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Allarme smog non solo in Italia: è emergenza nei Balcani

Allarme smog non solo in Italia: è emergenza nei Balcani

K metro 0 – Washington – Circa un milione di uccelli marini meglio noti come urie, sono morte durante l’ondata di calore del 2015-2016, che avrebbe complicato il loro approvvigionamento di cibo, come spiegato da alcuni scienziati mercoledì. Si tratta del maggior numero di volatili morti in massa mai registrato. L’evento, riportato dal giornale PLOS

K metro 0 – Washington – Circa un milione di uccelli marini meglio noti come urie, sono morte durante l’ondata di calore del 2015-2016, che avrebbe complicato il loro approvvigionamento di cibo, come spiegato da alcuni scienziati mercoledì. Si tratta del maggior numero di volatili morti in massa mai registrato. L’evento, riportato dal giornale PLOS ONE, è solamente uno degli innumerevoli effetti dei cambiamenti climatici.

E proprio questi i giovani stanno combattendo con forza. In Germania, gli attivisti climatici hanno annunciato mercoledì di voler portare avanti un’azione legale al cospetto della Corte Suprema, così da costringere il governo a fare di piu’ per combattere il surriscaldamento globale. E’ arrivato anche il supporto di gruppi ambientalisti come Greenpeace, che ha spesso ricordato alla Germania che l’attuale piano per ridurre del 55% le emissioni nocive nei prossimi dieci anni non è realistico. Il governo tedesco è accusato di aver passato un pacchetto di norme “assolutamente ridicolo” lo scorso anno che non spegnerà le preoccupazioni delle nuove generazioni sul futuro. Proprio l’esecutivo avrebbe in mano il destino del Paese, visto che se venissero presentate misure adeguate l’impatto sarebbe di gran lunga maggiore rispetto a quello dei singoli individui. Finora però la classe politica si sarebbe allontanata da iniziative troppo “immediate”, come l’introduzione di un limite di velocità universale, l’eliminazione dei finanziamenti per auto super-inquinanti e l’alleggerimento delle regolamentazioni per le centrali eoliche.

Intanto, nelle principali città dei Balcani l’allerta smog preoccupa sempre di più. Negli ultimi giorni i livelli d’inquinamento dell’aria hanno raggiunto livelli importanti, scatenando la rabbia dei residenti e obbligando le amministrazioni a chiedere agli stessi di rimanere nelle proprie abitazioni. Il governo serbo ha convocato una riunione d’emergenza ieri per trovare una soluzione mentre nella capitale bosniaca di Sarajevo, lo smog ha raggiunto cifre record nell’ultimo fine settimana. Secondo un resoconto pubblicato lo scorso anno dall’Onu, la città avrebbe uno dei maggiori tassi di inquinamento dell’aria d’Europa e, in media, nei Balcani occidentali, le persone perderebbero 1 anno e tre mesi di vita a causa dello smog. Anche la polizia croata ha chiesto ai cittadini della capitale, Zagabria, di utilizzare i mezzi di trasporto e di evitare le biciclette e gli scooter. L’alta concentrazione di particelle tossiche nell’aria è tipico degli inverni balcanici, vista l’alta dipendenza dal carbone del settore energetico, l’utilizzo di auto datate e quello del legno e del carbone negli impianti di riscaldamento.

Il 2019 è stato un anno caratterizzato dal calore estremo e dallo scioglimento dei ghiacciai. Per questo la questione ambientale è diventata una delle priorità dell’economia globale e del prossimo incontro tra le maggiori potenze a Davos, in Svizzera, della prossima settimana. Citando un sondaggio riportato da Ap e condotto su 750 alti funzionari, il World Economic Forum ha annunciato che il surriscaldamento globale e l’estinzione di specie animali sarà al centro dell’incontro della prossima settimana. Nonostante ciò, i dubbi maggiori riguardano le divisioni internazionali, come quelle osservate nella disputa commerciale tra Stati Uniti e Cina.

Per quanto riguarda la cronaca, è salito a tre il numero delle vittime dell’esplosione di una centrale petrolchimica in Spagna. Secondo quanto riportato dalle autorità una persona è morta in ospedale e un altro corpo è stato trovato tra le macerie. In Gran Bretagna, invece, i piani per la costruzione di nuove miniere di carbone sono stati definiti “non necessari” e incompatibili con l’obiettivo ‘emissioni zero’ entro il 2050 dal gruppo ambientalista “Green Alliance”.

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