K metro 0 – Ginevra – “Abbiamo un nome” per il coronavirus, è Covid-19″. Così ha comunicato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom, in un incontro di aggiornamento con la stampa a Ginevra. La nuova denominazione sostituisce la precedente, 2019-nCoV, decisa in modo provvisorio, quando sono stati individuati i primi casi della
K metro 0 – Ginevra – “Abbiamo un nome” per il coronavirus, è Covid-19″. Così ha comunicato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom, in un incontro di aggiornamento con la stampa a Ginevra.
La nuova denominazione sostituisce la precedente, 2019-nCoV, decisa in modo provvisorio, quando sono stati individuati i primi casi della malattia. A quanti si chiedono i motivi di questa scelta, l’Oms risponde di aver scelto Covid-19 perché è “facile da pronunciare”, senza stigmatizzare nessun Paese, quindi “non contiene alcuna indicazione geografica o riferimento animale o umano. È pronunciabile e serve perché rappresenta uno standard utilizzabile da tutti”, – ha poi aggiunto Adhanom – “Dobbiamo perciò fare di tutto e usare le armi a nostra disposizione per combattere il virus. Se investiamo adesso, abbiamo una possibilità realistica di fermare questa epidemia”.
Intanto, la Commissione europea continua a lavorare su tutti i fronti per affrontare l’emergenza coronavirus. Dal centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’UE, il Commissario per la Gestione delle crisi Janez Lenarčič ha dichiarato: “Alla luce della diffusione del coronavirus in un numero crescente di Paesi, dobbiamo puntare sul coordinamento e la cooperazione. È il momento di unire le forze per fermare questa epidemia ed è di vitale importanza che tutta la comunità internazionale combatta il coronavirus con interventi di preparazione e risposta, senza perdere di vista la solidarietà internazionale”.
Per quanto concerne gli ultimi sviluppi, domenica, sono stati rimpatriati da Wuhan 95 cittadini europei con un volo del Regno Unito. La Commissione, tramite il meccanismo di protezione civile dell’UE, sta cofinanziando i costi di trasporto di queste persone dal Regno Unito ai rispettivi Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania e Svizzera).
Il 31 gennaio l’Unione europea ha anche annunciato uno stanziamento di 10 milioni di euro a sostegno della ricerca sul coronavirus da Orizzonte 2020, il suo programma di ricerca e innovazione e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, monitora attentamente la diffusione del virus.