K metro 0 – Agenzie – Teheran – In un raid ordinato da Donald Trump, le forze USA, hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano della “brigata Al Quds” Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei. Il raid statunitense è stato condotto, secondo indiscrezioni, con un drone
K metro 0 – Agenzie – Teheran – In un raid ordinato da Donald Trump, le forze USA, hanno ucciso a Baghdad il generale iraniano della “brigata Al Quds” Qassem Soleimani, una delle figure chiave dell’Iran, molto vicino alla Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.
Il raid statunitense è stato condotto, secondo indiscrezioni, con un drone che ha portato anche all’uccisione di otto persone. Il Pentagono ha spiegato che “Soleimani e le sue unita “Al Quds” (il nome in arabo di Gerusalemme) sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altre migliaia”, e che l’alto ufficiale stava organizzando di uccidere diplomatici americani nell’area.
L’attacco rischia di far salire la già alta tensione fra Usa e Iran, per la speaker della Camera Nancy Pelosi che ha definito il raid “estremamente pericoloso” e “rischia di provocare una pericolosa ulteriore escalation di violenza. L’America e il mondo non possono affrontare una escalation delle tensioni fino ad un punto di non ritorno”. Stesso atteggiamento da parte dello sfidante alla Casa Bianca Joe Biden che ha parlato di “dinamite in una polveriera”.
Teheran ha immediatamente reagito, parlando di “atto di terrorismo” e minacciando ritorsioni. “Gli iraniani e altre nazioni libere del mondo si vendicheranno senza dubbio contro gli Usa criminali per l’uccisione del generale Qassen Soleimani”: ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, secondo quanto riporta l’agenzia stampa IRNA. Il Ministero degli esteri iraniano ha convocato il capo missione dell’ambasciata svizzera in Iran. Al diplomatico elvetico è stato detto che “l’assassinio del generale Soleimani” è un “palese esempio del terrorismo di Stato americano, e che il regime statunitense è pienamente responsabile delle conseguenze dell’atto”.
Intanto Khamenei in persona ha nominato Il generale Esmail Qaani come nuovo comandante della Brigata “Al Quds”, Sessantadue anni, originario di Mashad, è generale di Brigata dei Pasdaran, lo riferisce l’agenzia iraniana IRNA. Pertanto in Iran sono stati annunciati tre giorni di lutto nazionale durante i quali risuonerà sempre più forte l’appello della Guida Suprema, Ali Khamenei, a prepararsi a una possibile guerra. In questo senso si è riunito in via straordinaria e permanente il Consiglio nazionale supremo della sicurezza, sia i Pasdaran, che il comandante delle Unità di mobilitazione popolare sciite irachene (Hashed al-Shaabi). Il vicecapo delle Guardie della rivoluzione iraniane, Mohammad Reza Naghdi dal canto suo ha ammonito gli Usa: “devono cominciare a ritirare le loro forze dalla regione islamica da oggi, o cominciare a comprare bare per i loro soldati”.
Nel frattempo, l’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad ha sollecitato i cittadini americani a “lasciare l’Iraq immediatamente” dopo l’attacco in cui è rimasto ucciso il generale Soleimani. “I cittadini americani partano per via aerea dove possibile, altrimenti raggiungano altri Paesi via terra”.
Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto oggi un colloquio telefonico con l’omologo francese Emmanuel Macron e “i due leader hanno espresso preoccupazione” per la morte di Soleimani. Lo ha reso noto il Cremlino. Putin e Macron hanno quindi sottolineato che “questa azione potrebbe aggravare in modo serio la situazione nella regione”, si legge nella nota riportata dall’agenzia Ria Novosti. La Cina ha esortato oggi tutte le parti interessate, in particolare gli Usa, a mantenere la calma e la moderazione: “La Cina si è sempre opposta all’uso della forza nei rapporti internazionali e ha insistito sul fatto che tutte le parti dovrebbero attenersi agli scopi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e alle norme di base che regolano le relazioni internazionali”, ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang.
Intanto, Israele ha elevato lo stato di allerta dopo aver appreso dell’uccisione in Iraq del generale Qassen Soleimani, considerato nello Stato ebraico come il principale artefice, da molti anni, della sistematica penetrazione militare dell’Iran in vari Paesi della Regione.
Al confine israeliano con Libano e Siria le piste da sci del monte Hermon sono state chiuse al pubblico. Secondo una emittente il premier Benyamin Netanyahu potrebbe abbreviare la visita che sta conducendo in Grecia e rientrare oggi stesso in Israele.
di Nizar Ramadan