K metro 0 – Emilia-Romagna – La rivolta nelle Carceri legata all’emergenza Covid-19 riaccende i riflettori sul sovraffollamento nei 189 penitenziari. Intanto il bilancio della violenza, ha fatto sette morti nel carcere di Modena, scontri allarmanti anche a Foggia dove una quarantina di detenuti sono evasi e attualmente ricercati, proteste e tensioni in almeno 27
K metro 0 – Emilia-Romagna – La rivolta nelle Carceri legata all’emergenza Covid-19 riaccende i riflettori sul sovraffollamento nei 189 penitenziari. Intanto il bilancio della violenza, ha fatto sette morti nel carcere di Modena, scontri allarmanti anche a Foggia dove una quarantina di detenuti sono evasi e attualmente ricercati, proteste e tensioni in almeno 27 carceri italiane: ad accendere la miccia il decreto del governo sul coronavirus, che tra le altre cose ha introdotto misure molto più severe anche per i colloqui in carcere tra i detenuti e i famigliari, per cercare di prevenire i contagi tra le guardie penitenziarie e tra detenuti in ambienti particolarmente favorevoli alla diffusione del virus. A Roma, caos nel vecchio penitenziario di Regina Coeli che in quello periferico di Rebibbia, dove si teme che ci siano stati degli evasi, sono stati dati alle fiamme materassi e dove la polizia ha dovuto effettuare una piccola carica per placare i manifestanti al di fuori dell’edificio. L’ultima rivolta, nel pomeriggio a Melfi, dove tre agenti sono in ostaggio dei detenuti.
Nel carcere di Modena, dove sono morti 6 detenuti, il sovraffollamento è al 152%, con 562 detenuti a fronte di 369 posti. Ancora peggiore la situazione nell’altro penitenziario dell’Emilia-Romagna in cui è in corso la protesta: a Bologna il sovraffollamento è al 178%, con 500 soli posti a fronte di 891 ristretti. Su una percentuale analoga si attesta a Roma il carcere di Regina Coeli (172%) con 1061 e una capienza ferma a quota 616, mentre è più vivibile l’altro penitenziario romano, quello di Rebibbia. Nel carcere di Foggia da cui sono evasi 40 detenuti, il sovraffollamento è al 166% con 608 reclusi per 365 posti. Per quanto riguarda agli altri istituti teatro della protesta, nel milanese San Vittore i detenuti sono 1029 a fronte di 799 posti, con sovraffollamento del 128%; il tasso è superiore alle Vallette di Torino (134%) con 1.061 posti a fronte di 1.429 detenuti. Al di là del sovraffollamento, dalle statistiche del ministero della Giustizia emerge che in carcere ci sono quasi 20 mila stranieri e all’incirca diecimila detenuti (9.920) sono ancora in attesa di giudizio. Sono una minoranza i reclusi che lavorano: 16.850, secondo le cifre rese note dal ministro della Giustizia, quando a gennaio ha illustrato le linee guida del ministero al Parlamento.
Attualmente nei 189 penitenziari, ci sono oltre diecimila detenuti in più rispetto ai posti disponibili. Secondo i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 29 febbraio scorso, i detenuti sono 61.230 a fronte di una capienza di 50.931 posti, con un tasso di sovraffollamento del 120%. Le regioni con il record di carceri che scoppiano si confermano Molise (175% cento) e Puglia (153%); ma allarmano anche la Lombardia (140%), l’Emilia-Romagna (130%), il Lazio (127%), mentre va un po’ meglio in Campania (119%) e Piemonte (114%). Il dato regionale non dà conto di come sia drammatica la situazione nei singoli penitenziari, dove la maglia nera del sovraffollamento spetta da tempo a quello di Larino, in Molise, dove il tasso raggiunge il record del 208%, con 238 detenuti a fronte di 114 posti. In fortissima sofferenza anche il carcere di Taranto, dove il sovraffollamento è al 196% con un numero di detenuti quasi doppio ai posti letto (600 su 306) e quello di Como (195%) con 452 reclusi a convivere in uno spazio la cui capienza è stimata a 231.