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Ue. Von der Leyen, Sassoli e Michel saranno domani in Grecia

Ue. Von der Leyen, Sassoli e Michel saranno domani in Grecia

K metro 0 – Bruxelles – Per fronteggiare l’emergenza, il governo greco ha chiesto l’intervento, dell’agenzia europea per il controllo dei confini Frontex. Nel frattempo, Ursula von der Leyen, David Sassoli e Charles Michel i presidenti delle tre massime istituzioni dell’Unione europea saranno domani in Grecia, al confine con la Turchia, per constatare direttamente la

K metro 0 – Bruxelles – Per fronteggiare l’emergenza, il governo greco ha chiesto l’intervento, dell’agenzia europea per il controllo dei confini Frontex.

Nel frattempo, Ursula von der Leyen, David Sassoli e Charles Michel i presidenti delle tre massime istituzioni dell’Unione europea saranno domani in Grecia, al confine con la Turchia, per constatare direttamente la situazione dopo l’arrivo alla frontiera greca di decine di migliaia di profughi dopo la decisione turca di lasciarli partire verso il vecchio Continente.

I governi di Atene e Sofia hanno rafforzato i controlli, respingendo i migranti anche con gas lacrimogeni, cariche della polizia e pallottole di gomma, con scontri. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), almeno 13mila persone si sono accalcate ai check point di Pazarkule e Ipsala, in gruppi che in alcuni casi hanno raggiunto anche le 3mila unità. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, scrive Der Spiegel, ha annunciato la volontà di dialogare con la Turchia per “trovare un terreno comune” sulla situazione dei rifugiati nel Paese e discutere di “altro sostegno se necessario. Riconosco che la Turchia è in una situazione difficile su migranti e rifugiati.

Ma quel che vediamo ora non può essere la soluzione o la risposta”, ha spiegato von der Leyen. Il ministro dell’interno turco Suleyman Soylu ha detto che 76.385 migranti hanno lasciato i campi profughi per raggiungere i confini europei: una stima che però non viene supportata da dati e riscontri. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, potrebbe trattarsi di una mossa per aumentare i timori dei Paesi vicini e quindi ottenere il sostegno dell’Europa sul dossier siriano.

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