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Usa. Primarie democratici, dopo il caos arrivano i risultati

Usa. Primarie democratici, dopo il caos arrivano i risultati

K metro 0 – Iowa –  Nella notte italiana di ieri sono andate in scena le primarie del Partito democratico Usa nell’Iowa. Tuttavia, la pubblicazione dei risultati delle votazioni ha subito dei ritardi, mandando nel caos l’intero movimento politico. Inizialmente si è pensato potesse essere stato colpa di un hackeraggio dei sistemi, ipotesi poi smentita

K metro 0 – Iowa –  Nella notte italiana di ieri sono andate in scena le primarie del Partito democratico Usa nell’Iowa. Tuttavia, la pubblicazione dei risultati delle votazioni ha subito dei ritardi, mandando nel caos l’intero movimento politico. Inizialmente si è pensato potesse essere stato colpa di un hackeraggio dei sistemi, ipotesi poi smentita dallo stesso partito.

Shadow Inc., l’azienda che ha creato l’app che ha causato i clamorosi ritardi, si è scusata attraverso Twitter nella giornata di martedì. Il Comitato Nazionale Democratico e Shadow hanno entrambi dichiarato che si è tratto di un errore di codice, sottolineando come i risultati non siano stati corrotti. Erano stati riscontrati problemi con l’applicazione già prima dell’inizio delle votazioni. I membri del partito democratico dell’Iowa avevano riportato problemi nel download e nel login all’applicazione, confermando le preoccupazioni di coloro i quali avevano avvertito dei malfunzionamenti. Troy Price, a capo del partito, è intervenuto poi nella serata di ieri. Ha definito quanto successo “inaccettabile”, evidenziando “le problematiche” e ha riportato i risultati parziali (62% dei seggi). Pete Buttigieg è in testa ma Sanders è avanti nel conto dei voti popolari con 28.220 voti contro 27.030, secondo quanto riportato dalla CCN. Seguono Elzabeth Warren con 22.254 voti e Joe Biden con 14.176. Price poi ha aggiunto: “Voglio essere chiaro. La mia priorità è assicurare l’accuratezza e l’integrità dei risultati. Abbiamo lavorato tutta la notte per riportare parte dei risultati. Abbiamo dovuto affrontare qualche difficoltà ma voglio confermare la veridicità dei dati”.

Sempre nella giornata di martedì, poi, l’Unione europea è tornata a parlare della questione delle mine antiuomo e la decisione degli Stati Uniti di ricominciare ad usarle come strumento di guerra. La scorsa settimana, infatti, il presidente Donald Trump, ha eliminato la proibizione sull’utilizzo delle mine al di fuori della penisola coreana. La nuova politica militare non ha specificato limiti geografici per un’arma che può uccidere civili anche anni dopo la fine di un conflitto. L’Alto Rappresentate dell’Ue, Josep Borrell, in un comunicato ha spiegato che la mossa degli Usa: “mette a repentaglio la normativa internazionale contro l’utilizzo di mine antiuomo. Una legge che ha salvato decine di migliaia di persone negli ultimi 20 anni”. La Casa Bianca ha dichiarato che la nuova iniziativa autorizza l’utilizzo di mine “non permanenti”, ovvero quelle che hanno un meccanismo incorporato per auto-distruggersi o disattivarsi dopo un certo periodo. Il predecessore del presidente Trump, Barack Obama, le aveva bandit eccetto in caso di difesa della Corea del Sud.

Il segretario di Stato, Mike Pompeo, nel frattempo ha terminato il suo tour all’estero, durante il quale ha visitato cinque nazioni. Prima è arrivato in Gran Bretagna per poi passare dalle ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale. Ma il messaggio che ha portato è stato il medesimo: fare attenzione alla Cina. Nel suo viaggio ha denunciato le violazioni dei diritti umani compiuti da Pechino, criticando le manovre commerciali aggressive e mettendo in guarda dagli investimenti e dall’influenza cinese. La Cina, inoltre, rappresenterebbe un pericolo per i Paesi che stanno sviluppando le proprie reti 5G. Le parole di Pompeo, rilasciate a Londra, sono state chiare: “Il Partito Comunista cinese rappresenta la minaccia principale dei nostri tempi”. L’Unione europea poco prima aveva svelato le linee guide per la sicurezza, evitando di escludere Huawei, azienda cinese contro cui si è scatenata la campagna degli Usa.

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