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Alfredo Maiolese: “Arginare il fenomeno del razzismo e dell’odio”

Alfredo Maiolese: “Arginare il fenomeno del razzismo e dell’odio”

K metro 0 – Genova – “Certamente siamo preoccupati, ma nello stesso tempo abbiamo fiducia nelle Istituzioni che si sono adoperate per arginare il fenomeno di razzismo ed odio, nei confronti delle nostre comunità”. Con queste parole il presidente dell’EML, Alfredo Maiolese, impegnato nel dialogo sociale ed inter-religioso, risponde alle nostre domande, sottolineando che non

K metro 0 – Genova – “Certamente siamo preoccupati, ma nello stesso tempo abbiamo fiducia nelle Istituzioni che si sono adoperate per arginare il fenomeno di razzismo ed odio, nei confronti delle nostre comunità”. Con queste parole il presidente dell’EML, Alfredo Maiolese, impegnato nel dialogo sociale ed inter-religioso, risponde alle nostre domande, sottolineando che non dobbiamo mai abbassare la guardia. I fedeli, soprattutto neofiti e non solo, devono essere preparati alle buone regole di condotta etica religiosa e conoscere la corretta interpretazione della scrittura. Dall’altra i giovani i quali, vanno accompagnati in modo da evitare che cadano nella trappola del fanatismo e dell’estremismo, che purtroppo, in alcuni casi, sfocia, nel terrorismo.

La European Muslim League fondata da cittadini europei ha iniziato da subito un percorso di prevenzione basato su due obiettivi: educazione ed informazione. Alfredo Maiolese, un italiano impegnato nel dialogo sociale ed inter-religioso, risponde a kmetro0.

Intervista di Lucia Inguaggiato

Presidente Maiolese è preoccupato dell’evolversi dei fenomeni del razzismo e dell’islamofobia in Europa?

Certamente siamo preoccupati, ma nello stesso tempo abbiamo fiducia nelle Istituzioni, che si sono adoperate per arginare il fenomeno di razzismo ed odio, nei confronti delle nostre comunità che hanno sempre dimostrato buon senso e partecipazione alla vita sociale del Paese, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia.  In Europa, esistono diverse comunità etniche religiose accomunate nell’amore di vivere pacificamente, scegliendo questo continente come seconda casa. Senz’altro ci sono divergenze di opinioni, ma esse, devono rimanere entro i limiti delle regole e delle buone consuetudini. Noi confidiamo, pertanto, in una pronta risposta politica e sociale, in difesa di tutte le minoranze.

Allora, secondo lei come si possono contrastare le ideologie estremiste?

Osservando da vicino questo fenomeno ci siamo accorti che in molti casi, i giovani in questione, che si addentrano nelle fauci dell’estremismo, hanno alle spalle genitori separati, o assenti, con gravi problemi economici, privi di lavoro ed esperienza, poco integrati nel contesto familiare e sociale, quindi, facilmente plagiabili.

Di norma, qualunque giovane che non ha un riferimento, o una guida, tende a ricercarli in molte forme, tra le quali, anche dottrinali, ed è importante che le Istituzioni predispongano enti sociali qualificati, in grado di indirizzarli, colmando questo vuoto.

Quindi, secondo lei, un istituto religioso potrebbe colmare questo vuoto?

Certamente sì. L’esperienza di molte organizzazioni sociali, a carattere religioso e non, come Sant’Egidio, la Caritas, Medici senza Frontiere, e altri nostri enti e associazioni, si impegnano come tutti noi, a sostenere “il virtuoso percorso” dei giovani, i quali, rappresentano, appunto, come ho detto prima, il futuro.  Insomma, bisogna dare a loro senza limiti, ottenendo così una società unita, migliore, multi-etnica, coesa ed in continua armonia.

Il luogo religioso potrebbe avere un ruolo educativo?

Indubbiamente si.  Per noi, il luogo religioso è la moschea, un universo aperto, dove non ci si reca solo per pregare, ma per apprendere la filosofia della vita che è un passaggio obbligatorio, dunque, un luogo di riflessione per i fedeli, a prescindere dalla loro appartenenza e deve rimanere un punto di riferimento di raccolta ed aggregazione sociale.

In termini di dialogo, diritto e prevenzione, cosa pensa del lavoro che stanno svolgendo le Istituzioni Europee ed Internazionali su tali temi?

I modelli di riferimento attuali, nel nostro Continente, sono molti: ad esempio il Consiglio d’Europa, una delle più importanti organizzazioni europee, che lotta continuamente contro l’estremismo, l’antisemitismo, l’islamofobia, il bullismo, la violenza e l’abuso di ogni genere, denunciando addirittura organi all’interno degli Stati, quando sia necessario. Questo è per noi una garanzia e soddisfazione, stesso dicasi per il prezioso lavoro che conducono la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la Cei e la Muslim World League.

Non dimentichiamo il ruolo fondamentale che svolge l’ONU, che ha manifestato serie preoccupazioni per le recenti ondate di antisemitismo ed islamofobia, anche durante l’ultima Conferenza Internazionale, alla quale ho partecipato recentemente a Ginevra, sul tema:” L’islamismo ed antisemitismo; il ruolo dei leaders religiosi nell’ educazione dei giovani”. Ciò dimostra la sensibilità di queste importanti organizzazioni, e del fatto che il problema esiste, ed è stato addirittura citato in un importante discorso del Segretario Generale Antonio Gutierres.

Parliamo di un argomento che sta dominando la scena mondiale. Come state affrontando il Corona Virus?

La questione del Coronavirus è effettivamente un’altra preoccupazione da non sottovalutare. Anche lì abbiamo assistito all’estremismo di alcuni gruppi politici di estrema destra, nell’approfittare di questa emergenza che ha colpito il nostro Continente, nel richiedere le chiusure di tutte le frontiere, con la scusa della prevenzione, invece di rimanere uniti e saldi sul fronte dell’emergenza. La recente visita del Presidente francese Macron nel nostro Paese, è un’importante voce di testimonianza che l’Europa è in grado di superare qualsiasi ostacolo, se restiamo tutti uniti. Quindi, il nostro motto è quello di costruire ponti, non muri, ma con un semplice concetto, conoscersi per rispettarsi è la semplice regola della famiglia umana.

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Joseph Villeroy
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