Torino: celebra la Festa delle Libertà Civili. 16/17 febb

Torino: celebra la Festa delle Libertà Civili. 16/17 febb

K metro 0 – Piemonte – Nel 1848 il re Carlo Alberto di Savoia, dopo secoli di discriminazione, riconobbe i diritti civili ai suoi sudditi valdesi e poco dopo anche agli ebrei, da sempre vissuti circoscritti in una specie di “ghetto alpino”, senza poter frequentare scuole pubbliche, né lavorare. Le uniche professioni ammesse e solo per

K metro 0 – Piemonte – Nel 1848 il re Carlo Alberto di Savoia, dopo secoli di discriminazione, riconobbe i diritti civili ai suoi sudditi valdesi e poco dopo anche agli ebrei, da sempre vissuti circoscritti in una specie di “ghetto alpino”, senza poter frequentare scuole pubbliche, né lavorare. Le uniche professioni ammesse e solo per i propri correligionari, erano il medico e il notaio.

La corrente valdese del cristianesimo nasce nel Medioevo, nel XII secolo, come movimento cristiano laico, costituito da contadini e particolarmente da povera gente. Proprio a Torino sorge il primo tempio che i valdesi poterono costruire al di fuori del ghetto delle “Valli valdesi”, cinque anni dopo l’emancipazione concessa. Un tempio, il più antico d’Italia, che si lascia alle spalle l’epoca delle persecuzioni e che simboleggia un cammino di libertà e di testimonianza evangelica che continua ancora oggi.

Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione, ma in realtà, l’origine dei Valdesi si confonde con il grande fermento di movimenti pauperistici di riforma del Cristianesimo, sviluppatisi nel corso del XII secolo.

Quindi, il 16 e il 17 febbraio, rimane per i Valdesi un giorno di festa, legato alla rievocazione del riconoscimento dei diritti civili ottenuti nel 1848 da Ebrei e Valdesi, ma anche un momento per pensare ancora a chi, nel mondo, non ha libertà riconosciute. In queste due giornate si può fare un giro nei templi, assistere a concerti, incontri, spettacoli di teatro dialettale. Nella serata del 16 febbraio in Val Pellice, valle alpina della Città Metropolitana di Torino a sud della Val Chisone e a nord della Valle Po e nella Val Germanasca, un tempo conosciuta come Val San Martino, vengono accesi dei falò molto suggestivi in rappresentazione di come, di valle in valle, si diffuse la notizia, espressione di gioia e riconoscenza per la tanto desiderata libertà.

Nell’occasione il Museo Valdese di Torre Pellice resterà aperto con orario prolungato, dove si può ripercorre la storia valdese dalle origini ad oggi, e ammirare la ricca sezione etnografica che illustra la vita delle comunità valdesi valligiane, durante i secoli XIX-XX. Di rilevante importanza documentale e artistica, l’Archivio fotografico, che conserva circa 35.000 fotografie dalla metà dell’Ottocento in poi sulle valli valdesi e la vita delle chiese.

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Patrizia Grandi
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