K metro 0 – Parigi – Nel 50esimo giorno di contestazione sociale e scioperi ai quattro angoli della Francia, come da calendario il disegno di legge di riforma delle pensioni viene presentato in Consiglio dei ministri, dando il via ufficiale al dibattito sul testo controverso. Una tappa cruciale e altamente simbolica dell’iter legislativo per il
K metro 0 – Parigi – Nel 50esimo giorno di contestazione sociale e scioperi ai quattro angoli della Francia, come da calendario il disegno di legge di riforma delle pensioni viene presentato in Consiglio dei ministri, dando il via ufficiale al dibattito sul testo controverso. Una tappa cruciale e altamente simbolica dell’iter legislativo per il governo, fermo nella sua intenzione di fare approvare la riforma prima dell’estate, nonostante l’opposizione di alcuni sindacati, sempre più divisi tra loro. Mentre a Matignon i ministri sono al lavoro, per le strade di Parigi sono in corso un flash mob gigante di donne davanti alla stazione ferroviaria di Gare de l’Es e, un maxi corteo parte da Place de la Republique, guidato dalla Cgt e Force Ouvriére, i due sindacati più ferocemente contrari al progetto.
Per la terza volta dall’inizio della mobilitazione la Torre Eiffel è chiusa ai visitatori. La società responsabile della gestione del monumento simbolo ne ha decretato la chiusura in quanto “non ci sono le condizioni ottimali di sicurezza e accoglienza”. In alcuni quartieri della capitale alcune linee di tram e bus sono state bloccate per diverse ore dalla presenza di manifestanti sui binari e per le strade, in particolare tra Porte Vincennes e Porte Montreuil. Anche se i trasporti sono progressivamente tornati alla normalità negli ultimi giorni e nonostante il freddo pungente, i 55 rilevatori di traffico attivi segnano un numero record di ciclisti nella capitale. Rispetto a dicembre il numero medio di transiti in bicicletta è passato da 4.500 a 9.450 al giorno, con circa 117.000 ciclisti sulle piste invece dei 75.000 registrati all’inizio della contestazione. Grossi disagi invece per lo smaltimento dei rifiuti con i lavoratori contrari alla riforma che bloccano da giovedì sera i tre più grossi impianti della regione dell’Ile de France. Il servizio pubblico che gestisce i rifiuti di 6 milioni di persone, circa 6.000 tonnellate al giorno, dovrebbe essere fermo almeno fino a lunedì. I dipendenti hanno aderito in massa allo sciopero indetto dal sindacato Cgt-Energie, causando perdite economiche di circa 600.000 euro al giorno.
Cortei di protesta si registrano anche nelle principali città francesi, seppur con un numero di partecipanti inferiore rispetto a quelli delle scorse settimane. Nella settima giornata nazionale di sciopero i gruppi di manifestanti più numerosi sfilano a Lille, Strasburgo, Rennes, Le Havre, Nantes, Bordeaux, Marseille e Nice. In crescita il tasso di adesione allo sciopero da parte di insegnanti e professori con, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Educazione nazionale, una media nazionale del 13%. Un dato più alto rispetto alle ultime due giornate di mobilitazione globale ma di gran lunga inferiore ai picchi di 50% e oltre registrati a dicembre. Ma i sindacati più agguerriti contro la riforma non desistono: l’intersindacale formata da quattro centrali sostenuta da diversi gruppi di giovani e studenti annuncia una nuova giornata di mobilitazione interprofessionale per il 29 gennaio, intenzionati a “mantenere la pressione sul governo” e in rotta con il sindacato riformista Cfdt, in prima linea nelle consultazioni con l’esecutivo. La battaglia si gioca anche sul terreno dei media e dei social, con un susseguirsi di dichiarazioni di esponenti di governo e sindacati sin dalle prime ore di una giornata simbolica per il futuro dei lavoratori e del sistema. “E’ giunta l’ora del dibattito legislativo. Dobbiamo passare ad altro.
Dal governo ci sono impegni chiari nei confronti di quanti avevano delle preoccupazioni”, ha detto il ‘Signor Pensioni’, Laurent Pietraszewski, incaricato di presentare ufficialmente il ddl ai ministri.