K metro 0 – Zagabria – Solidarietà e sostegno ai paesi dell’Ue in prima linea nel fronteggiare la nuova ondata migratoria ai confini esterni e condanna dell’uso strumentale dei migranti per fini politici da parte della Turchia. Questi i due punti centrali della dichiarazione congiunta adottata a Zagabria dai ministri degli Esteri dell’Ue nel Consiglio
K metro 0 – Zagabria – Solidarietà e sostegno ai paesi dell’Ue in prima linea nel fronteggiare la nuova ondata migratoria ai confini esterni e condanna dell’uso strumentale dei migranti per fini politici da parte della Turchia.
Questi i due punti centrali della dichiarazione congiunta adottata a Zagabria dai ministri degli Esteri dell’Ue nel Consiglio straordinario convocato dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Joseph Borrell su richiesta della Grecia. Dall’altra parte, i ministri degli Esteri dell’Ue riconoscono l’onere importante che la Turchia ha sostenuto “nell’ospitare 3,7 milioni di migranti e rifugiati”, e la questione prioritaria legata alla situazione umanitaria a Idlib ed alla necessità di una soluzione politica alla crisi in Siria. Borrell ha annunciato quindi la decisione di organizzare per il 29 e 30 giugno a Bruxelles la quarta conferenza sul sostegno al futuro della Siria. L’Alto rappresentante Ue ha inoltre ricordato che “all’inizio della settimana abbiamo annunciato 60 milioni di euro in più per i siriani rifugiati nel nord ovest della Siria” e ha spiegato che oggi “il limite” non sono le risorse, quanto “la capacità logistica di portare medici, cibo, rifugi” alle persone che ne hanno bisogno. In riferimento all’accordo di ieri Mosca e Ankara, Borrell ha annunciato di volersi recare “il prima possibile” in visita in Russia e ha auspicato che “questo cessate il fuoco dia una possibilità in più per far arrivare gli aiuti”. Secondo quanto sottolineato dai ministri degli Affari esteri Ue nella dichiarazione congiunta adottata a Zagabria, l’accesso sicuro, sostenuto e immediato alle popolazioni bisognose deve continuare ad essere abilitato, nel pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e per questo l’Ue “chiede vivamente l’estensione della risoluzione 2165 del Consiglio di sicurezza Onu per l’accesso transfrontaliero”, così da garantire che l’assistenza umanitaria, comprese le forniture mediche e chirurgiche, raggiunga le persone bisognose in tutta la Siria attraverso le strade più dirette.
La Grecia ha visto sostanzialmente accolta la sua posizione per una condanna all’inaccettabile uso politico e strumentale dei migranti da parte della Turchia. I ministri degli Esteri dell’Ue hanno infatti ribadito la seria preoccupazione per la situazione al confine greco-turco e hanno respinto fortemente “l’uso da parte della Turchia della pressione migratoria a fini politici”. Per i ministri degli Affari esteri dell’Ue, “questa situazione alle frontiere esterne dell’Ue non è accettabile” e “l’Ue e i suoi Stati membri rimangono determinati a proteggere efficacemente le frontiere esterne dell’Unione”. Dal Consiglio Esteri Ue di Zagabria viene ribadito che “gli attraversamenti illegali non saranno tollerati” e che “l’Ue e i suoi Stati membri prenderanno tutte le misure necessarie, conformemente al diritto dell’Unione europea e al diritto internazionale”. I ministri hanno evidenziato nella dichiarazione che “i migranti non dovrebbero essere incoraggiati a tentare di attraversare illegalmente via terra o via mare (le frontiere)” e per questo invitano “il governo turco e tutti gli attori e le organizzazioni sul campo a trasmettere questo messaggio e contrastare la diffusione di informazioni false”. Il Consiglio Affari Esteri esprime anche l’auspicio che “la Turchia attui pienamente le disposizioni della dichiarazione comune del 2016 per quanto riguarda tutti gli Stati membri” perché “questa dichiarazione produce risultati tangibili, anche sostenendo gli sforzi significativi della Turchia nell’ospitare migranti e rifugiati. Sia l’Ue che la Turchia trarranno beneficio dal proseguimento di questa cooperazione e impegno”.
Il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias, che ha chiesto nei giorni scorsi la riunione urgente con gli omologhi Ue alla luce dell’aumento consistente di migranti al confine greco-turco, è stato chiaro nel ribadire la posizione del governo di Atene: “Stiamo affrontando massicci movimenti di migranti verso i confini greci ed europei”, ha sottolineato Dendias facendo notare che si tratta di persone che hanno vissuto in Turchia per anni. Secondo Dendias, l’Europa non deve permettere al dolore umano di essere utilizzato come uno strumento per fini politici. Questa posizione è stata accolta nella dichiarazione congiunta anche dagli altri ministri degli Esteri dell’Ue. L’Unione europea non può accettare “ricatti” sui migranti, ha affermato anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, parlando ai giornalisti a margine del Consiglio Ue a Zagabria. Secondo Di Maio, l’Ue ha una sua politica legata ai flussi migratori e questa deve interessare tutti gli Stati che si trovano ad affrontare questo fenomeno. “L’Unione europea ce la metterà tutta per portare ad un cessate il fuoco duraturo in tutta la Siria”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, secondo il quale al di là dell’accordo di ieri tra Mosca e Ankara è prioritario che “le armi cessino per sempre di alimentare questa guerra”. Il ministro degli Esteri croato, Gordan Grlic-Radman, in qualità di capo della diplomazia del paese che detiene la presidenza di turno dell’Ue ha tenuto una conferenza stampa congiunta con Borrell. “La crisi umanitaria in Sira è diventata tragica. È impensabile che ci siano ancora guerre nel XXI secolo”, ha dichiarato Grlic-Radman apprezzando l’accordo per il cessate il fuoco raggiunto tra Mosca e Ankara quale possibile fattore in grado di allentare la pressione migratoria ai confini della Grecia.