K metro 0 – Tripoli – Dopo il sì di Tripoli alla proposta di un cessate il fuoco avanzata da Turchia e Russia, il generale Khalifa Haftar ha respinto la richiesta. “Ringraziamo la Russia per il suo sostegno ma non possiamo smettere di combattere il terrorismo”, ha annunciato il portavoce del sedicente Esercito nazionale libico
K metro 0 – Tripoli – Dopo il sì di Tripoli alla proposta di un cessate il fuoco avanzata da Turchia e Russia, il generale Khalifa Haftar ha respinto la richiesta.
“Ringraziamo la Russia per il suo sostegno ma non possiamo smettere di combattere il terrorismo”, ha annunciato il portavoce del sedicente Esercito nazionale libico guidato da Haftar, Ahmed al Mismari, giustificando così l’offensiva contro le milizie che difendono il fragile governo di Tripoli, l’unico riconosciuto dall’Onu.
Mentre, il governo sostenuto dall’Onu ha accolto favorevolmente la richiesta della Russia e della Turchia per un cessate il fuoco nella guerra civile tuttora in atto, nonostante la fazione rivale abbia respinto l’idea giovedì. L’esecutivo con base a Tripoli, guidato dal primo ministro, Fayez Sarraj, ha rilasciato un comunicato mercoledì, esprimendo il proprio supporto per “la ripresa del processo politico e l’eliminazione dello spettro di un conflitto”. La Libia è attualmente guidata da due autorità contrapposte, una a est e una a ovest. Il governo orientale è sostenuto dall’Esercito nazionale libico, dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Egitto, dalla Francia e dalla Russia, con a capo l’ex generale Khalifa Haftar mentre l’altro riceve gli aiuti da Turchia, Qatar e Italia.
Un’offensiva che, stando a informazioni frammentarie e difficili da verificare sul terreno, si concentra al momento attorno a Sirte e sulla stessa capitale libica. Nella notte l’aeroporto di Mitiga, l’unico funzionante a Tripoli, sarebbe stato preso di mira da nuovi raid, secondo il Libya Observer, che punta il dito contro l’aviazione degli Emirati arabi, altro attore nella guerra per procura libica schierato al fianco di Haftar.
La richiesta di una tregua è arrivata in un momento di intensa attività diplomatica portata avanti dalle forze europee. Mercoledì, il presidente turco Recep Tayep Erdogan e la sua controparte russa, Vladimir Putin, hanno rilasciato una nota congiunta dopo essersi incontrati a Istanbul, proprio per chiedere un cessate il fuoco nella regione per il 12 gennaio.
Putin, poi, giovedì è tornato in patria per prendere attenzione un’esercitazione della marina militare, durante la quale sono stati lanciati alcuni missili nel Mar Nero. Il Cremlino ha raccontato come il presidente abbia monitorato le manovre dal lanciamissili Marshal Ustinov.
La marina ha invece spiegato che nella simulazione sono state coinvolte navi da guerra della flotta russa del Mar Nero e alcune della flotta settentrionale. Le operazioni sono state organizzate a seguito delle tensioni tra Stati Uniti e Iran, dopo il raid aereo ordinato da Trump che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani.