K metro 0 – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, martedì ha proposto la creazione di uno stato palestinese con capitale nella parte est di Gerusalemme. E’ il tentativo di arrivare a un accordo di pace, dopo decenni di conflitti con Israele. Secondo quanto riportato da Reuters, il piano prevede che gli
K metro 0 – Washington – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, martedì ha proposto la creazione di uno stato palestinese con capitale nella parte est di Gerusalemme. E’ il tentativo di arrivare a un accordo di pace, dopo decenni di conflitti con Israele.
Secondo quanto riportato da Reuters, il piano prevede che gli Usa riconoscano gli insediamenti israeliani in Cisgiordania. In cambio Israele dovrà accettare un congelamento di quattro anni sull’attività di ‘colonizzazione’, periodo in cui verrà negoziato lo stato palestinese. Le trattative tra le parti sono fallite nel 2014, e non era scontato che il Trump si impegnasse a resuscitarle. Da Washington, avevano già messo in conto l’iniziale scetticismo dei palestinese ma la speranza è che poi si convincano a portare avanti dei negoziati. Trump ha presentato il proprio progetto ieri alla Casa Bianca, dove ha ospitato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione Benny Gantz. “Insieme possiamo portare nuova luce nel Medio Oriente”, ha dichiarato il tycoon, che ha descritto l’accordo come il “più difficile da portare a termine”. I ringraziamenti sono stati indirizzati ai governi di Oman, Bahrain, e agli Emirati Arabi uniti per il sostegno al processo di pace. Netanyahu, al contempo, lo ha descritto come un “giorno storico” alla stregua del 14 maggio 1948, quando il presidente Usa, Harry Truman, riconobbe per primo lo stato di Israele. “Presidente, credo che nei prossimi decenni, e anche nei prossimi secoli, ricorderemo il 28 gennaio 2020”, ha continuato Netayanhu che poi ha aggiunto che il piano “è realistico e permetterà una pace duratura”, concordando con il presidente degli Stati Uniti che ha parlato di una “soluzione realistica”.
Gerusalemme rimarrà la capitale di Israele mentre quella palestinese dovrebbe comporsi di alcuni segmenti della parte orientale della città. Un patto territoriale condiviso, quindi. Nonostante l’accordo preveda diverse concessioni in favore della Palestina, tra cui il raddoppiamento del territorio controllato attualmente, chiede anche alla stessa di sforzarsi e riconoscere come legittimi gli insediamenti israeliani già esistenti in Cisgiordania. Il piano è stato rimandato per ben due anni, ed è stato già respinto dalla Palestina, i cui rappresentanti non sono stati invitati al meeting. I funzionari hanno sottolineato come Trump si sia sbilanciato in favore del governo israeliano e che con questa mossa vorrebbe solamente di rafforzare l’esecutivo nazionalista di Netanyahu.
“Gerusalemme è sacra per i musulmani. Il piano di Donald Trump che mira a dare Gerusalemme a Israele è assolutamente inaccettabile”. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, criticando il progetto per il Medio Oriente del presidente statunitense.
“Il piano ignora i diritti dei palestinesi e mira a legittimare l’occupazione israeliana. Non servirà né alla paca né alla ricerca di una soluzione” al conflitto, ha aggiunto Erdogan. L’Arabia Saudita ha invece espresso “apprezzamento” per gli “sforzi” di Trump e del suo Piano di pace per il Medio Oriente.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha invitato anche “alcuni dirigenti cisgiordani di Hamas” a una seduta di emergenza a Ramallah per esaminare le ripercussioni del ‘Piano Trump’ per un accordo di pace fra israeliani e palestinesi.
Sempre nella giornata di ieri, migliaia di palestinesi sono scesi in strada a Gaza per manifestare contro la proposta, bruciando foto di Trump e Netanyahu, con in mano cartelli con scritto: “La Palestina non è in vendita”. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha chiesto al rivale presidente palestinese Mahmoud Abbas, di opporsi con forza all’accordo. L’annuncio è arrivato nello stesso giorno in cui Netanyahu ha ritirato la sua richiesta per l’immunità, viste le accuse di corruzione, frode, concussione e abuso di fiducia. Israele, intanto, tornerà al voto per la terza volta in un anno, a marzo, dopo i risultati inconcludenti delle precedenti due elezioni. Trump aveva già accennato al progetto di pace anche in campagna elettorale, compito poi affidato a suo genero, Jared Kusher, subito dopo essersi insediato da presidente. L’operazione era stata poi inserita nell’agenda che includeva la crisi degli oppioidi e la questione dei veterani. Gli esperti credono che il piano, che è apparso dal nulla dopo 3 anni di rinvii, faccia parte di una strategia di Trump per distrarre l’opinione pubblica dalla procedura di impeachment, tuttora in corso.