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Russia. La Camera Bassa approva emendamento salva-Putin

Russia. La Camera Bassa approva emendamento salva-Putin

K metro 0 – Mosca – Martedì, con una serie di avvenimenti, la Camera Bassa del Parlamento russo ha gettato le basi per il presidente Vladimir Putin, entrato in carica per la prima volta nel 2000, per farlo rimanere al potere fino al 2036. Putin ha appoggiato una proposta di reimpostazione dei suoi limiti di

K metro 0 – Mosca – Martedì, con una serie di avvenimenti, la Camera Bassa del Parlamento russo ha gettato le basi per il presidente Vladimir Putin, entrato in carica per la prima volta nel 2000, per farlo rimanere al potere fino al 2036.

Putin ha appoggiato una proposta di reimpostazione dei suoi limiti di mandato, come parte di radicali cambiamenti costituzionali, una mossa che gli consentirebbe, potenzialmente, di rimanere in carica almeno fino al 2036. Appunto, la Duma – la Camera Bassa del Parlamento russo – ha approvato l’emendamento-Tereshkova che propone di eliminare il limite del mandato presidenziale dalla Costituzione, sospendendo l’attuale legge che limita i presidenti a due mandati consecutivi, permettendo così a Vladimir Putin di presentarsi senza ostacoli alle elezioni dopo il 2024.

Intanto, a sorpresa, il Presidente si è presentato alla Duma dopo le 15:00, ha riferito Interfax, ha tenuto un discorso sulla stabilità politica della Russia e ha avvertito: “Abbiamo avuto abbastanza rivoluzioni: la quota della Russia per le rivoluzioni è stata esaurita”. Ha respinto l’ipotesi di Zhirinovskij di elezioni anticipate, come pure l’idea di revocare il tetto di mandati presidenziali, ma si è detto aperto all’emendamento che avrebbe azzerato il suo numero di mandati, sempre previo consenso della Corte Costituzionale e del popolo. “Putin – ha sottolineato nel suo discorso – è il garante della Costituzione. In termini più semplici, è il garante della sicurezza del nostro Paese, della sua stabilità interna e del suo sviluppo evolutivo”. In mezzo alla turbolenza politica ed economica globale, Putin era presente, nel caso in cui qualcosa andava storto.

Infatti, appena andato via Putin, la Duma ha stralciato l’emendamento di Zhirinovskij e approvato la seconda proposta di Tereshkova, che consente al presidente uscente di ricandidarsi nel 2024, allo scadere del suo quarto mandato presidenziale, e secondo consecutivo, come qualsiasi altro cittadino. Inoltre, i legislatori hanno approvato anche una serie di emendamenti costituzionali proposti dallo stesso Putin, che includono la definizione del matrimonio come unione eterosessuale e linguaggio che rende omaggio agli “antenati che ci hanno lasciato in eredità i loro ideali e la fede in Dio”.

Il testo di modifica costituzionale è in corso di seconda lettura alla Duma, l’emendamento poi dovrà essere sottoposto a una terza lettura della Duma, approvato dal Senato e firmato dal Presidente e infine – come ha fatto notare lo stesso Putin – approvato dalla Corte Costituzionale e sottoposto al referendum popolare previsto il 22 aprile. Se non ci saranno intoppi, Putin potrà regnare fino al 2036, quando avrà 84 anni di cui 36 passati al Cremlino, insomma più di Iosif Stalin.

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