K metro 0 – Mosca – La Turchia spera di raggiungere un accordo con la Russia. Oggi inizia il summit tra il presidente russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan. Il faccia a faccia sarà l’ultima chance per cercare di ottenere un accordo che metta fine al conflitto nel nordovest della Siria. “Abbiamo con
K metro 0 – Mosca – La Turchia spera di raggiungere un accordo con la Russia. Oggi inizia il summit tra il presidente russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan. Il faccia a faccia sarà l’ultima chance per cercare di ottenere un accordo che metta fine al conflitto nel nordovest della Siria.
“Abbiamo con la Russia delle relazioni plurilaterali. Discuteremo i passi che possiamo adottare per garantire la tregua”, ha detto il portavoce del presidente turco Ibrahim Kalin. Kalin ha sottolineato che il raggiungimento di un accordo ridurrà le tensioni e aiuterà a risolvere la crisi con i rifugiati. La Turchia sta spingendo per un cessate il fuoco e Mosca, avendo riconquistato le città chiave ha assicurato le riserve di gas del paese, può permettersi quindi di placare Erdogan con una certa misura su Idlib. Infatti, il presidente Putin ha segnalato la volontà della Russia di soddisfare le richieste di sicurezza turche.
L’obiettivo primario del presidente Erdogan comunque è quello di evitare che una nuova ondata migratoria raggiunga il Paese. Al tavolo delle trattative con Putin offrirà un rafforzamento dei legami con Mosca, per controbilanciare l’influenza degli USA nella regione. Il presidente russo invece ha fatto capire che proverà a scacciare i timori sulla sicurezza della Turchia. Gli interessi della Russia sono al sicuro e anche quelli degli alleati siriani, visto che le roccaforti sono state riconquistate e le riserve di gas e di fosfati della nazione sono state messe in salvo. Per questo ci sarebbe la possibilità che Erdogan venga accontentato sulla questione di Idlib. Il presidente turco ha intenzione di ritornare ai rapporti stabiliti dall’accordo del 2018, quello che ha portato alla creazione di una ‘zona sicura’, e di costringere Assad a porre fine alle offensive. Non sarà semplice per la Russia dire sì a tutte le richieste. Erdogan in un’opera di convincimento potrebbe ricordare che i rapporti con la Turchia sono a rischio e che la possibilità di un conflitto diretto esiste.
Nella provincia della Siria di Idlib ogni giorno si contano nuovi morti e una potenziale ondata di rifugiati potrebbe lasciare il Paese. Una crisi migratoria è alle porte dell’Europa ma tutti gli occhi sono puntati su Mosca. I due dovranno capire se c’è spazio per trovare l’ennesima intesa, magari una che possa far comodo ad entrambi. Qualunque sarà il patto, porterà solamente a un’interruzione temporanea del massacro portato avanti dalle forze del regime di Assad, e sostenuto dalla Russia. I 3 milioni di persone intrappolati a Idlib, poi, potrebbero dover far fronte a nuove sofferenze. Il conflitto nell’ultima provincia controllata dall’opposizione è già stato catastrofico per la popolazione. In circa un milione hanno lasciato le proprie case dal primo dicembre scorso, quando è partita l’ultima offensiva del governo. Si tratta del più grande sfollamento sin dall’inizio della guerra civile in Siria, ovvero 9 anni fa. Senza nessun posto dove andare, molti si sono spinti fino al confine con la Turchia, che ospita già 3,6 milioni di rifugiati siriani e che ha già rifiutato di accoglierne altri. Proprio ieri, le forze dell’ordine greche hanno utilizzato gas lacrimogeno e granate stordenti per disperdere una folla di migranti intenzionati a oltrepassare la frontiera. La decisione di Ankara di aprire le frontiere sta mettendo pressione su Atene, tanto che quest’ultima ha optato per la linea dura. Le autorità turche hanno svelato che i colpi sparati dalle forze greche hanno raggiunto e ucciso una persona, ferendone altri 5 mentre il governo greco ha definito la notizia una “fake news”.
Intanto, nella giornata di ieri è scoppiata una rissa all’interno del parlamento turco tra esponenti di diversi partiti. Il motivo? Il coinvolgimento dell’esercito turco nel nordovest della Siria. La decisione dell’esecutivo di inviare migliaia di truppe per sostenere i ribelli siriani non è andata giù a molti. Il confronto è avvenuto proprio mentre altri due soldati turchi venivano uccisi in un attacco portato avanti dal governo siriano. Lo ha riferito il Ministero della difesa, sottolineando come gli scontri stiano continuando a portare morti su morti. Come riporta AP, anche nove soldati siriani sono rimasti vittime di alcuni attacchi di droni nel’area.