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Escalation in Siria: uccisi cinque soldati turchi a Idlib

Escalation in Siria: uccisi cinque soldati turchi a Idlib

K metro 0 – Ankara – “Nei raid aerei di stamani del regime siriano” contro obiettivi turchi a Idlib “sono morte 8 persone, 5 soldati e 3 civili. Li abbiamo fatti pagare e continueremo a farli pagare per quello che hanno fatto”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando a Kiev in

K metro 0 – Ankara – “Nei raid aerei di stamani del regime siriano” contro obiettivi turchi a Idlib “sono morte 8 persone, 5 soldati e 3 civili. Li abbiamo fatti pagare e continueremo a farli pagare per quello che hanno fatto”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, parlando a Kiev in una conferenza stampa con l’omologo ucraino Volodymyr Zelenski al termine dell’Alto consiglio strategico bilaterale.

Come riporta una nota del Ministero della Difesa di Ankara, cinque militari turchi sarebbero rimasti uccisi e altri nove avrebbero riportato delle ferite in un bombardamento delle forze di Damasco su Idlib, a nord della Siria. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, invece, i morti tra i militari siriani sono sei. La notizia è stata rilanciata dall’agenzia di stampa turca Anadolu, che ieri aveva riferito in merito al dislocamento di un gran numero di uomini e mezzi dell’esercito turco in direzione del confine siriano, al fine di rafforzare il contingente sul posto. La stessa nota riferisce che le truppe di Ankara avrebbero immediatamente risposto al fuoco nemico, distruggendo diversi obiettivi nella regione.

I media siriani hanno affermato che non ci sono state vittime. Centinaia di migliaia di persone sono fuggite dall’offensiva delle truppe siriane e dei loro sostenitori russi contro l’ultima roccaforte dell’opposizione a Idlib. Molti si sono spostati verso il confine con la Turchia, a sostegno dell’opposizione.

Nei giorni scorsi il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva dichiarato che in caso di mancata normalizzazione della situazione a Idlib, Ankara poteva ricorrere all’uso della forza. Lo stesso Erdogan aveva riferito ai giornalisti che:”46 obiettivi del regime siriani sono stati colpiti dai militari turchi. Coloro che mettono in dubbio la nostra determinazione capiranno presto di aver fatto un errore”. Inoltre ha avvertito la Russia di non essere coinvolta nei rapporti di Ankara con Damasco per i bombardamenti, dicendo a Mosca “di non ostacolarci”. La Turchia ha precedentemente affermato che le sue truppe erano in Idlib per prevenire scontri sul posto e che le loro posizioni erano state coordinate in anticipo. Erdogan ha anche detto la scorsa settimana che la Turchia avrebbe risposto militarmente se i suoi soldati nella regione fossero stati minacciati in qualche modo.

“Il regime” siriano di Bashar al Assad “cerca di guadagnare terreno a Idlib facendo sfollare persone innocenti verso le nostre frontiere. Ma noi non gli daremo l’occasione” di farlo, perché altrimenti “si appesantirebbe il nostro fardello” di rifugiati. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo gli scontri di ieri tra l’esercito di Ankara e le forze di Damasco.

“Manterremo le nostre postazioni di monitoraggio” della tregua a Idlib, “che svolgono una funzione essenziale”, ha aggiunto il leader turco.

Non è mancata la reazione della Siria: l’agenzia di stampa siriana Sana ha dichiarato che non sono stati segnalati feriti o danni negli attacchi turchi. Inoltre le truppe del governo siriano stavano continuando la loro offensiva a Idlib, liberando diversi villaggi della provincia.

È importante ricordare che nel 2017, la Turchia e la Russia hanno firmato un accordo su Idlib, entrato in vigore un anno dopo. Le due parti hanno concordato di pattugliare congiuntamente l’area per prevenire scontri tra l’opposizione e le truppe del governo siriano. Intanto, nelle ultime settimane centinaia di migliaia di civili siriani sono fuggiti dalle loro case a Idlib. La Turchia, che ha 12 posti di osservazione militari nella regione, ha accusato la Russia di violare l’accordo, una richiesta negata da Mosca. Al momento si contano 3,6 milioni di rifugiati siriani in Turchia e il presidente ha affermato che non sarebbe in grado di gestire un nuovo afflusso di sfollati.

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