K metro 0 – Parigi – L’economia globale, almeno per ora può tirare un sospiro di sollievo. La tregua tra Cina e Stati Uniti sarebbe stata finalmente accordata. La ‘Fase 1’ dell’accordo, firmata la scorsa settimana, va ad alleggerire alcune delle sanzioni del governo Trump nei confronti di Pechino, in cambio di un aumento delle
K metro 0 – Parigi – L’economia globale, almeno per ora può tirare un sospiro di sollievo. La tregua tra Cina e Stati Uniti sarebbe stata finalmente accordata. La ‘Fase 1’ dell’accordo, firmata la scorsa settimana, va ad alleggerire alcune delle sanzioni del governo Trump nei confronti di Pechino, in cambio di un aumento delle importazioni di prodotti agricoli americani. Tuttavia, pochi addetti ai lavori credono che l’intesa possa portare a una ‘Fase 22.
Le sfide commerciali non riguardano solamente la Cina. Nell’anno delle presidenziali Usa, gli europei, con i surplus nel settore auto e del lusso, potrebbero rappresentare un’occasione ghiotta per il tycoon. All’incertezza che continua a regnare, si aggiunge la decisione di bloccare l’aggiunta di membri alla corte di appello della World Trade Organization, togliendole l’abilità di sentenziare in dispute commerciali. Nel frattempo, Thierry Breton, il Commissario Ue alle politiche industriali, ha negato le indiscrezioni secondo cui la collaborazione con compagnie europee per la costruzione della rete 5G avrebbe rallentato i lavori. La questione tiene banco in questi giorni, soprattutto per il rischio alla sicurezza posto dall’azienda cinese Huawei, più volte sottolineato dai leader europei. In un discorso a una conferenza a Monaco domenica, Breton, ex ministro dell’Economia francese, ha messo in guarda i parlamentari tedeschi, e non solo, sul fatto che la nuova tecnologia richiederà misure più stringenti rispetto alle generazioni più stringenti. “Imporre norme più severe per la sicurezza non creeranno ritardi nell’arrivo del 5G in Europa”, ha dichiarato Breton, confermando quanto precedentemente rivelato da Reuters. “L’Europa, inclusa la Germania ovviamente, procede secondo i tempi previsti. Non siamo e non saremo in ritardo nello sviluppo del 5G”, ha aggiunto.
L’avvertimento di Breton contrasta con i commenti rilasciati in settimana dal ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, che ha sottolineato come l’esclusione delle compagnie cinesi dal progetto, avrebbe portato a un ritardo di cinque dieci anni. Tra le altre cose, ha parlato dell’impossibilità per la Germania di costruire la rete in autonomia e senza l’aiuto del colosso tecnologico Huawei, almeno per ora. La questione ha creato tensioni tra gli Stati Uniti e i suoi alleati europei. Washington ha pressato questi ultimi chiedendo di bandire l’azienda cinese. Questa infatti rappresenterebbe una minaccia concreta per quanto riguarda lo spionaggio internazionale. Berlino, comunque, ha deciso di non seguire il consiglio degli Usa, Huawei competerà negli appalti per costruire le reti, mantenendo degli standard severi. Seehofer ha ribadito come la Germania debba essere protetta da spionaggio e sabotaggio ma ha anche previsto che senza l’aziende cinese i lavori potrebbero essere ultimati con 5 o 10 anni di ritardo. “Non credo che si potrà mettere in piedi una rete 5G in Germania in tempi brevi senza la partecipazione di Huawei”, ha dichiarato Seehofer ai microfoni di Frankfurter Allgemeine Zeitung.
La Brexit, intanto, sortisce i primi effetti sull’economia e sul settore dei servizi. La banca statunitense JPMorgan Chase & Co (JPM.N) ha annunciato il progetto di acquisto di un edificio in centro a Parigi che ospiterà 450 unità di personale nei prossimi anni. Si tratta di una vera e propria ricollocazione da Londra, dopo la decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione europea. L’espansione renderà la capitale francese, dove sono già presenti 260 funzionari, la seconda base più grande in Europa dopo Londra, che complessivamente riunisce 10mila persone. JPMorgan ha spiegato che la banca inizialmente trasferirà il team delle vendite, poi il gruppo commerciale. Le tempistiche dipenderanno dalle tempistiche con cui avverrà la Brexit, come dichiarato dall’amministratore delegato di JPMorgan a Reuters.