K metro 0 – Jobsnews – Madrid – “Con il governo di coalizione progressista, la Spagna apre un’epoca volta ad affermare il dialogo e la politica utile” scrive su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez dopo il voto del Parlamento spagnolo che di fatto apre la stagione dell’alleanza tra Psoe e Podemos per quello che
K metro 0 – Jobsnews – Madrid – “Con il governo di coalizione progressista, la Spagna apre un’epoca volta ad affermare il dialogo e la politica utile” scrive su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez dopo il voto del Parlamento spagnolo che di fatto apre la stagione dell’alleanza tra Psoe e Podemos per quello che è il primo governo di coalizione in Spagna dagli anni ’30. Quello che nasce, afferma ancora Sanchez, è “un governo per tutti che estende i diritti, ripristina la convivenza e difende la giustizia sociale. Oggi inizia un tempo di moderazione, progresso e giustizia sociale”.
Il Parlamento spagnolo ha dato il via libera al socialista Pedro Sanchez come nuovo premier alla guida di un governo di coalizione con la sinistra di Unidas Podemos. Il via libera è giunto con 167 voti a favore, 165 contrari e 18 astensioni. Il leader del Psoe ha raggiunto l’obiettivo alla seconda votazione: domenica non era riuscito a ottenere la maggioranza assoluta che era necessaria ad avere la fiducia nella prima votazione.
Per la fiducia Sanchez ha avuto bisogno dell’appoggio, oltre che dei deputati del suo Partito socialista e di Podemos, anche di quelli di una serie di partiti più piccoli, cioè PNV, Más País, Compromís, Nueva Canarias, Teruel Existe e BNG. El Paìs riporta che l’astensione di ERC ed EH Bildu ha agevolato l’investitura. Quando è stato annunciato il risultato della votazione, in aula è scoppiato un applauso dei sostenitori di Sanchez. Il margine stretto con cui è stata ottenuta la fiducia, tuttavia, solleva dubbi sulla durata dell’esecutivo, dal momento che le politiche richiedono approvazioni continue da parte del Parlamento. Si tratta del primo governo di coalizione in Spagna da quando il Paese è tornato alla democrazia nel 1978, tre anni dopo la morte del dittatore Francisco Franco.
Sanchez era primo ministro ad interim dall’anno scorso. I socialisti hanno vinto lo scorso anno due elezioni generali consecutive, ma entrambe le volte non sono riusciti a ottenere la maggioranza e la fiducia del Parlamento. Dopo le ultime elezioni, quelle del 10 novembre, re Felipe VI aveva attribuito a Sanchez l’incarico di formare un governo: in quelle elezioni i socialisti avevano ottenuto il maggior numero dei voti, ma solo 120 seggi in Parlamento composto invece da 350 seggi, dunque non avevano da soli la maggioranza in aula. Quello di oggi era per Sanchez l’ultimo tentativo possibile per diventare premier.