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Turchia lancia offensiva contro la Siria e apre le frontiere

Turchia lancia offensiva contro la Siria e apre le frontiere

K metro 0 – Atene – L’Europa prova a mobilitarsi per cercare una soluzione alla nuovo ondata dei migranti alle sue frontiere esterne e per fermare conflitto degenerato tra Turchia e Siria. Domenica migliaia di migranti e di rifugiati si sono riversati in massa al confine occidentale della Turchia, nel tentativo di entrare in Grecia

K metro 0 – Atene – L’Europa prova a mobilitarsi per cercare una soluzione alla nuovo ondata dei migranti alle sue frontiere esterne e per fermare conflitto degenerato tra Turchia e Siria. Domenica migliaia di migranti e di rifugiati si sono riversati in massa al confine occidentale della Turchia, nel tentativo di entrare in Grecia via terra e via mare. Ankara ha dichiarato che le proprie frontiere saranno aperte per chiunque voglia arrivare in Europa.

La decisione di aprire le frontiere è arrivata in seguito all’offensiva delle unità governative siriana sostenute dalla Russia nella provincia di Idlib, nel nordovest del Paese. Questa ha infatti causato numerose morti tra i soldati turchi e ha portato milioni di cittadini siriani a fuggire verso la frontiera. La Turchia, che supporta i ribelli, ha inviato migliaia di soldati nell’area che rappresenta l’ultimo baluardo dell’opposizione in Siria. Un funzionario di Ankara ha rivelato ad AP che il conflitto di Idlib è direttamente collegato alla decisione della Turchia di aprire i cancelli ai rifugiati verso l’Europa . Il scenario sarebbe infatti cambiato: ci si starebbe preoccupando per la possibilità di nuovi arrivi dalla Siria piuttosto che di “evitare che arrivino migranti in viaggio verso l’Europa”. “L’Europa e le altre nazioni devono intervenire in modo concreto per risolvere questa crisi”, ha dichiarato Fahrettin Altun, il direttore della comunicazione per l’ufficio del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che poi ha aggiunto: “Non possiamo fare tutto da soli”.

In Siria, intanto, le truppe turche hanno colpito due aerei da guerra siriani, dopo l’abbattimento di un drone da parte delle forze del regime. Si tratta di un’ulteriore escalation nel conflitto tra le due parti. Infatti, ieri diciannove soldati siriani sono stati uccisi da attacchi turchi nella provincia di Idlib, dove l’esercito turco porta avanti un’importante offensiva contro il regime di Bashar al-Assad. Lo sostiene l’Osservatorio siriano dei diritti umani. I soldati sono morti nel bombardamento di un convoglio nella zona di Jabal al-Zawiya e in un campo militare, nel sud della provincia. Ankara ha incrementato le proprie offensive – anche i droni sono diventati bersagli prescelti – contro le forze siriane sostenute dalla Russia sin da giovedì, dopo il raid aereo ordinato da Damasco. Nella provincia sono presenti truppe turche in gran numero e molti convogli militari. L’attacco di qualche giorno fa, che ha portato alla morte di 33 soldati turchi,  ha alimentato i timori riguardanti una escalation ancora più grave che possa coinvolgere proprio Mosca. Domenica, tuttavia, il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha assicurato che il Paese non vuole un conflitto con la Russia. “Speriamo che possano porre fine agli attacchi del regime. Non abbiamo intenzione di scontrarci con loro”, ha dichiarato agli organi di stampa. Gli ultimi sviluppi nella vicenda hanno comunque logorato il legame tra i due stati. Erdogan incontrerà il presidente russo, Vladimir Putin, già la prossima settimana.

L’agenzia russa Sputnik, sempre nella giornata di ieri, ha inoltre svelato che quattro dei propri giornalisti sono stati rilasciati dopo il fermo da parte della polizia turca. Erano stati interrogati in relazione agli attacchi avvenuti nelle loro residenze. Alcune persone avrebbero tentato di introdursi negli appartamenti, situati nella capitale turca di Ankara, nella serata di domenica. Questi, secondo quanto riportato da Sputnik, avrebbero accusato gli stessi, che sono cittadini turchi, di essere spie russe. I giornalisti sarebbero poi andati alla polizia per denunciare quanto accaduto, mentre l’agenzia perdeva le loro tracce. In seguito, si legge nel resoconto, gli uffici della redazione sono stati perquisiti e il direttore è stato fermato. Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha parlato della questione con la sua controparte turca, Mevlut Cavusoglu. Il rilascio è avvenuto qualche ora dopo,  ma le autorità turche non hanno voluto rilasciare commenti sulla questione.

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