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Uk. Il negoziatore per la Brexit: “No a supervisione Ue”

Uk. Il negoziatore per la Brexit: “No a supervisione Ue”

K metro 0 – Londra – Il negoziatore per la Brexit, David Frost, è intervenuto a Bruxelles per parlare dell’intesa con l’Unione europea. Il Regno Unito deve poter “imporre norme favorevoli per sé”. Le negoziazioni tra le parti inizieranno il mese prossimo. Lo stesso Frost ha respinto l’idea che una corte Ue possa avere un

K metro 0 – Londra – Il negoziatore per la Brexit, David Frost, è intervenuto a Bruxelles per parlare dell’intesa con l’Unione europea. Il Regno Unito deve poter “imporre norme favorevoli per sé”.

Le negoziazioni tra le parti inizieranno il mese prossimo. Lo stesso Frost ha respinto l’idea che una corte Ue possa avere un ruolo nelle dispute commerciali future. “Vogliamo solamente quello che hanno gli altri Paesi indipendenti”, ha dichiarato. La Francia, intanto, ha messo in guardia Londra dal faccia a faccia con l’Unione, che potrebbe risultare più duro del previsto. Frost, che ha parlato di fronte agli studenti e agli accademici dell’Université libre de Bruxelles, ha sottolineato come per la Gran Bretagna sia fondamentale scegliere “norme” vantaggiose per sé. Ovvero, un diritto che qualsiasi nazione al di fuori dell’Unione ha. “Pensare che il nostro Paese possa accettare la supervisione dell’Ue sulle questione fondamentali è non aver capito il nostro disegno”, ha aggiunto, evidenziando come sia proprio questo il focus principale dell’intero progetto. Il Regno Unito ha intenzione di arrivare a un accordo simile a quello canadese con l’Unione, quindi di libero mercato. Se questo non potrà essere concesso allora si troverà costretta a intavolare trattative commerciali nei termini internazionali utilizzati ad esempio con l’Australia.

Le parti in questi mesi di negoziazione dovranno affrontare un periodo di transizione, che il governo britannico ha già messo in chiaro di non voler estendere oltre il 31 dicembre 2020. In questo lasso di tempo, Londra continuerà a seguire la regolamentazione dell’Unione europea, inclusa quella sulla libera circolazione. Bruxelles vorrebbe che la Gran Bretagna segua regole rigide sulla concorrenza aperta – ovvero le garanzie sulle parità di condizioni – di modo che se le aziende britanniche riuscissero ad accedere al mercato dell’Unione senza dazi, non potrebbero comunque tagliare fuori i rivali. Tuttavia, l’Europa ha più volte sottolineato come il Regno Unito non possa ottenere un accesso di “continuativo” e “alta qualità” al mercato se dovesse insistere sulla divergenza dagli standard sociali e ambientali dell’Ue. La Corte di Giustizia europea, inoltre, dovrebbe assumere un ruolo legale nel controllare ogni accordo di libero scambio stretto dallo stesso. Il timore è che si possa sconfinare oltre i limiti della sovranità nazionale. Nel frattempo, diversi membri del blocco assieme al Parlamento europeo hanno respinto una delle ultime proposte per arrivare a un compromesso sul bilancio dell’Ue. Questa è stata avanzata da Charles Michel, ospite del summit dei Frugal Four – ovvero Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia – che hanno deciso appunto di rispedirla al mittente. L’obiettivo di Michel, infatti, non sarebbe realistico. Con l’uscita del Regno Unito andranno ricalibrati tutti i fattori. In una nota congiunta pubblicata dal Financial Times lunedì i quattro Paesi hanno rimarcato come “il fardello finanziario dell’Unione” cominci a pesare sempre di più “sulle spalle di alcuni stati membri più piccoli”.

Sempre nella giornata di lunedì, poi, un consigliere del primo ministro britannico, Boris Johnson, ha rassegnato le proprie dimissioni. Queste sono arrivate a causa delle pesanti critiche ricevute alcune sue dichiarazioni tra cui quelle in cui correlava l’intelligenza alla razza e in cui parlava di contraccezione obbligatoria per evitare “un sottoproletariato permanente”. Andrew Sabisky ha abbandonato il proprio incarico perché, come da lui stesso dichiarato, sarebbe diventato una “distrazione”. I politici dell’opposizione e i Conservatori avevano fatto pressione su Johnson per ottenere il suo licenziamento.

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