K metro 0 – New York – La preoccupazione ha dominato i mercati finanziari ancora una volta nella giornata di ieri. I titoli hanno registrato nuovi cali a causa delle incertezze legate alla diffusione del coronavirus. Wall Street ha affrontato una delle settimane più complicate da otto anni a questa parte. La situazione potrebbe non risolversi
K metro 0 – New York – La preoccupazione ha dominato i mercati finanziari ancora una volta nella giornata di ieri. I titoli hanno registrato nuovi cali a causa delle incertezze legate alla diffusione del coronavirus. Wall Street ha affrontato una delle settimane più complicate da otto anni a questa parte. La situazione potrebbe non risolversi nelle prossime settimane, visto che i casi di contrazione del virus continuano ad aumentare. Wall Street affonda e chiude con il Dow Jones che perde il 3,58% a 26’120,67 punti, il Nasdaq il 3,10% a 8’738,60 punti e l’indice S&P500 il 3,39% a 3’024,14 punti.
Gli esperti hanno riconosciuto che il ritmo dei contagi – e i relativi danni all’economia – potrebbe non rallentare nel breve periodo e questo si sta ripercuotendo sui mercati. I governi e le banche centrali stanno cercando di fornire un sostegno attraverso piani per la spesa pubblica e tagli ai tassi d’interesse. In Cina, dove il numero delle nuove infezioni è in calo, le azioni hanno guadagnato il 12% dopo aver raggiunto i minimi il 3 febbraio scorso. Le fabbriche stanno pian piano riaprendo e le persone stanno cercando di tornare a una vita normale. Questo grazie anche alle misure attuate dal governo per contrastare la diffusione del virus. Nel resto del mondo, però, la situazione non è altrettanto rosea. I mercati azionari britannici, ciononostante, rimbalzano sin da lunedì, dopo aver affrontato la settimana peggiore dalla crisi finanziaria del 2008. Un segnale di speranza legato all’efficacia degli stimoli monetari delle banche centrali. Le contrazioni aumentano sempre di più al di fuori della Cina, i casi a livello globale sono 17 volte quelli cinesi come riferito dall’OMS.
La banca britannica HSBC, intanto, ha mandato a casa più di 100 dei suoi impiegati dopo che uno di essi è risultato positivo al test per il coronavirus. E’ il primo caso in una grande compagnia europea del settore finanziario. La banca ha nel proprio staff anche una persona attualmente in Cina che ha contratto il virus, che però è in condizioni stabili. Questo quanto riportato da Reuters nella giornata di ieri. Gli istituti stanno organizzando uffici fuori dalle metropoli e isolando alcuni team per far sì che possano continuare a lavorare se il virus dovesse diffondersi nei maggiori nuclei finanziari.
Anche l’UniCredit italiana ha chiesto ad alcuni membri del proprio staff di rimanere a casa, dopo aver registrato due nuove infezioni tra gli impiegati, uno in Germania e uno in Italia. Anche JPMorgan in una nota ha annunciato di voler spostare alcuni trader di New York e Londra in altre sedi. La banca statunitense possiede due edifici alternativi: uno a Basingstok, a sudovest di Londra, e un altro in centro nella capitale britannica. Goldman Sachs sta per aprire una sede d’emergenza a Croydon, a sud di Londra, mentre Barclays ne ha già una a Northolt, a nordovest della City. La possibile diffusione del coronavirus nell’industria finanziaria ha messo in apprensione tutto l’ambiente. L’assenza di alcuni funzionari potrebbe portare a problemi nei mercati, considerando che le operazioni commerciali non sarebbero effettuate come nella norma.
Sempre nella giornata di ieri, Virgin Media ha svelato che un archivio contenente i dati personali di 900mila persone è stato accessibile online per 10 mesi a causa di un errore commesso da un membro del personale. Il database non includeva password o dettagli finanziari ed è stato consultato “almeno in un’occasione” da un utente sconosciuto. La falla nel sistema non è stata causata da un hacker o da un attacco criminale ma da una configurazione errata da parte dello staff, che non avrebbe seguito le procedure corrette.