K metro 0 – Ankara – Questa mattina in Turchia, diverse procure di tutto il Paese hanno emesso circa 766 mandati d’arresto. Le operazioni, riferisce l’agenzia di stampa governativa Anadolu, riguardano supposti infiltrati nell’esercito, nelle forze di polizia e nel ministero della giustizia, affiliati alla rete di Fethullah Gulen, che Ankara accusa di essere gli
K metro 0 – Ankara – Questa mattina in Turchia, diverse procure di tutto il Paese hanno emesso circa 766 mandati d’arresto. Le operazioni, riferisce l’agenzia di stampa governativa Anadolu, riguardano supposti infiltrati nell’esercito, nelle forze di polizia e nel ministero della giustizia, affiliati alla rete di Fethullah Gulen, che Ankara accusa di essere gli artefici del fallito colpo di stato del 15 luglio 2016.
L’operazione principale è coordinata dai magistrati della capitale Ankara e riguarda 467 persone, accusate di aver truccato concorsi pubblici e esami nel 2009 per gli agenti di polizia, che permettevano l’accesso alla posizione di vicecommissario, per favorire l’infiltrazione, tra i vertici della polizia, di agenti legati a Gulen.
Blitz e arresti vengono condotti in tutto il Paese, da Smirne sulla costa egea, ad Adana su quella mediterranea. Tra i ricercati ci sono anche decine di militari tuttora in servizio.
Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d’Europa, organizzazione che conta 47 nazioni, ha dichiarato in merito alla sentenza di rilascio di Osman Kavala: “Accogliamo con favore la sentenza odierna della Corte di Istanbul che ordina il rilascio di Osman Kavala, in linea con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo dello scorso dicembre. La libertà di parola, il diritto di organizzare proteste non violente e il diritto alla libertà sono diritti umani fondamentali in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa”.
Nel frattempo, informa l’Ansa, l’autorità giudiziaria di Istanbul ha emesso un nuovo mandato d’arresto per Osman Kavala, l’imprenditore e filantropo assolto oggi nel processo Gezi Park, che doveva essere liberato dopo 840 giorni di carcerazione preventiva. Il nuovo mandato è stato emesso nell’ambito di indagini effettuate sul fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016.