K metro 0 – Atene – Grecia, Israele e Cipro hanno firmato un accordo giovedì per la costruzione di un gasdotto sottomarino che trasporterà gas dal sud-est del Mediterraneo fino all’Europa continentale. L’EastMed sarà lungo circa 1.900 km e dovrebbe diventare la fonte alternativa per l’approvvigionamento, che dipende enormemente dalla Russia e dalla regione del
K metro 0 – Atene – Grecia, Israele e Cipro hanno firmato un accordo giovedì per la costruzione di un gasdotto sottomarino che trasporterà gas dal sud-est del Mediterraneo fino all’Europa continentale.
L’EastMed sarà lungo circa 1.900 km e dovrebbe diventare la fonte alternativa per l’approvvigionamento, che dipende enormemente dalla Russia e dalla regione del Caucaso. Il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, che ha preso parte alla cerimonia di ratifica dell’intesa assieme al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e al presidente cipriota, Nicos Anastasiades, ha spiegato che il nuovo gasdotto offrirà “una flessibilità maggiore” e che sarà un passo in avanti verso “l’indipendenza energetica”. Il condotto partirà dal bacino Levantino di Israele per arrivare a Cipro, a Creta e alla Grecia giungendo fino in Italia. Il progetto potrebbe rivelarsi utile anche per gestire le nuove scoperte di riserve di gas naturale a largo di Cipro e della Grecia, dove le esplorazioni sono tutt’ora in corso. Il valore complessivo dei lavori si aggira attorno ai 6 miliardi di dollari, che dovrebbero bastare per soddisfare circa il 10% della richiesta dell’Unione europea. Tuttavia, gli ostacoli politici e logistici sono dietro l’angolo.
La corsa alle di riserve nel Mediterraneo del sud ha creato tensioni tra Grecia e Cipro da una parte, e lo storico rivale della Turchia dall’altra. Ankara ha deciso di iniziare le ricerche nelle acque controllate dai due Paesi dell’Ue, che hanno visto arrivare navi da trivellazioni accompagnate da quella da guerra. Proprio in quelle zone Cipro possiede i diritti economici esclusivi assegnati per la legge internazionale e Anastasiades ha sottolineato come il nuovo gasdotto serva anche a ribadire ancora una volta questo fatto. “Questa cooperazione che abbiamo sviluppato… non è diretta contro nessuna terza parte”, ha detto. “Al contrario, qualsiasi Paese voglia unirsi è il benvenuto. Ovviamente dovrà rispettare i principi base della legge internazionali e rispettare i diritti di sovranità e l’integrità territoriale degli stati indipendenti”. L’allusione, come riporta AP, è alla Turchia, ma Anastasiades ha comunque ricordato che l’unico approccio che possa funzionare all’interno di una regione instabile è la “cooperazione” e non “l’isolamento”.
Netanyahu, poi, ha voluto evidenziare come Israele diventerà una vera e propria “potenza” energetica, con le sue riserve di gas offshore. Le tre nazioni, come spiegato dallo stesso premier israeliano, hanno stretto un’alleanza che contribuirà alla stabilità della regione. Il primo ministro dell’Energia, Yuval Steinitz, ha dichiarato che per il completamento dei lavori dell’EastMed ci vorranno circa sette anni e che i vantaggi includono una minore vulnerabilità al sabotaggio e il fatto di non dover attraversare molti confini nazionali per raggiungere i mercati. Israele, inoltre, qualche giorno fa ha iniziato a pompare gas dal Mediterraneo fino alla propria costa dopo svariati rinvii legati alle azioni legali intraprese dai residenti, scettici riguardo il progetto di far diventare il Paese un esportatore di energia, rivoluzionando l’economia e abbandonando per sempre il carbone. Israele si è concentrata negli ultimi dieci anni sopratutto sulle riserve di gas, spesso alimentato le critiche riguardo la troppa generosità nei confronti del colossi del gas che hanno guidato le esplorazioni. I grandi investimenti, secondo molti, avrebbero tolto fondi al settore delle energie rinnovabili.
Nella vicina Turchia, intanto, giovedì è stato autorizzato il dispiego di truppe in Libia per fornire un aiuto al governo di Tripoli sostenuto dall’Onu, che sta combattendo le forze dell’esecutivo rivale che ha intenzione di conquistare la capitale.