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Francia. Promette risposta ai dazi Usa. Inflazione a picco

Francia. Promette risposta ai dazi Usa. Inflazione a picco

K metro 0 – Parigi – La Francia ha annunciato di esser pronta a rispondere, appoggiata in tutto e per tutto dall’Unione europea, agli Stati Uniti se dovessero imporre dazi su beni francesi dal valore complessivo di 2,4 miliardi di dollari, inclusi prodotti come lo Champagne, il Roquefort, le borse di lusso e i rossetti.

K metro 0 – Parigi – La Francia ha annunciato di esser pronta a rispondere, appoggiata in tutto e per tutto dall’Unione europea, agli Stati Uniti se dovessero imporre dazi su beni francesi dal valore complessivo di 2,4 miliardi di dollari, inclusi prodotti come lo Champagne, il Roquefort, le borse di lusso e i rossetti.

Gli Usa, infatti, stanno considerando concretamente l’ipotesi in risposta alla decisione della Francia di tassare i colossi tecnologici come Google e Facebook. Una decisione è attesa nei prossimi giorni, il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, a tal proposito ha incontrato il commissario per il commercio Ue, Phil Hogan, a Parigi. “Crediamo che il progetto americano non sia amichevole, e che sia soprattutto inappropriato”, ha dichiarato Le Maire che poi ha aggiunto che se dovessero essere imposti dazi, il caso verrà portato al cospetto del WTO, senza entrare nel dettaglio delle azioni concrete che verranno prese.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, inoltre, ieri è intervenuto anche sul tema della Brexit, chiedendo alla Gran Bretagna di mostrare flessibilità nelle negoziazioni che si terranno a seguito dall’uscita di Londra dall’Unione europea il prossimo 31 gennaio. Queste riguarderanno la sicurezza e le politiche estere, senza dimenticare gli interessi economici dell’Ue. Macron ha inoltre sottolineato che considerata l’insistenza del primo ministro Boris Johnson, le trattative dovranno terminare entro la fine dell’anno, perciò Londra dovrà “essere flessibile e in linea con il suo ambizioso progetto”. Dopo la Brexit, la Gran Bretagna rimarrà all’interno del mercato unico del blocco e dell’unione doganale fino alla fine del 2020, nonostante sia stata proposta un’estensione di due anni del periodo di transizione che Johnson non ha intenzione di accettare.

Per quanto riguarda la politica interna, invece, il governo francese e i sindacati hanno registrato ancora una distanza troppo ampia dopo il faccia a faccia di martedì sulla riforma pensionistica. Quest’ultima ha scatenato una serie (ancora ininterrotta) di scioperi che ha coinvolto le linee ferroviarie del Paese. Il primo ministro, Edouard Philippe, è rimasto fermo sulla posizione dell’esecutivo, ribadendo quanto pianificato per i prossimi: ovvero far passare la riforma al parlamento prima dell’estate. Il nuovo sistema pensionistico sarà presentato il prossimo 24 gennaio e sarà discusso a livello parlamentare il 17 febbraio. Dall’altra parte, Catherine Perret dell’unione sindacale CGT, ha ricordato ai microfoni di AP che gli scioperi non finiranno e ha chiesto alla popolazione di scendere in strada in massa per le manifestazioni di giovedì.

Per quanto riguarda l’economia, l’inflazione ha raggiunto il picco degli ultimi sei mesi a dicembre, anticipando l’aumento dei prezzi del petrolio causati dalle tensioni tra Usa e Iran, come riportano i dati dell’Eurostat pubblicati martedì. I prezzi sono aumentati facendo salire l’inflazione all’1,3% rispetto all’1% del mese precedente. Nonostante si trovi nuovamente ai livelli di giugno, rimane ancora lontana dall’obiettivo della Banca centrale europea fissato poco al di sotto del 2%. La crescita stenta a livello globale, per questo si pensa che il timido aumento nell’inflazione possa non avere un seguito nelle prossime settimane. Questo potrebbe accadere sopratutto se le prospettive economiche dovessero peggiorare ulteriormente per la situazione complicata del Medio Oriente, a seguito dell’uccisione del generale iraniano Qassem Solimani da parte degli Stati Uniti. L’escalation di tensioni ha portato al rialzo dei prezzi del petrolio e dell’oro, con varie ripercussioni sui mercati azionari. La Bce si riunirà il prossimo 23 gennaio, quando si avrà un’idea più chiara sulla situazione per prendere una decisione sui tassi d’interesse.

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