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Spionaggio. Crypto, parlamentari tedeschi chiedono spiegazioni a governo

Spionaggio. Crypto, parlamentari tedeschi chiedono spiegazioni a governo

K metro 0 – Berlino – Un’inchiesta congiunta del Washington Post, della tv tedesca ZDF e della tv svizzero tedesca SRF aveva reso noto ieri, che i servizi segreti tedeschi e la CIA avrebbero avuto accesso per oltre vent’anni, dal 1970 al 1993, alle informazioni criptate di oltre 120 Stati. A quanto risulta dai documenti

K metro 0 – Berlino – Un’inchiesta congiunta del Washington Post, della tv tedesca ZDF e della tv svizzero tedesca SRF aveva reso noto ieri, che i servizi segreti tedeschi e la CIA avrebbero avuto accesso per oltre vent’anni, dal 1970 al 1993, alle informazioni criptate di oltre 120 Stati. A quanto risulta dai documenti analizzati, diversi governi si sono affidati alla società di Zugo Crypto per criptare le loro comunicazioni, ignorando che la società era di proprietà della CIA e del BND e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.

La vicenda che vede coinvolti CIA e BND nella gigantesca operazione di spionaggio di alleati e nemici denominata Rubicon che coinvolge la una società svizzera, Crypto Ag, leader mondiale nelle comunicazioni criptate, emergono le prime domande da parte dell’organo parlamentare tedesco di controllo dei Servizi segreti (Pkg).

Il deputato verde che presiede il Pkg, Konstantin von Notz, ha invitato il governo a prendere posizione in merito alla vicenda. È necessario chiarire, ha detto Notz, “se il controllo parlamentare è stato deliberatamente aggirato per circa due decenni”.

La vice-portavoce del governo, Ulrike Demmer, in conferenza stampa oggi si è limitata a riferire che il governo tedesco “è venuto a conoscenza” delle notizie emerse sulla stampa ieri.

Un deputato liberale della commissione parlamentare di controllo dei Servizi, Stephan Thomae, ha chiesto conto di eventuali fondi neri: “ci sono stati profitti che apparentemente sono finiti in un bilancio ombra del BND: dove sono finiti questi fondi?”.

Anche il Consiglio federale svizzero ha già avviato un’indagine sulla questione. I fatti hanno avuto inizio intorno al 1945 e sono “difficili da ricostruire e interpretare oggi”, ha comunicato il ministero della Difesa svizzero. Il 15 gennaio scorso, il governo elvetico ha quindi incaricato Niklaus Oberholzer, giudice del Tribunale federale svizzero fino alla fine del 2019, di condurre un’inchiesta. Oberholzer dovrebbe riferire entro la fine del 2020.

Nel rapporto della Cia si legge: “È stato il colpo di stato del secolo: i governi stranieri pagavano un sacco di soldi agli Stati Uniti e alla Germania occidentale per far leggere le loro comunicazioni più segrete”. Anche Bern Schmidbauer, sottosegretario presso la cancelleria federale dal 1991 al 1998, ha confermato le attività di spionaggio da parte di Cia e Bnd attraverso la Crypto. Tuttavia, secondo quanto ricostruito, la Germania si è sfilata dall’operazione nel 1994, temendo appunto ripercussioni nel caso in cui l’azione di spionaggio fosse emersa fra gli alleati Onu. Un timore assente negli Usa che, invece, hanno continuato l’attività – sempre secondo quanto emerge –fino al 2018, anno in cui la Cia ha venduto le sue parti dell’azienda.

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