen hanno affermato di aver concordato Con Erdogan, spiega Michel, è stato deciso di “dare mandato a

K metro 0 – Bruxelles – “Abbiamo parlato apertamente ed è stato un buon dialogo” dice Ursula von der Leyen al termine dell’incontro avuto ieri a Bruxelles con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Michel e von der Leyen hanno affermato di aver concordato Con Erdogan, spiega Michel, è stato deciso di “dare mandato a Josep Borrell (il capo della politica estera dell’Ue, ndr) e alla sua controparte turca, ciascuno con una squadra, di lavorare nei prossimi giorni per chiarire l’attuazione dell’accordo tra Ue e Turchia in modo da avere la stessa interpretazione”.

“C’è una pressione di origine politica alla frontiera della Ue, ne parlerò anche con il presidente Erdogan per trovare una soluzione: bisogna alleviare la pressione al confine e rispettare il diritto di tutti a chiedere asilo, bisognerà aiutare la Grecia e la Turchia per alleviare questa pressione”, ha detto, Ursula von der Leyen, durante la conferenza stampa di stamattina a Bruxelles.

A Bruxelles, il presidente turco, ha incontrato anche, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg alla sede della rappresentanza permanente della Turchia in Ue. “La Turchia è un alleato importante e valido che contribuisce alla nostra condivisa sicurezza in molti modi”, ha detto Stoltenberg spiegando di aver discusso della Siria con il leader turco. – sulla questione profughi, Stoltenberg ha sottolineato – “la questione dei rifugiati è una sfida comune che necessita di soluzioni comuni”. Nelle stesse ore in cui Erdogan è giunto in Belgio, la cancelliera tedesca Angela Merkel – grande stratega dell’accordo del 2016 – ha continuato la sua linea di mediazione, ricevendo a Berlino il premier di Atene Kyriakos Mitsotakis, dopo che la Germania ha espresso l’intenzione di creare una coalizione di Paesi europei “volontari” che si facciano carico di un massimo di 1500 bambini migranti attualmente bloccati in Grecia. A farsi avanti sono stati finora Francia, Portogallo, Lussemburgo, Finlandia e Croazia.

Infatti, la Germania ha annunciato ieri che una coalizione di Paesi volontari dell’Ue, prevede di prendersi in carico fino a un massimo di 1.500 minori con problemi di salute, attualmente bloccati sulle isole greche, come misura di sostegno umanitario. “Vogliamo aiutare la Grecia ad affrontare la difficile situazione”, hanno spiegato i partiti della coalizione di governo della cancelliera Angela Merkel. “Si tratta – hanno detto – di bambini che a causa di una malattia hanno urgentemente bisogno di cure o i non accompagnati di età inferiore ai 14 anni, per lo più femmine”.

L’obiettivo, dichiarato dal presidente turco, è quello di discutere la crisi in Siria, principale causa di enormi sofferenze di milioni di sfollati, che tende ad allargarsi sempre di più all’Europa. Michel e von der Leyen infatti, hanno garantito il massimo impegno “a trovare una soluzione politica” alla crisi e a intervenire “sul piano umanitario a Idlib”, ma non avrebbero rassicurato Erdogan sui due punti che maggiormente lo interessavano, come un appoggio per la creazione di una non fly zone su Idlib e la costituzione di un’area cuscinetto lungo in confine turco-siriano dove trasferire una parte dei profughi che si trovano in Turchia.

Precedentemente, il presidente turco ha accusato pubblicamente la Grecia di usare comportamenti disumani nei confronti dei migranti, che stanno tentando disperatamente di attraversare il confine greco-turco. Nelle ultime settimane in Grecia, si sono verificati ripetuti atti di violenza da parte di gruppi di estremisti di destra a Lesbos e sono stati appiccati diversi incendi. Anche un centro di accoglienza dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), situato nel nord dell’isola, è bruciato.

 

di Alessio Lauro

Condividi su:

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Che tempo fa



Condividi su: