K metro 0 – London – Serve un sistema misto per filtrare davvero l’immigrazione nel Regno Unito dopo la Brexit. È quanto suggerisce un rapporto anticipato dal Guardian del comitato indipendente sull’immigrazione, interpellato al riguardo dalla ministra dell’Interno, Priti Patel, che raccomanda un’adozione solo parziale del modello australiano “a punti”, additato finora come riferimento dal
K metro 0 – London – Serve un sistema misto per filtrare davvero l’immigrazione nel Regno Unito dopo la Brexit. È quanto suggerisce un rapporto anticipato dal Guardian del comitato indipendente sull’immigrazione, interpellato al riguardo dalla ministra dell’Interno, Priti Patel, che raccomanda un’adozione solo parziale del modello australiano “a punti”, additato finora come riferimento dal governo Tory di Boris Johnson e destinato sulla carta a privilegiare in futuro “i talenti”, senza distinzione fra cittadini Ue ed extracomunitari.
Il nuovo sistema – previsto a partire non dal momento della formalizzazione della Brexit, fra tre giorni, ma dopo la scadenza del periodo di transizione post divorzio indicata al momento per il 31 dicembre 2020 – dovrebbe combinare due parametri, stando ai suggerimenti del rapporto: con l’entrata in vigore del sistema a punti per regolare gli ingressi di chi non abbia un’offerta di lavoro preliminare; e l’introduzione invece di una soglia di salario minimo per chi busserà alla porta del Regno con l’invito di potenziali datori di lavoro già in tasca. Solo così, secondo il comitato, il governo potrà puntare all’obiettivo di ridurre il flusso complessivo di migranti, continuando allo stesso tempo ad attirare “talenti” e forza lavoro vitale per settori dell’economia e dei servizi britannici come ad esempio il sistema sanitario nazionale (Nhs).