K metro 0 – Washington – Con una mossa a sorpresa, la Federal Reserve ieri ha tagliato i suoi tassi d’interesse di mezzo punto percentuale. L’intenzione è quella di fornire sostegno all’economia in un momento critico. La diffusione del coronavirus a livello globale, infatti, potrebbe impattare pesantemente sulla stessa.

Jerome Powell, numero uno della Fed, in conferenza stampa ha dichiarato che il virus “andrà a pesare sull’attività economia” sia negli Stati Uniti che all’estero per “un po’ di tempo”. Si tratta della prima iniziativa della Banca centrale statunitense dallo scorso anno. In quell’occasione vennero ridotti i tassi chiave a breve termine per ben tre volte. E’ anche la prima volta che la Federal Reserve effettua dei tagli prima di un meeting sulle politiche. Non succedeva dalla crisi finanziaria del 2008 ed è l’operazione più significativa da allora. La mossa, che la commissione sulle politiche della Fed ha sostenuto all’unanimità, ha abbassato l’aliquota di riferimento a un range che va dall’1% all’1,25%. L’annuncio fatto ieri segnala come le preoccupazioni sugli effetti del coronavirus siano in aumento. L’epidemia, infatti, pone una minaccia molto seria e potrebbe portare a una recessione. Nel frattempo sta rallentando l’attività economica in tutto il mondo. Powell, tra le altre cose, ha spiegato che dalla scorsa settimana, quando la Fed aveva sottolineato come non ci fosse bisogno di tagli, si è potuto osservare “una più ampia diffusione del virus”. Per questo, considerato “il rischio per l’economia”, la banca centrale ha deciso di “agire”.

Intanto, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, hanno annunciato ieri che i meeting di primavera, che tradizionalmente si tengono a Washington, verranno rimpiazzati da un “format virtuale”. Nel comunicato congiunto, l’amministratrice delegata dell’FMI, Kristalina Georgieva, e il presidente della Banca Mondiale, David Malpass, hanno spiegato che la decisione è arrivata a causa “dei rischi per la salute” portati dal coronavirus.Le due organizzazioni, di solito, tengono un incontro a Washington, dove si trovano il loro quartier generale. Quello di quest’anno era programmato per il 13 aprile. Nella nota, si legge che l’agenzia sfrutterà il ramo dell’Information Technology “al massimo”, per permettere ai Paesi membri di confrontarsi come avrebbero fatto di persona.

Sale l’allerta anche nel Regno Unito, dove un quinto della forza lavoro nazionale potrebbe andare in malattia durante il picco epidemico di coronavirus. Lo ha annunciato il governo ieri, mentre venivano esternati i piani per la gestione dell’emergenza. Le forze di polizia potrebbero concentrarsi solamente sui crimini più seri e sul mantenimento dell’ordine pubblico se il virus dovesse espandersi ulteriormente. Anche l’esercito potrà fornire sostegno ai servizi d’emergenza se ce ne sarà bisogno.

E’ il primo stadio della risposta dell’esecutivo per contenere il numero dei contagi, arrivato a 51 martedì. Tra i casi positivi, 12 persone sono guarite. La Gran Bretagna, come dichiarato dal primo ministro Boris Johnson, assisterà a “nuove infezioni”. La prossima fase sarà avrà come obiettivo il rallentamento dell’espansione delle infezioni. Se il virus dovesse diffondersi in modo incontrollato, gli ospedali si concentreranno sugli infetti. Al vaglio anche la possibilità di richiamare dottori e infermiere da poco andate in pensione per gestire l’emergenza. Il segretario alla Salute britannico, Matt Hancock, ha evidenziato come la diffusione sia ormai “molto probabile” e ha chiesto ai cittadini di seguire “i consigli dei medici”. Il governo ha optato quindi di non tenere segreta la convinzione che la situazione potrebbe peggiorare significativamente.