K metro 0 – Roma – “Non c’è una parte d’Italia completamente immune” al Covid-19, ha spiegato il professor Silvio Brusaferro, dell’Istituto superiore di sanità, nel corso del suo intervento di ieri alla Protezione Civile. È necessario ridurre la trasmissione”, ha aggiunto.

Intanto il bollettino ufficiale di ieri sera riporta la drammatica situazione in Italia, con 7.375 casi di coronavirus, con un aumento record di 1.492 persone, rispetto a ieri, e 366 decessi, 133 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nella conferenza stampa di oggi. Le persone guarite sono 622, 33 in più di ieri, mentre i malati, ricoverati in terapia intensiva, sono 650, 83 in più rispetto a ieri. Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 3.557 in Lombardia, 1.097 in Emilia-Romagna, 623 in Veneto, 265 nelle Marche, 355 in Piemonte, 165 in Toscana, 81 nel Lazio, 100 in Campania, 67 in Liguria, 53 in Friuli Venezia Giulia, 51 in Sicilia, 36 in Puglia, 26 in Umbria, 14 in Molise, 23 nella Provincia autonoma di Trento, 17 in Abruzzo, 11 in Sardegna, 4 in Basilicata, 9 in Valle D’Aosta, 9 in Calabria e 9 nella Provincia autonoma di Bolzano. Il numero dei deceduti potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva dei decessi. Per quel che riguarda le persone decedute ed affette da coronavirus, i dati dicono che “nella fascia di età 0-49 anni è deceduta una sola persona; nella fascia 50-59 anni, 1 sola persona; nella fascia 60-69 anni, 14 persone; nella fascia 70-79 anni, 39 persone; nella fascia 80-89 anni, 60 persone; e oltre 90 anni, 18 persone”, ha annunciato il capo del  dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, nel corso del bollettino delle ore 18 sulla diffusione del coronavirus in Italia.

Il professor Silvio Brusaferro, dell’Istituto superiore di sanità, rispetto alle ultime vittime, ha poi spiegato che si tratta di “pazienti anziani, di cui il 60 per cento sopra gli 80 anni e nella quasi totalità sopra i 70. Si tratta di pazienti con più patologie croniche e che, comunque, rispetto alla loro fascia di età, hanno una mortalità inferiore rispetto ai dati che abbiamo dalla Cina”.

L’Italia, con 366 morti, è il secondo Paese per numero di vittime dopo la Cina, che ne registra circa 3.000. A seguire ci sono Iran (194) e Corea del Sud (50), secondo i dati della Johns Hopkins University. Quanto al numero di contagiati, secondo gli stessi dati, l’Italia è al quarto posto dopo Cina, Corea del Sud e Iran.