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Rassegna internazionale. Coronavirus: diventa globale e fa paura. La Turchia apre le frontiere ai profughi

Rassegna internazionale. Coronavirus: diventa globale e fa paura. La Turchia apre le frontiere ai profughi

K metro 0 – Parigi – L’epidemia ormai globale di coronavirus continua ad essere l’apertura dei giornali di tutto il mondo. Il New York Times si concentra prima sui numeri, ovvero sul superamento dei 3mila decessi nel mondo, e di quasi un milione di positivi, poi cita l’iniziativa del governo cinese che fornisce a ciascun

K metro 0 – Parigi – L’epidemia ormai globale di coronavirus continua ad essere l’apertura dei giornali di tutto il mondo. Il New York Times si concentra prima sui numeri, ovvero sul superamento dei 3mila decessi nel mondo, e di quasi un milione di positivi, poi cita l’iniziativa del governo cinese che fornisce a ciascun cittadino un codice colorato. Il Wall Street Journal ovviamente racconta degli effetti dell’epidemia sulle Borse mondiali, con un giudizio di estrema volatilità dei mercati. “La crescita globale rallenterà bruscamente non appena i dati del contagio saranno sempre più gravi”, scrive il quotidiano, citando l’Ocse. Il Washington Post: “il virus ha circolato indisturbato per settimane nello stato di Washington”, e accusa il presidente Trump di aver sottovalutato ampiamente la dimensione del fenomeno, scrivendo perfino falsità sul coronavirus.

In Gran Bretagna, la stampa sottolinea la diffusione del contagio e della psicosi, anche se rilevano che la situazione non è grave quanto quella italiana, dalla quale fanno dipendere gran parte dei positivi riscontrati. Il Wimbledon College, segnala il Times, una delle più esclusive scuole di Londra, è stato chiuso per almeno una settimana dopo che un membro dello staff è risultato positivo al coronavirus. Lo ha reso noto la stessa scuola in una lettera inviata ai genitori, in cui si rende noto che il membro dello staff, che “recentemente era stato in Italia”, è stato al lavoro l’ultimo giorno il 25 febbraio e da allora non avrebbe avuto contatti con gli studenti. “Comunque, dal momento che altri membri dello staff sono stati definiti contatti stretti di un caso confermato di Covid-19 a loro è stato richiesto di rispettare l’isolamento di 14 giorni”, conclude la lettera spiegando le ragioni della chiusura della scuola, si legge sul sito del Guardian. La Nike chiude il quartier generale in Europa, in Olanda, per due giorni, dopo che un dipendente è risultato positivo al coronavirus. Lo riferisce ancora il Guardian, riprendendo l’agenzia olandese Anp. Gli uffici, che si trovano a Hilversum, saranno sottoposti ad una disinfestazione, mentre l’impiegato resterà in isolamento a casa per 14 giorni. Nella sede olandese del colosso americano di abbigliamento sportivo lavorano circa duemila persone provenienti da 80 paesi. In Olanda finora le autorità hanno riportato dieci casi di contagio da coronavirus.

Anche la Francia affronta i problemi sollevati dalla diffusione del contagio da coronavirus. Il Salone del libro di Parigi, in programma dal 20 al 23 marzo, è stato infatti annullato per il coronavirus. Lo ha annunciato il presidente della manifestazione, Vincent Montagne, che a Le Monde ha spiegato: “Per ragioni di salute pubblica, è nostro dovere annullare” la kermesse. Il governo francese sabato aveva vietato tutti gli eventi che prevedono la partecipazione di più 5mila persone. La Francia ha deciso di “sospendere fino a nuovo ordine i viaggi scolastici all’estero e nelle zone identificate come ‘cluster’ nel territorio nazionale” si legge sul sito del ministero dell’Istruzione francese che precisa che la misura rientra nel piano di risposta e prevenzione all’emergenza coronavirus deciso dal governo il 29 febbraio, riporta Le Figaro.

E mentre si discute di coronavirus, si fa sempre più alta la tensione al confine tra Turchia e Grecia dopo la decisione di Ankara di lasciare aperti i propri confini ai profughi. Fonti di stampa internazionale e associazioni locali hanno riferito di scontri tra agenti di frontiera e migranti: gli agenti avrebbero cercato di respingere le persone con gas lacrimogeni e cariche e qualche associazione per i diritti umani ha denunciato anche l’uso di proiettili di gomma. I migranti in alcuni casi hanno risposto con lancio di pietre e altri oggetti. Gli scontri al confine tra la Grecia e la Turchia sono iniziati dopo che la settimana scorsa Ankara ha annunciato che consentirà il passaggio dei profughi attraverso le proprie frontiere con l’Europa. Il presidente Racep Tayyip Erdogan nel 2016 ha siglato un accordo da 3 miliardi di euro con Bruxelles per intercettare e bloccare sul proprio territorio i migranti, ma ora ha deciso di venire meno agli impegni presi perché contesta all’Ue di non sostenerlo in Siria. Negli ultimi tempi, si legge su Liberation, le truppe turche di stanza nel nord-ovest hanno subito perdite da parte dell’esercito siriano sostenuto dalla Russia. A seguito dell’apertura delle frontiere marittime e terrestri con Grecia e Bulgaria, si stima che decine di migliaia di persone potrebbero ora tentare di entrare nell’area Schengen. I governi di Atene e Sofia hanno rafforzato i controlli, respingendo i migranti anche con gas lacrimogeni, cariche della polizia e pallottole di gomma, con scontri. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), almeno 13mila persone si sono accalcate ai check point di Pazarkule e Ipsala, in gruppi che in alcuni casi hanno raggiunto anche le 3mila unità. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, scrive Der Spiegel, ha annunciato la volontà di dialogare con la Turchia per “trovare un terreno comune” sulla situazione dei rifugiati nel Paese e discutere di “altro sostegno se necessario. Riconosco che la Turchia è in una situazione difficile su migranti e rifugiati.

Ma quel che vediamo ora non può essere la soluzione o la risposta”, ha spiegato von der Leyen. Il ministro dell’interno turco Suleyman Soylu ha detto che 76.385 migranti hanno lasciato i campi profughi per raggiungere i confini europei: una stima che però non viene supportata da dati e riscontri. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, potrebbe trattarsi di una mossa per aumentare i timori dei Paesi vicini e quindi ottenere il sostegno dell’Europa sul dossier siriano.

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Joseph Villeroy
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