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Caos Turchia. L’incidente aereo, le valanghe e il coronavirus

Caos Turchia. L’incidente aereo, le valanghe e il coronavirus

K metro 0 – Istanbul – Un aereo di linea turco durante l’atterraggio è uscito fuori pista ed è finito in un fosso, spezzandosi in tre. Le cause dell’incidente sarebbero da ricercare nel maltempo che imperversava ieri ad Istanbul. Tra i passeggeri, alcuni dei quali sono dovuti passare attraverso le lamiere per salvarsi, le vittime sono

K metro 0 – Istanbul – Un aereo di linea turco durante l’atterraggio è uscito fuori pista ed è finito in un fosso, spezzandosi in tre. Le cause dell’incidente sarebbero da ricercare nel maltempo che imperversava ieri ad Istanbul. Tra i passeggeri, alcuni dei quali sono dovuti passare attraverso le lamiere per salvarsi, le vittime sono tre, i feriti almeno 179.

Il velivolo della compagnia low-cost Pegasus Airlines, stava arrivando all’aereporto Sabiha Gokcen di Istanbul dalla città della Turchia occidentale Izmir. A bordo erano presenti 183 passeggeri, più l’equipaggio, quando è accaduto l’impensabile. L’episodio è stato descritto dal ministero dei Trasporti come un “atterraggio brusco”. Il sindaco di Istanbul, Ali Yerlikaya, ha spiegato che l’aereo non è riuscito a rimanere sulla pista di atterraggio ed è sbandato di 50-60 metri prima di finire in un fosso da un’altezza di circa 30 metri. “Siamo particolarmente rattristati da quanto accaduto… Tuttavia siamo contenti che sia stato evitato un disastro ben più grande”, ha dichiarato Yerlikaya, aggiungendo che il velivolo sarebbe potuto scoppiare. Secondo quanto riferito dal ministro della Salute, Fahrettin Koca, 3 persone sono morte e 179 sono state ospedalizzate.

Ma non è stata l’unica tragedia di giornata in Turchia. Una valanga si è riversata su una strada di montagna nell’est del Paese. Sotto di questa sono rimasti un team di soccorso inviato per cercare alcune persone vittime di una precedente episodio simile. I dati ufficiali parlano di 33 morti, 53 feriti e molti altri ancora sommersi dalla neve. I due incidenti sommati portano il conto delle morti a 38. Circa 300 persone stavano lavorando nella stradina della città di Bahcesaray nella provincia di Van, al confine con l’Iran, già dalla giornata di martedì. Nella valanga erano morte 5 persone mentre 2 erano scomparse. Intorno a mezzogiorno di mercoledì, il team è stato colpito dalla seconda ondata di neve. L’agenzia turca per la gestione delle emergenze e delle calamità (l’AFAD) ha dichiarato che 33 corpi sono stati ritrovati sotto la massa di neve. Precedentemente, il sindaco Mehmet Emin Bilmez aveva rivelato che tra le vittime c’erano 8 militari, 3 guardie cittadine, 3 vigili del fuoco e 9 volontari.

Nel frattempo, la Turchia sta seguendo le orme dell’Italia per quanto riguarda i controlli negli aeroporti per il coronavirus. Mercoledì i due Paesi hanno annunciato che era iniziato il rilevamento delle temperature di tutti i passeggeri in arrivo, una delle misure di prevenzione per cercare contenere l’epidemia che ha ucciso centinaia di persone in Cina. Anche qui, è intervenuto il ministro della Salute turco Koca che ha spiegato che le camere termiche sarebbero state utilizzate per tutti gli arrivi di giovedì. Precedentemente, la Turchia aveva già eseguito degli screening di viaggiatori provenienti da Cina, Giappone, Taiwan, Thailandia, Hong Kong, Singapore, Corea e Malesia. Per quanto riguarda l’Italia, il blocco dei voli commerciali da Cina, Hong Kong, Macao e Taiwa, è arrivato il 30 gennaio. Lo stesso giorno in cui due turisti cinesi della città di Wuhan erano risultati positivi ai test per il nuovo tipo di coronavirus. Ciononostante, il ministero della Salute italiana, per aumentare i controlli sui passeggeri provenienti da altre nazioni, ha deciso di utilizzare gli scanner termici. “E’ chiaro che si tratta di una misura temporanea”, ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ad AP. Le restrizioni sui voli potrebbero diminuire una volta che l’installazione delle camere sarà completata. Intanto, i due turisti in cura allo Spallanzani sono stati trasferiti in terapia intensiva, colpiti anche da una polmonite virale.

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