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Reati sul web: indagini dell’Europol e della Polizia postale

Reati sul web: indagini dell’Europol e della Polizia postale

K metro 0 – Roma – In un mondo che va sempre più incontro all’evoluzione tecnologica è estremamente importante tenere presente i rischi che si corrono nell’uso di internet e i reati che spesso vengono commessi in rete. L’Europol ha reso noto il suo report, denominato IOCTA (Internet Organised Crimes Threat Assessment 2019) in cui

K metro 0 – Roma – In un mondo che va sempre più incontro all’evoluzione tecnologica è estremamente importante tenere presente i rischi che si corrono nell’uso di internet e i reati che spesso vengono commessi in rete.

L’Europol ha reso noto il suo report, denominato IOCTA (Internet Organised Crimes Threat Assessment 2019) in cui si traccia una valutazione annuale del panorama delle minacce di criminalità informatica che evidenzia la persistenza e la pervasività di una serie di minacce. A livello europeo il report mette in luce come nella maggior parte dei casi criminali valutati, le minacce risultano segnalate in anticipo, sebbene con variazioni in termini di volumi, obiettivi e livello di sofisticazione. Pertanto, il rapporto punta l’attenzione sul potenziale impatto dei futuri sviluppi tecnologici sul crimine informatico, come l’intelligenza artificiale e sulla prospettiva di dover affrontare lo stesso crimine. Nel documento si analizzano i ransomware, ovvero la principale minaccia cibernetica del 2019 e del 2020. Le tecniche di attacco del cybercrime si sono continuamente evolute negli ultimi anni, diventando sempre più redditizie. Le vittime dei cyber attacchi non sono solo Istituzioni ma anche enti privati. A questo proposito, il rapporto individua 25 varianti di malware che sono circolate negli ultimi mesi. Tra queste ci sono GandCrab, Locky, Dharma e Curve-Tor-Bitcoin-Locker. Infine, gli esperti di cyber security di Europol segnalano che, ad oggi, quasi un milione di dispositivi non sono ancora stati patchati contro BlueKeep: una vulnerabilità di sicurezza in RDS (servizi desktop remoto), che lascia le reti aperte alle aggressioni informatiche.

Anche in Italia è stato fondamentale il lavoro svolto dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nell’anno 2019, costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale.

Di estrema importanza al fine delle indagini è stata l’attività di cooperazione internazionale, instaurata nel corso degli anni dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) tramite EUROPOL e INTERPOL, sia con paesi dell’UE, sia extraeuropei, in quanto ha consentito uno scambio di informazioni di tipo investigativo, nonché di condivisione di nuove tecniche di indagine.

Nel report elaborato dalla Polizia postale italiana emergono dati importanti e anche allarmanti che riguardano diversi ambiti: lotta al terrorismo, pedopornografia, cybercrime, razzismo e xenofobia. Per i reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online sono state indagate 650 persone. Tra le attività di polizia giudiziaria sono state eseguite 8 operazioni, condotte dagli Uffici territoriali della Specialità e coordinate dal Centro, alcune delle quali svolte in modalità sotto copertura online e scaturite da segnalazioni pervenute nell’ambito dell’attività di cooperazione internazionale svolta dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online che, complessivamente, hanno consentito di indagare in stato 151 persone. L’attività, funzionale al contrasto dei fenomeni di radicalizzazione e cyberterrorismo, ha portato la Polizia Postale nel 2019 al monitoraggio di oltre 32.170 spazi web ed alla rimozione di centinaia di contenuti.

Ulteriori risultati sono stati messi a punto grazie sempre al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale punto di contatto nazionale dell’Internet Referral Unit (IRU) di Europol, che ha partecipato anche al “Cbrne Action Day”, presso la sede di Europol alla fine del mese di novembre. Sulla base dell’analisi dei tragici eventi terroristici avvenuti negli ultimi anni in Europa, a partire dall’attacco alla Manchester Arena del 22 maggio 2017 per arrivare fino al recente episodio di Halle (Germania) dello scorso 9 ottobre, si è constatato come sempre più spesso i terroristi abbiano fatto ricorso ad esplosivi e armamenti realizzati seguendo le istruzioni presenti in manuali e linee guida pubblicate online.

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